Thiem-Zverev: il futuro è oggi. Per l'austriaco non c'è 2 senza 3?

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Thiem-Zverev: il futuro è oggi. Per l’austriaco non c’è 2 senza 3?

Il forfait improvviso di Nadal mette ancora più pepe sul terzo turno del Roland Garros tra Dominic Thiem e Alexander Zverev. Chi vince l’atto n.3 tra i campioncini può sognare la semifinale

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PARIGI – Dominic Thiem e Alexander Zverev. 38 vittorie e 3 titoli nel solo 2016 il primo, l’investitura pressoché ufficiale come prossimo numero uno del mondo per il secondo. Il destino si è divertito a incrociare le loro strade per la terza volta in meno di un mese sancendo, di fatto, l’inizio di una rivalità che dovrebbe far scorrere fiumi di inchiostro negli anni a venire e che potrebbe rivelarsi la salvezza di un circuito alla avvilente ricerca di nuove star per poter ovviare un valido ricambio al vertice.

I primi due atti – consumati tra Monaco di Baviera (4-6 6-2 6-3) e nella finale di Nizza (6-4 3-6 6-0) – hanno sorriso al ventiduenne austriaco, al momento più preparato fisicamente e con un tennis più solido sui cui fare affidamento. Difficile immaginare un colpo di coda di Zverev nell’imminente sfida parigina, soprattutto per motivi sempre legati alla resistenza fisica – troppo importante per uno Slam specie sul rosso come Parigi – ma sarà senz’altro affascinante vederli uno contro l’altro in un contesto inedito.

Hanno tutto ciò che serve, Dominic e Sascha, per attirare i prossimi appassionati di tennis e per tentare quantomeno di non far troppo rimpiangere l’attuale età dell’oro che vede, per inesorabili ragioni temporali, vicino il capolinea. Con Thiem il tanto bistrattato (dal tennis moderno) rovescio a una mano trova insperata sopravvivenza ad altissimi livelli, forse l’ultima vetrina di prestigio prima dell’estinzione. Zverev, invece, è il prototipo perfetto del tennis futuristico: altissimo (1,98) ma al tempo stesso rapido, potente, preciso, pulito, completo. Un confronto di stili e di modi di intendere il tennis abbastanza marcato, contrasti necessari per stimolare la fantasia e attrarre nuovi fruitori del prodotto-tennis.

Sascha, però, è molto più di una copia di mille riassunti: innanzitutto perché è varie categorie superiore ai pari età, in secondo luogo perché alle doti atletiche e alle qualità tecniche unisce la mentalità vincente di chi è già consapevole del futuro da leader che lo attende. Fuori dal campo il diciannovenne di Stoccarda si è già calato nei panni del numero uno del mondo, o meglio, già lo hanno vestito come tale. Quest’anno l’Adidas ha scippato ai rivali di Nike i servigi di Zverev per edificare le future fortune nel tennis, ma non solo: da qualche mese sul polso del tedesco campeggia un Richard Mille, l’esclusivo orologio già indossato da Rafa Nadal. Insomma, Zverev sta catalizzando le attenzioni del mondo del tennis e la sensazione che si ha vedendolo in sala stampa e leggendo le interviste rilasciate è che sia perfettamente consapevole di ciò che lo attende, forse fin troppo.

Thiem, d’altra parte, ha un profilo più basso, più umile, ma non per questo ovviamente meno promettente. È dotato di un talento cristallino, ma non si è cullato su ciò, anzi ci ha costruito attorno un fisico massiccio e potente (1,85 per 82kg), requisito essenziale per eccellere nel tennis odierno. Thiem è il giocatore più vicino a Wawrinka, per caratteristiche fisiche e tecniche: come Stan ha bisogno di spazio e tempo per scatenare tutti i cavalli di cui è dotato e, come Stan, spesso eccede in una posizione in campo troppo arretrata che ne penalizza l’efficacia. I margini di miglioramento sono decisamente evidenti, specie sulle superfici più rapide, e la testa è ben salda sulle spalle del ragazzo che nell’ultimo anno sta pigiando forte sul pedale dell’acceleratore. La scalata al gotha del tennis si è attestata momentaneamente alla posizione numero 15, con addirittura solo cinque giocatori che sono stati in grado di far meglio nel 2016. Numeri pesanti che gli valgono una nomination come rivelazione dell’anno.

Al momento del sorteggio l’ipotetica rotta di collisione tra Zverev e Thiem è stata segnata in rosso, come il match-principe della prima settimana, un appuntamento da non farsi sfuggire per nessuna ragione al mondo. Ad aggiungere pressione sulla disputa tra i campioncini, è sopraggiunto il clamoroso ritiro di Rafa Nadal che avrebbe dovuto affrontare il vincente (data per assodata la vittoria del maiorchino contro il connazionale Granollers). Chi prevarrà tra Zverev e Thiem, dunque, partirà coi favori del pronostico per un posto nei quarti di finale – risultato mai raggiunto per entrambi – con un occhio alle semifinali, tutt’altro che fuori portata.

È tutto apparecchiato per la terza – e la più nobile – sfida tra i protagonisti del tennis di domani. Dovrebbe vincere ancora Thiem, è certo invece che si tratterà soltanto del primo capitolo Slam di una rivalità che segnerà il prossimo futuro del circuito maschile.

Mario Sasillo

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