Fin da quando Maria Sharapova ha annunciato in una conferenza stampa di esser risultata positiva all’antidoping a causa dell’uso del Mildronate, il n.2 del ranking ATP Andy Murray si è subito schierato dalla parte di chi esigeva che fosse fatta giustizia. “Se venisse chiarito che ha preso delle sostanze dopanti per migliorare il suo rendimento e questo ha dato esito positivo nei test antidoping, allora deve essere sospesa”, aveva affermato esplicitamente Murray.
Alla luce della pesantissima condanna a 2 anni da parte del tribunale della International Tennis Federation (ITF) e in attesa del verdetto della Corte di Arbitrato dello Sport (CAS) sul ricorso, il tennista scozzese non ha per nulla cambiato opinione. “Penso che se si bara, prendendosi vantaggi rispetto agli avversari, e si viene scoperti, allora si deve essere puniti”, ha ribadito il 2 volte campione Slam, “Per quanto tempo lo devono decidere le istituzioni, le corti, gli avvocati eccetera. Il mio punto di vista non è cambiato da marzo”.
Sharapova si è sempre difesa spiegando di non essere consapevole che il meldonium facesse parte della lista delle sostanze proibite. Murray tuttavia non ritiene questa giustificazione adeguata a scagionarla dalle sue colpe. “Non la vedo come una scusa valida”, ha tuonato il 29enne di Dunblane, attualmente impegnato nel torneo del Queen’s, “Se si assume qualunque farmaco è responsabilità dell’atleta controllare che sia legale. Ci possono essere casi particolari in cui ti viene dato qualcosa dal dottore e lui ti dice ‘Questa è una vitamina’ quando in realtà non lo è. In questa circostanza la situazione è un po’ diversa. Ma se si prende un farmaco da soli non c’è assolutamente alcuna ragione per la quale non si dovrebbe sapere se sia nella lista delle sostanze proibite”.
Murray però ha rifiutato di esprimersi sull’eventualità che la collega russa possa partecipare agli imminenti giochi olimpici di Rio. “Non sta a me decidere cosa è appropriato o no”, ha detto il n.1 britannico, “È compito delle istituzioni in questo caso credo sia il CAS che sta esaminando il caso. Loro prenderanno una decisione. Non io. Ma non ho cambiato idea in questi mesi”.