WIMBLEDON – Quattro quarti di finale donne, quattro match chiusi in 2 set. Poche emozioni, anche se ci sono stati due tiebreak e in quello fra Shevdova e Venus la kazaka è stata avanti 5 punti a due prima di cedere 5 punti di fila, quattro dei quali abbastanza gratuiti.

Così con gli accoppiamenti per le semifinali Serena Williams-Vesnina (34 anni contro 29) e Kerber-Venus Williams (28 anni contro 36) ritroviamo Venus per la prima volta in semifinale in uno Slam dal 2009, quando poi arrivò in finale per perdere dalla sorella. Anche l’anno prima le due sorelle si erano trovate contro in finale e quella volta aveva vinto Venus: fu una sorpresa, sebbene Venus avesse già vinto Wimbledon quattro volte. Ma sembrava che ormai Serena avesse preso il sopravvento sulla sorella maggiore. Difatti delle otto finali di Slam giocate dalle due sorelle sei ne ha vinte Serena e due soltanto Venus, la prima fra loro all’US Open 2001, e appunto quella di Wimbledon 2008.

Onestamente non vedo come Serena possa perdere dalla Vesnina. E non solo perchè l’ha già battuta 4 volte su 4. Sarà invece molto più dura per Venus superare la Kerber che… invece si augura proprio che la Vesnina batta Serena perchè in caso di suo trionfo a Wimbledon lei diventerebbe n.1 del mondo.

Qui a Wimbledon le due sorelle si sono affrontate in finale già 4 volte e 3 ha vinto Serena (2002-2003-2009).

Il discorso ora è prematuro, semmai ci torno su giovedì sera dopo le semifinali, se la Kerber, che deve essere considerata favorita nei confronti di Venus anche se da lei battuta l’ultima volta (Montreal 2014; nel bilancio la mancina tedesca che risiede in Polonia è avanti 3-2), dovesse perdere.

Semmai noto che si tratta di quattro protagoniste un tantino…datate. La media anagrafica è 29,75, quasi 30 anni insomma.

Non mi pare sia un segno buono per la salute del tennis femminile. Anche se a vincere il torneo dovesse essere Angelique Kerber, la più giovane del lotto con i suoi 28 anni compiuti a gennaio.

Qualcuno ha anche osservato – ma non è una sorpresa – che mentre fra i top-ten maschi ci sono quattro uomini sposati e già genitori, fra le top-ten donne anche di 30 anni e oltre, nessuna ha famiglia. Sono state costrette a sacrificare la propria privata molto più degli uomini, le tenniste. Forse ci si dimentica di tenerne conto, quando si chiede a Flavia Pennetta di non ritirarsi a 33 anni, quando si spinge Roberta Vinci a continuare. E’ vero che oggi si può divenire mamme anche più tardi di una volta, ma insomma non c’è dubbio che portare avanti una carriera dopo una certa età – anche se si tratta di una carriera ben remunerata – comporti notevoli rinunce e sacrifici.

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