ATP Challenger Caltanissetta, intervista al direttore Giorgio Giordano

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ATP Challenger Caltanissetta, intervista al direttore Giorgio Giordano

Intervista al direttore dell’ATP Challenger Caltanissetta, Giorgio Giordano

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Il torneo Challenger di Caltanissetta si è concluso ieri sera, dopo che è andata in scena la bellissima finale vinta da Paolo Lorenzi contro Matteo Donati. È stata una partita molto bella, l’ennesima di questo torneo che, ancora una volta, si è ben messo in evidenza per organizzazione, professionalità e competenze. Il torneo nisseno, entrato nel circuito Challenger 7 anni fa, è per questi motivi ormai un punto fermo per i giocatori, italiani e non, che apprezzano non soltanto il ricco montepremi, ma anche la struttura, la location, il pubblico e l’organizzazione. Proprio per questo abbiamo voluto fare due chiacchiere con il direttore del torneo, Giorgio Giordano.

Innanzitutto voglio farvi i complimenti per il torneo. È la prima volta che vengo e sono rimasto piacevolmente sorpreso da tutto, dall’organizzazione alla location. Anche i giocatori sono contenti di venire e sempre più spesso riuscite ad avere grandi nomi del tennis, come Lorenzi. Davvero complimenti.
Grazie mille, siamo molto contenti di come giri il nome di Caltanissetta per la grande, e forse anche modesta mi viene da dire, organizzazione. Devo dire che i giocatori vengono sempre ben volentieri, forse anche e soprattutto per l’accoglienza che gli diamo, quasi familiare. Per quanto riguarda poi questa edizione, siamo molto soddisfatti per il successo che ha avuto, sia per i giocatori che sono venuti sia per il pubblico. Anche oggi (ieri, ndr) c’è stato il pienone, tanta gente è venuta nel corso della settimana e per fortuna ha assistito a tante belle partite. Siamo anche molto contenti di avere una finale tutta italiana che non soltanto ci favorisce in qualche modo, ma ci inorgoglisce e ci ripaga di tutti i sacrifici fatti. Anche perché non abbiamo mai avuto un vincitore italiano da quando siamo diventati un torneo Challenger, quindi siamo molto contenti di questa finale.

Ecco, probabilmente da quando siete entrati a far parte del circuito Challenger, si potrebbe dire che è cambiata l’immagine di questo torneo. È dal 2009 che ormai siete presenti nel Tour e ogni anno avete migliorato qualcosa. Non soltanto il montepremi, che sicuramente è un incentivo per i giocatori, ma è sempre aumentato il pubblico, gli sponsor e, probabilmente, c’è anche più consapevolezza, da parte vostra, dei vostri punti di forza, delle vostre qualità.

Sì, assolutamente. Questo è un torneo che si è sempre migliorato anno dopo anno. Abbiamo cominciato nel 1999, direi quasi per gioco, quasi una scommessa. Ricordo che Peppino Adamo, l’allora presidente del comitato regionale, ci propose una tappa del circuito Satellite, e noi ci buttammo in quest’avventura. E da allora, anno dopo anno, è sempre stato un crescendo, sia come montepremi, che è sempre aumentato tranne un anno, sia come organizzazione. Abbiamo sempre aggiunto qualcosa per cercare di migliorare il torneo, dall’ospitalità per i giocatori ai servizi per il pubblico.

Proprio per tutti questi motivi, siete uno dei Challenger più importanti d’Italia e l’unico in Sicilia. Quali sono a questo punto i vostri obbiettivi, come vorreste cercare di migliorare ulteriormente un torneo che, già oggi, offre tanto?
La nostra scommessa, il nostro obbiettivo se così si può dire, è per l’anno prossimo di aumentare ancora il montepremi. L’ATP ci ha informati infatti che ha introdotto un Challenger da 125 mila euro per la prossima stagione, e quindi per noi sarebbe una grossissima soddisfazione riuscire ad organizzare un Challenger dallo stesso montepremi.

Bene, la ringrazio per il tempo concessomi e davvero, ancora complimenti per il torneo.
Grazie mille, grazie a lei per essere venuto e per il tempo che ci ha dedicato.

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