Roger Federer non sarà mai un tennista normale

Personaggi

Roger Federer non sarà mai un tennista normale

La rimonta di Roger Federer contro Marin Cilic se l’aspettavano tutti: tranne il pluri-campione di WImbledon che pensa forse di essere un tennista come gli altri

Pubblicato

il

 

Agli inizi degli anni ’70 circolava un film con un titolo in italiano completamente inventato. “Getting Straight” venne trasformato in “L’impossibilità di essere normali” (tradendo decisamente l’approccio del film, ma questa è un’altra storia) e raccontava delle vicende di un insegnante, ex contestatario che cercava in qualche modo di abbandonare le velleità rivoluzionarie del movimento giovanile adottando una posizione più integrata, più riformista, si direbbe oggi, ovviamente sbagliando. Il titolo ebbe in ogni caso una sua vita propria fino a diventare una specie di passepartout per situazioni decisamente differenti da quelle raccontate dal film. In ogni caso il canovaccio in genere viene rispettato: la fase “originale” in aperta contestazione con l’ordine costituito o con le pratiche note; il tentativo di rientrare tra i “normali” rinunciando a pezzi significativi di quello che si era prima, alla ricerca di un ragionevole compromesso; la presa d’atto dell’impossibilità di farlo e il ritorno in una condizione precedente, di aperta anomalia rispetto al contesto dominante.

Non sorprenderà dunque l’aver pensato a tutto questo nel momento in cui Roger Federer si apprestava a difendersi da tre palle break, sotto due set a zero, sul 3 a 3 del terzo set. Vederlo arrancare dietro i colpi, efficaci ma niente di più, di un giocatore che negli anni belli sarebbe stato travolto, aveva l’effetto di far tornare in un colpo solo tutte le considerazioni che in questi anni si sono affrontate mille e mille volte: ma perché questo signore, che per un lustro abbondante è stato talmente tanto un dio da essersi meritato l’invenzione di un diavolo, ha proseguito una carriera – ammirevole per carità – da normale campione di tennis? Perché ha rifiutato il destino degli eroi, che lo sappiamo, muoiono giovani, per questo rientro nella normalità di vittorie e sconfitte di cattive giornate alternate a piccole imprese buone solo a far rimpiangere i tempi che furono? Perché costringeva tutti quanti, lui compreso, ad assistere a questo quarto di finale di Wimbledon in cui un normale ottimo giocatore, vincitore Slam ma insomma, lo prendeva inesorabilmente a pallate, tanto da condurlo ad uno stato molto vicino alla frustrazione? “Ero sempre nei guai. Talmente tanto che andavo a servire pensando che sarei stato nei guai. Mi dicevo ‘Mio Dio, ora c’è la palla break, ora c’è il match point’. L’ho pensato per talmente tanto tempo che mi stavo quasi abituando. Ogni volta che andavo a servire arrivava a 30. Ho salvato ben più che tre match point“.

In quel momento nessuno avrebbe mai pensato che Federer potesse vincere quel match. Nessuno di quelli presenti al centre court, nessuno del suo angolo. E neppure lui. “Onestamente credevo che avrei perso in tre set. Non capivo come potesse essere possibile cambiare l’incontro. Serviva e faceva ace. Serviva e tirava un gran dritto. Serviva e tirava un vincente. Aspettavo solo quando mi avrebbe fatto il break”. Ma l’incursione nella normalità di Federer non è destinata a durare. Quando arrivava il quarto set il centre court cominciava a sperare, a credere in Federer, nel dio che fu e nel dio che è destinato ad essere. Le cose erano cambiate allo stadio e davanti allo schermo. Ma lui no, lui cercava di essere normale. “Cos’è cambiato dopo che ho vinto il terzo set? Niente. Mi sono detto ‘ma guarda, sono ancora nel match’. Forse riuscivo un po’ meglio a leggere il suo servizio. Pensavo al massimo di provare a rimandare le palle dall’altra parte, magari sbagliava. Ma per essere onesto ero al punto di prima“.

Ma c’è stato un momento in cui tutti i dubbi sono stati fugati, che la pretesa di Federer di essere normale e di perdere un normale quarto di finale al torneo di Wimbledon è stata violentemente rigettata. Quando Cilic ha scaraventato in rete il ventesimo punto di un infinito tiebreak, allora tutti, nessuno escluso, hanno pensato, stavolta a ragione, che Federer non avrebbe mai perso quel match. E a nulla varrà il suo tentativo estremo: “Io sono sorpreso, non credevo di arrivare ai quarti senza neanche perdere un set. Non credevo di arrivare in semifinale” perché alla fine Harry Bailey, dopo aver provato a trovarsi una brava fidanzatina borghese, ha trascinato lei nella contestazione.

Ci dispiace Roger, ma arriverà anche per te il momento di rassegnarti: non sarai mai un normale giocatore di tennis.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement