NEW YORK. Tra i giocatori che hanno vinto almeno una volta tutti i quattro Major, completando il Career Grand Slam, il primo è stato Rod Laver, poi seguito nell’ordine da Andre Agassi, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic.
La corsa di Andre Agassi verso il Career Grand Slam era partita con il trionfo a Wimbledon ’92 e si è conclusa con la vittoria del Roland Garros ’99. Lavazza, che lavora come sponsor del mondo della racchetta da diversi anni (tra i maggiori tornei di cui è sponsor, oltre agli Slam, figurano Indian Wells, Stoccarda e Toronto) ha completato il suo personale Career Grand Slam nel 2015, diventando l’unico brand di cibo e bevande ad essere partner di tutti e quattro gli Slam. Tra i tanti testimonial che l’azienda nata a Torino nel 1895, sesta produttrice di caffè al mondo, poteva scegliere, la scelta di Andre Agassi non è casuale, visto che tra i tanti piaceri che nella sua vita si è concesso il campione americano non manca il caffè italiano.
Oggi Lavazza ha annunciato i dettagli di una nuova collaborazione con il campione di 8 Slam. Il ruolo di testimonial sarà ufficialmente dell’ex kid di Las Vegas nella serata americana a Flushing Meadows con un evento speciale, anticipato da diversi eventi pubblicitari a partire dal mattino a Manhattan.
Andre Agassi è stato scelto ovviamente anche per essere stato uno dei più grandi protagonisti del tennis mondiale, con un palmares che oltre ai già citati 8 Slam annovera 60 titoli ATP: è stato inoltre n.1 del mondo in sei differenti periodi. Oltre a ciò, non va dimenticato l’oro olimpico ad Atlanta ’96, che gli ha permesso con la vittoria di tutti i titoli dello Slam di chiudere la carriera col Golden Slam.
Il Vicepresidente di Lavazza, Marco Lavazza, ha affermato: “Siamo orgogliosi di avere Andre come nostro testimonial, la nostra collaborazione partirà Martedì 30 Agosto con l’inaugurazione della campagna ‘I’m back’“.
Dal canto suo, Agassi ha commentato: “Nella mia autobiografia ho parlato del mio amore a vita per il caffè italiano che gusto da decenni, per cui è stato per me naturale diventare testimonial Lavazza”.
L’iniziativa “I’m back”, decisamente molto all’americana…
Per il lancio della partnership, Lavazza ha ideato una campagna squisitamente in stile stars&stripes: dopo alcune pubblicità partite nei giorni scorsi sui social media, il messaggio è stato amplificato con una serie di sagome-icona dell’Agassi versione anni ’80, adornate con tanto di fascia rosa di luce al neon, in giro per New York. Infine, questa mattina 150 “cloni” dello stesso kid di Las Vegas degli Anni ’80 correranno all’impazzata per le vie di Manhattan, intrattenendo gli appassionati presenti in città per gli US Open, allo scopo di creare il clima ideale per l’apparizione del vero Agassi stasera al torneo. Tra il primo e il secondo match della sessione serale, tutti gli “Agassi Anni 80” si ritroveranno in uno spettacolo dentro l’Arthur Ashe, dando ufficialmente il benvenuto ad Andre Agassi agli Open dopo di 10 anni dall’ultima apparizione da giocatore nel 2006.
Dieci anni fa il rivale storico di Pete Sampras diede il suo addio al tennis proprio qui a Flushing Meadows. Il re del tennis d’anticipo e Lavazza sono ormai due marchi internazionali e si sono uniti anche per uno scopo benefico, a partire proprio dagli US Open 2016. Quest’anno, per ogni caffè venduto ad uno dei due stand della Lavazza presenti nell’impianto, l’azienda donerà un dollaro alla Usta Foundation per aiutare l’Andre Agassi Foundation for Education, che è dedicata a trasformare l’educazione pubblica e creare opportunità per i bambini. I fondi raccolti verranno specificamente assegnati al programma “Summer of a Lifetime” della Andre Agassi College Preparatory Academy School in Nevada (con più di 1200 studenti) e saranno destinati anche all’assistenza finanziaria per le lezioni del college.
L’Andre Agassi Foundation for Education
La fondazione prova a migliorare l’educazione pubblica in due modi. Attraverso l’Andre Agassi College Preparatory Accademy, lavora per assicurare ai bambini sfortunati di Las Vegas una scuola che li segua sino ai 12 anni per prepararli ad eccellere nei college. Oltre a questo, la Fondazione prova ad accrescere gli investimenti per le scuole pubbliche.
Da New York, Ferruccio Roberti e Ruggero Canevazzi