Signori, Wimbledon è questo: pioggia e tanta attesa

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Signori, Wimbledon è questo: pioggia e tanta attesa

È tornato un “must” di Wimbledon: la pioggia. Dodici incontri rimandati, tra cui quello di Fognini. Esordio convincente di Murray, vincono tutti i favoriti

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Ubaldo Scanagatta e Roberto Salerno commentano il day2

Ci avevano avvertiti: dopo le 16 (ora di Greenwich e quale sennò?) non si gioca, a meno di non dotarvi di un tetto. E quindi si sperava che potessero fare in fretta, in modo da farci vedere il ritorno di Fognini, dopo le gioie del matrimonio. Invece niente; programmato nel campo numero 11, il giovane sposo ha dovuto attendere prima Benoit Paire, che ci ha impiegato quasi 4 ore per avere ragione di Franko Skugor, e poi la quarantina di minuti che ci hanno messo Giraldo e Muller per completare il match di ieri. Alle 16.30, con circa mezzora di ritardo rispetto alle previsioni, c’è stato il tempo di prendere posto e poi… tutti sotto il tetto del centrale. Lì stavano per cominciare la loro partita Svetlana Kuznetsova e Caroline Wozniacki, anche lei – come la Giorgi ieri – non troppo fortunato col sorteggio.

Insomma, il torneo non è riuscito a completare il primo turno, ma i big si sono già visti tutti. Perché nel frattempo anche Stan Wawrinka aveva fatto in tempo a chiudere il suo match contro Taylor Fritz, uno che si crede campione, e in fondo questo è un buon primo passo. Oggi il giovane statunitense ha trascinato Stan in due tiebreak, riuscendo a vincerne uno, per poi mollare negli altri due set. Come previsto lo svizzero è tornato “2”, visto che dopo Parigi sembra si siano di molto affievolite le speranze di rivedere “The Man” che aveva disintegrato nientemeno che Djokovic. Adesso sarà bene che cerchi di alzarsi dal lato giusto del letto, perché il prossimo avversario si chiama Juan Martin del Potro, e potrebbe essere una gran partita, nella speranza che il polso dell’argentino regga.

Diverso il discorso che riguarda il favorito numero, Andy Murray, che ha vinto come ci si aspetta da uno che dovremmo ritrovare sullo stesso campo la seconda domenica di luglio. In questo duello a distanza con Djokovic lo scozzese ha prevalso di un game (ne ha persi 9 invece di 10) e non ha corso i pericoli che il serbo ha dovuto rintuzzare ieri nel secondo set. Ma per i primi della classe queste indicazioni sono sempre da prendere con mille pinze, abituati come sono a crescere insieme all’importanza della partita.

L’erba da sempre di assume il compito di ristabilire le vecchie gerarchie. E se è vero che molte partite sono state combattute e piene di pathos – ne abbiamo contato tredici finite al quinto set – è anche vero che i più forti hanno vinto tutti. Nessuna testa di serie eliminata, vittorie molto facili per Tsonga, Troicki e Feliciano Lopez, giusto qualche patema per Kyrgios, che però ha finito di scherzare non appena perso il terzo set. Ha praticamente già vinto Berdych, fermato sul 4 a 1 del quarto set dalla pioggia e anche Zverev stava travolgendo Mahut prima dell’interruzione. Alla fine l’unico in bilico è Bernard Tomic, che domani – speriamo – giocherà il quinto set contro Verdasco.

Per il resto la solita bella partita di Dustin Brown, anche lui costretto al quinto tra ali di folla festanti, e la sconfitta di Klizan. Ma soprattutto il rientro di del Potro. L’argentino non giocava a Church Road dalla semifinale del 2013 persa al quinto contro Djokovic. Il ritorno è stato folgorante, ma il buon Stephane Robert non è proprio un ostacolo insormontabile. COn Wawrinka sarà un’altra storia.

Qui vanno tutti in visibilio per la favola (uff) di Marcus Willis, che domani giocherà contro Federer. Ma anche Albano Olivetti, che è persino dietro in classifica, ha buone possibilità di approdare al secondo turno.

Domani dovrebbe tornare in campo la parte alta del tabellone, quella di Djokovic e Federer, ma ci sono ancora 12 partite da recuperare, chissà come faranno. In ogni caso, si è visto più buon tennis qui in due giorni (quasi) che a Parigi in due settimane. Mica poco.

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