Editoriali del Direttore
Verso un nuovo Williams Show? Serena arriverà in finale, Venus non so
Il tennis invecchia. Finito il tempo delle enfant-prodiges. Kerber, 28 anni, la più giovane semifinalista. Top-ten senza mamme. Quattro papà fra i maschi ma…
Roger Federer è un po’ la… Venus Williams dei maschietti, anche se non ha sofferto un black-out di sei anni per raggiungere le fasi finali di uno Slam.
E anche fra i maschi non è che, salvo il francese Pouille (22 anni compiuti a febbraio), si brilli per gioventù. I vari Kyrgios, Thiem, Dimitrov, Fritz, Goffin (neppur tutti giovanissimi di primo pelo), non si sono dimostrati maturi per il gran salto.
La media anagrafica dei 7 (senza contare Pouille) è sopra i 29 anni. Anche in questo caso, per il tennis maschile, il termometro dice: salute dubbia.
Trionfa l’esperienza. E forse anche il fisico che oggi resiste di più, con tutta la palestra e la fisioterapia cui tutti i professionisti si sottopongono.
Però a me personalmente manca quel ricambio che anno dopo anno il tennis ha sempre offerto, quei giovani, uomini o magari più spesso donne, che spuntavano fra i teenagers o anche appena superata quota 20 anni. Erano novità fresche, con belle storie alle spalle. Interessanti se emergenti. Ma se un giocatore che vediamo dai 18 anni in poi comincia a fare veri risultati soltanto dopo i 25/26 anni, nessuna storia che lo riguardi è più fresca ed eccitante. Talvolta si tratta semplicemente di ricambio generazionale, di inevitabile cambio della guardia perchè i “vecchi” vanno in pensione. Ed è triste, molto più triste dei tempi in cui spuntavano i McEnroe, i Lendl e Noah, i Becker, gli Edberg, i Chang, i Sampras, gli Agassi e in campo femminile bambine come la Graf e la Sabatini, la Capriati, la Seles, la Hingis, la Henin, le Williams. Quanta nostalgia.