Wimbledon, il programma delle semifinali maschili: apre Federer, chiude Murray

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Wimbledon, il programma delle semifinali maschili: apre Federer, chiude Murray

Ufficializzato l’order of play del day 11 dei Championships. Centre Court dedicato alle semifinali maschili: Roger Federer e Milos Raonic scenderanno in campo per primi, alle 14 italiane. Poi toccherà al padrone di casa Andy Murray, fronteggiato da Tomas Berdych. Sugli altri campi, doppio femminile e nuove promesse

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L’edizione 2016 di Wimbledon è giunta alle fasi conclusive. Con la finale di singolare femminile già delineata, si ripeterà l’alternanza tra uomini e donne e il Centre Court sarà interamente dedicato al tabellone maschile.

In campo alle 13 locali (le 14 italiane) per prima la semifinale della parte alta del tabellone, quella tra Roger Federer a caccia del diciottesimo titolo Slam e Milos Raonic. Stessa sfida della semifinale del 2014, ma John McEnroe spera di aver reso il canadese competitivo a sufficienza da far meglio del triplice 6-4 che il campione svizzero gli inflisse in quella occasione. Sarà poi la volta di Andy Murray, favorito dai bookmakers nonché sospinto dal pubblico di casa. A provare a fermarne l’avanzata verso il titolo sarà Tomas Berdych. Al ceco servirà però un’impresa nel loro primo scontro diretto su erba: Murray ha vinto gli ultimi quattro scontri diretti, lasciandogli appena un set (peraltro al tie-break).

Gli spettatori potranno invece assistere alle semifinali del doppio femminile sul court 1. Dopo aver sconfitto a sorpresa il duo Hingis/Mirza, numero uno del seeding, Timea Babos e Yaroslava Shvedova affronteranno le californiane Raquel Atawo e Abigail Spears. Julia Goerges e Karolina Pliskova, che invece hanno eliminato la coppia numero due del tabellone (Garcia/Mladenovic), attendono le sorelle Williams. Sugli altri campi doppio misto, campioni del passato e del futuro. Da segnalare sul campo 12 la semifinale del torneo per ragazzi tra Stefanos Tsitsipas e Denis Shapovalov.

 

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Un anno fa ci lasciava Gianni Clerici, lo Scriba del tennis

Un anno fa ci lasciava Gianni Clerici, lo scriba del tennis. Il suo ricordo rimane sempre vivo tra gli appassionati

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Gianni Clerici, bacheca delle balette (2014)

Nel mondo del giornalismo il 6 giugno 2022 è rimasto tristemente noto per la scomparsa del giornalista Gianni Clerici, un “poeta del tennis” e non solo. Lo “Scriba” morì a 91 anni nella sua Bellagio dopo aver dedicato un’intera vita al tennis, prima come giocatore, poi come giornalista e scrittore e pure come commentatore televisivo accanto a Rino Tommasi nelle telecronache tennistiche andate in onda su Mediaset, Tele+ e Sky. Assieme a loro, immancabile anche il supporto di Roberto Lombardi e del direttore Ubaldo Scanagatta, che al suo maestro e amico aveva dedicato una ‘Lettera aperta nel giorno dei suoi 90 anni‘.

Nel 2006 Clerici fu inserito nella “International Tennis Hall of Fame”, primo giornalista non anglofono della storia e secondo italiano di sempre dopo Nicola Pietrangeli.

Aveva partecipato a Wimbledon nel 1953 perdendo al primo turno contro lo jugoslavo Stefan Laslo. Per problemi di salute era stato costretto ad abbandonare la carriera di giocatore da numero 5 d’Italia, per poi laurearsi con una tesi in storia della religione romana. La sua carriera giornalistica è cominciata nella redazione de “La Gazzetta dello Sport”, per poi passare a “Il Giorno” e a “La Repubblica”.

 

Tra i tanti libri scritti da Gianni Clerici vanno ricordati “Il grande tennis” (Mondadori, 1978) in cui racconta la storia del tennis italiano sotto la lente della Coppa Davis da De Morpurgo fino a Panatta, “Divina” (Corbaccio, 2002), la biografia della grande campionessa francese Suzanne Lenglen e “Wimbledon” (Mondadori, 2013), storia e raccolta di tutti i suoi articoli pubblicati durante i Championships.

Sono trascorsi 365 giorni dalla sua scomparsa e rimangono i ricordi belli e straordinari dei suoi scritti. Lo ricordiamo anche con il video di Ubaldo Scanagatta in sua memoria, disponibile sul sito di Intesa Sanpaolo a questo link.

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Roland Garros day 10 LIVE: quarti donne, Muchova avanti di un set su Pavlyuchenkova

La diretta scritta di martedì 6 giugno: si aprono i quarti di finale

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Court Suzanne Lenglen con la struttura del tetto - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)


12.35 – Dopo aver vinto il primo set, Muchova sta prendendo il largo. E’ avanti 5-1 nel secondo parziale.

12.08 – SET MUCHOVA – Muchova vince il primo set: 7-5 contro Pavlyuchenkova.

12.03 – Muchova fa il break all’undicesimo gioco e va a servire per il primo set sul 6-5

 

11.42 – Pavlyuchenkova recupera il break, siamo 3-3 nel primo set

11.19 – Muchova è avanti di un break: 2-1 e servizio

11.00 – Sul Court Philippe Chatrier stanno scendendo in campo Muchova e Pavlyuchenkova per il primo quarto di finale femminile.

Cari appassionati e appassionate di tennis, benvenuti alla diretta scritta di questo martedì 6 giugno dal Roland Garros 2023. Con oggi si aprono i quarti di finale dei tabelloni di singolare maschile e femminile. Il programma si apre alle 11 sullo Chatrier con il duello tra Muchova e Pavlyuchenkova.

QUI IL PROGRAMMA DI MARTEDI’ 6 GIUGNO

QUI L’EDITORIALE DI UBALDO SCANAGATTA: Roland Garros – Il dubbio è: Djokovic è sempre lui o no? Se lo è la probabile semifinale Djokovic-Alcaraz sembrerà una finale anticipata

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Roland Garros: Miyu Kato, squalificata nel doppio femminile, gioca e vince nel misto. Ma piange in conferenza stampa. E Sorribes Tormo…

La giapponese abbandona in lacrime la conferenza stampa. Sorribes Tormo: “io e Bouzkova non abbiamo fatto nulla di male”

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Quanto occorso domenica 4 giugno alla coppia Kato-Sutjiadi, che è stata come è noto squalificata dal torneo di doppio femminile del Roland Garros a causa di una pallina che, colpita dalla giapponese, ha accidentalmente centrato una raccattapalle alla testa, tiene banco anche nelle ultime ore attraverso le dichiarazioni (o i silenzi) di alcune delle protagoniste.

Il caso è stato senza dubbio controverso soprattutto perché è parso subito chiaro che nell’atteggiamento dell’atleta asiatica non sussistessero violenza o nervosismo, né il punteggio ne suggeriva i presupposti. Si è trattato in sostanza di un momento sfortunato, così come a volte per fortuna da un gesto dettato da nervosismo non succede nulla di grave (ricordiamo anche la pallata di Tsitsipas, esasperato dai trick di Kyrgios durante lo scorso Wimbledon).

Accade così che alla mortificata Miyu Kato venga concesso lunedì di giocare nel doppio misto, torneo dove è in corsa in coppia con il tedesco Tim Puetz. I due, opposti nei quarti di finale al duo brasiliano Stefani-Matos, hanno per la cronaca guadagnato l’accesso alle semifinali con un successo in due set per 7-6 6-2.

 

Durante la conferenza stampa di prassi, mentre il tedesco stava parlando del match vinto, Kato, sicuramente non abituata a tante attenzioni e su un caso così negativo per lei, ha cominciato a piangere e ha abbandonato la sala senza profferire verbo.

Passando alla coppia femminile che ha beneficiato del default, Sara Sorribes Tormo è stata sollecitata sull’argomento dopo il suo match di singolare perso con Haddad Maia e ha risposto laconicamente: “è sicuramente stata una situazione spiacevole. Anche per me e per Marie Bouzkova e stata dura sentire tutto quello che è stato detto. L’unica cosa che noi abbiamo fatto è stato andare dal giudice arbitro e spiegargli cosa era successo.

Poi abbiamo detto che la ragazza stava piangendo e che noi eravamo spaventate. La ragazza non aveva visto la pallina arrivare. Per il resto ha deciso tutto il supervisor, noi non abbiamo fatto nulla di male, è l’unica cosa che posso dire su quanto accaduto”. Sorribes Tormo e Bouzkova avevano avuto l’atteggiamento di chi sollecitava arbitro e supervisor a prendere la decisione di assegnare loro il match a tavolino e questo ha fatto sì che sui social abbiano ricevuto offese e attacchi di ogni tipo.

In ogni caso, la presenza di Kato nel torneo di doppio misto ci fa pensare a una soluzione intermedia che riconosce delle attenuanti alla tennista giapponese e forse implicitamente individua qualche responsabilità in carico al giudice di sedia, che non si è accorto dell’accaduto e non si è sincerato delle condizioni del raccattapalle.

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