[15] Ka. Pliskova b. [4] G. Muguruza 6-1 6-3

In un’ora di gioco la ceca Pliskova liquida 6-1 6-3 la spagnola Muguruza e centra la finale del WTA di Cincinnati, un risultato ottenuto al termine di una prestazione straordinaria, in cui Karolina ha dimostrato di poter elevare sensibilmente il suo livello di gioco. Molto male l’iberica Muguruza, che è sembrata del tutto spaesata e priva di grinta, non riuscendo nemmeno a raccogliere l’opportunità avuta nel secondo parziale, quando avanti di un break ha subito il sorpasso della volitiva Pliskova.

Garbine deve assolutamente sistemare il suo tennis, se vuole tornare quella giocatrice che solo qualche mese fa ha vinto, contro Serena Williams, il Roland Garros. Da quella vittoria ci sono state sconfitte evitabili, molto grave per il modo, quella contro la portoricana Puig alle Olimpiadi di Rio. Karolina, che un anno fa è stata n.7 del mondo, deve ora trovare continuità di risultati e finalmente un exploit negli Slam, perché con le sue caratteristiche tecniche non può assolutamente accontentarsi di piazzamenti nelle retrovie.

L’inizio della spagnola è stato incerto, perché, complice qualche errore di diritto banale, subisce il break ed è quindi costretta a rincorrere. Pliskova in questo torneo ha dimostrato che con la battuta può fare la differenza (ha messo a referto prima della semifinale 35 ace), ma è da fondo che sorprende, in quanto comanda le operazioni ed alla prima opportunità affonda i colpi. Garbine ha una reazione immediata, ma dal 15-40 smarrisce il rovescio e la ceca conferma il vantaggio e si porta sul 3-1.Il vento soffia insistente sul centrale di Cincinnati, l’iberica è disastrosa, infatti con un doppio fallo perde nuovamente il servizio, e praticamente il set. Karolina, senza far nulla di straordinario, domina incontrastata. I gratuiti della n. 3 del mondo sono copiosi, ma è l’atteggiamento complessivo della spagnola che preoccupa, infatti appare sfiduciata ed incredula del suo rendimento. Il settimo game è la fotografia perfetta del set, perché Muguruza dal 30-0 commette due doppi falli consecutivi e subisce l’ennesimo break. Un vortice di errori clamorosi, del tutto imprevisti considerando che l’arsenale tecnico a disposizione della spagnola è vario. Pliskova ha un solo piano tattico, servire bene e tenere la palla in campo, perché al resto pensa la sua avversaria. Dritti fuori di metri, rovesci nel centro della rete e assenza totale del servizio, una combinazione letale che porta ad uno score severo ma giusto.

Il 6-1 è netto e senza appello, Muguruza chiama il coach per scuotersi e qualche miglioramento sostanziale nel suo gioco c’è, infatti, un quinto gioco lottato, produce il break, il primo del match, a favore della spagnola. Tuttavia Garbine manca di continuità, è disorientata e sorpresa dalla violenza dei colpi della sua avversaria, che due traccianti conquista il controbreak. Si gioca a strappi, ma è sempre Garbine a subire, infatti c’è l’ennesimo pasticcio di diritto che manda Pliskova sul 5-3. La tensione è palpabile, la ceca è consapevole di essere ad un passo dalla finale e, senza tentennamenti, chiude le ostilità sul 6-3 e ridimensiona la spagnola, che ha dimostrato di essere ancora fragile e non del tutto pronta ad ereditare il trono di Serena Williams.

Risultati:

[15] Ka. Pliskova b. [4] G. Muguruza 6-1 6-3
[2] A. Kerber b. [3] S. Halep 6-3 6-4

WTA Cincinnati: Kerber in finale, solo la Pliskova tra lei e il numero 1