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Olimpiadi & Altri sport

Rio 2016: Andy Murray è due volte medaglia d’oro, del Potro ha il cuore del campione

Andy Murray bissa il successo di Londra 2012, piegando la resistenza di uno stoico Juan Martin del Potro che si arrende in 4 set dopo altrettante ore di gioco. Per lo scozzese altra dimostrazione di forza dopo il successo a Wimbledon. L'argentino, stremato a fine match, festeggia comunque una straordinaria medaglia d'argento

Last updated: 15/08/2016 12:20
By Ubaldo Scanagatta Published 15/08/2016
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24 Min Read

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Che Murray sia un sadico? O un masochista? O tutte e due le cose. Quattro break in quattro games!

Finchè finalmente Murray tiene la battuta a 15 e passa a condurre anche in questo set per 3-2. Delpo ormai prova colpi disperati, gioca a sparafucile, ma le gambe non ci sono più e il massaggiatore che arriva sul campo dovrebbe fare miracoli…cui non credo. Ci vuole altro! (non sto suggerendo nulla di illecito eh, a scanso di equivoci).

Non è stato solo questo torneo, ma soprattutto la lunga assenza dai campi e dalle gare a impedire a Delpo di avere una condizione sufficiente per giocare un match sulla distanza dei tre set su cinque e contro un avversario tosto e preparato come Murray, anche se l’orgoglio del campione argentino è davvero smisurato. Anche quando corre dopo il cambio di campo fingendosi fresco. Intanto Murray, certo consapevole del bluff, ha cominciato a giocargli qualche drop-shot in più.

Ma fa anche il doppio fallo n.6 prima di cacciare un dritto in rete e di offrire 2 palle break per il 4-3 a Delpo. Non mi pare possibile! Gioca la terza palla corta in pochi punti e stavolta Delpo intuisce, ci arriva, costringe Murray al lob difensivo che è troppo corto: insieme a Delpo schiacciano quella palla un migliaio di argentini! Break e 4-3 per lui.

I fans in maglietta biancoceleste commettono l’ingenuità di gridare “Argentina, Argentina!”, un affronto che i brasiliani – e non solo gli inglesi “nemici” dai tempi delle Falklands-Malvinas -non possono mandar giù. Fischi a tutta randa allora.

Murray continua a comportarsi da benefattore, da 0-30 a 30 pari, poi 40.30 e pallagame per il 5-3. Fa quasi venire il dubbio, mentre Delpo si presenta a rete a cogliere il 5-3, che Andy sia stanco anche lui. Però non è sudato, quando c’è da correre corre, si sposta sul dritto dopo gli scambi di rovescio appena Delpo accorcia, insomma non sembra in crisi atletica o di fiato, ma semmai di testa. Nella sua testa però non ci sono. Tiene la battuta ma sembra anche lui meno carico di adrenalina rispetto al suo solito.

Delpo va a  servire per conquistare il quinto set dopo 3 h e 34 m. Che lotta, ragazzi! (non interessa di certo ma anch’io lotto con la connessione internet che mi salta continuamente. Un vero stress…nemmeno mi chiamassi Juan Martin oppure Andy. Che almeno una medaglia al collo ce l’hanno di sicuro, anche se non si sa di quale metallo).

“Let’s g Andy, let’s go” gridano e cantano i fans britannici di Andy sullo 0-30 quando serve per il set Juan Martin. Tre drittoni pazzeschi, recuperi non meno pazzeschi di Andy, due smash di Delpo, e 15-30, ma il lungolinea del rovescio dello scozzese è letale per chi lascia scoperto il fianco destro. Delpo salva la prima pallabreak e la seconda è un gradito regalo di Andy che non può più nemmeno imprecare se non vuole essere ammonito. Il punto successivo è allucinante. Non so quanti scambi: 30? Di più? Delpotro lo perde, quasi crollando sulla rete dove lo ha attirato lo scozzese con l’ennesima palla corta, mentre Andy fa fatica ad alzare perfino il pugno anche se ha conquistato la palla-break del 5 pari. Lì il mostruoso – per orgoglio – Del Potro trova un servizio vincente! Ma Murray ne riconquista un’altra e stavolta la trasforma mentre l’argentino quasi cade mentre viene avanti. E’ una lotta ciclopica, adesso tutt’altro che noiosa, appassionante, incredibile.La gente è eccitatissima.

Cinque pari e Delpo tira una bordata sulla riga che lo avrebbe portato sul 40-0 ma un giudice di linea la chiama fuori, si rigioca il punto, lo vince Murray, 30-15 e tutto mi aspetto fuorchè Delpo infili con uno splendido passante di rovescio bimane e coperto Murray che aveva attaccato bene. E’ pallabreak, quasi un mini setpoint. Andy, formidabile guerriero anche lui, lo salva con un ace seguito da un altro e cambia campo sul 6-5,dopo 3 ore e 53 minuti.

Delpo meriterebbe quantomeno di raggiungere il tiebreak in questo set in cui è stato avanti 5-3.

Se il match finisse al quinto sarebbe in discussione il record della finale di Barcellona 1992 vinta dallo svizzero Marc Rosset su Jordi “Medalla” Arrese 9-7 al quinto.Durò 5 ore  e 3 minuti!

Delpo serve sul 40-30 una gran botta. Ma Murray raggiunge in 40 pari. Due tifosi esagitati argentini vengono buttati fuori e fuori finisce anche uno splendido dritto cross di Delpo: è matchpoint quando scoccano le 4 ore. Ma Murray sbaglia la risposta di rovescio in rete: 40-40. In rete anche il  successivo rovescio di Delpo e secondo matchpoint. Un abbraccio interminabile fra due grandi campioni, un’incredibile battaglia. Murray non ce la fa nemmeno ad esultare, gli argentini cantano “Delpo, Delpo!”, Ady Murray con la testa nell’asciugamano piange singhiozzando…lo si intravede da come si scuotono le vene del collo. E’ durata 4 ore e 2 minuti. Murray avrebbe dovuto chiuderla molto prima, ma è stata bella così.

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TAGGED:Andy MurrayJuan Martin Del PotroOlimpiadi Rio 2016
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