US Open interviste, Keys: "Sono una combattente che non si arrende mai"

Interviste

US Open interviste, Keys: “Sono una combattente che non si arrende mai”

US Open terzo turno, interviste: [8] M. Keys b N. Osaka 7-5 4-6 7-6. L’intervista del dopo partita a Madison Keys

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Una grande vittoria. Dopo oggi e lunedì inizio a pensare che ti piaccia vivere sul filo del rasoio. Come hai fatto a restare calma e sicura ed a rimontare dall’1-5 dell’ultimo set?
Questi non sono certamente i match più divertenti, ma sapevo che se restavo nel match avrei avuto la chance di rimontare e rientrare in partita. Non importa il punteggio, stavo sempre cercando di rientrare nel match. Una volta che ho ripreso il filo del discorso mi sono sentita di nuovo padrona del mio gioco. A quel punto sapevo di dover crescere oppure andare a casa

All’inizio del terzo set stavi davvero lottando con le tue risposte. Ne hai sbagliate alcune. Poi è sembrato che qualcosa fosse scattato dentro di te e hai iniziato a colpire la palla più veloce. È stato intenzionale oppure dovuto all’adrenalina? Il rifiuto di perdere? Cosa pensi sia successo?
Un po’ di entrambe le cose. All’inizio del set ovviamente non avevo il ritmo giusto. Non rispondevo bene. Arrivi al punto in cui ci riesci oppure perdi. Ho fatto un passo indietro e l’ho fatta giocare. Una volta fatto questo ho ripreso fiducia ed ho iniziato a giocare meglio

Parlando di gioco a rete, 1-5, 0-15, ti sei lanciata a rete e hai giocato quelle due volée. Sembrava follia in quel momento ma con il senno di poi è sembrato quello il punto di svolta del match e tu hai iniziato a farti sotto. Cosa pensavi mentre colpivi quelle due volée?
Ho pensato che lei avesse giocato un colpo per farmi venire a rete. A quel punto si trattava di buttarla di là, tutto qui. Quando è successo mi sono sentita elettrizzata. Mi ha aiutato molto.

Quando lei si è trovata a due punti dalla vittoria, cosa pensavi mentre il tuo colpo oltrepassava la rete?
Il pensiero principale era se avrei chiamato o meno il challenger su quel colpo perché ritenevo fosse fuori. Poi, non appena l’ho vista colpire la volée ho pensato qualcosa del tipo “per favore vai sulla palla o vai fuori.”  

Come sai il tennis è brutale. Tu stessa hai sofferto dure sconfitte. Lei ha solo 18 anni. In tutto e per tutto una deliziosa giovane giocatrice. Cosa le diresti affinché non si scoraggi, affinché si tiri su?
Penso abbia giocato davvero bene. Alla fine del match si è trattato di una questione di maggior esperienza, essendo stata in simili situazioni ed avendo subito dure sconfitte. Succede. Ti rende più forte. Devi mettere da parte il pensiero ed usarlo come combustibile per tornare sul campo e cercare di fare meglio.

Ti sei allenata con Naomi Osaka. Quanto hai appreso in più di lei giocandoci contro in partita e credi che nei prossimi anni ci giocherai spesso contro?
Sicuramente sì. Mi sono allenata con lei per circa un’ora. Così non la conoscevo molto, ma vedendo oggi come gioca… ha un grande servizio ed un grande diritto. È molto aggressiva e mi piace come gioca. Così sono certa che la vedremo ancora in giro. È una straordinaria combattente, perché a metà del secondo set avrebbe potuto mollare e non l’ha fatto.

Primo turno: due punti dalla sconfitta. Oggi: due punti dalla sconfitta. Sei agli ottavi. Cosa ti porti a casa da una prima settimana in cui hai fatto venire a tutti degli attacchi cardiaci?
La prima cosa è che non mi arrendo mai e combatto sino alla fine. È una cosa di cui mi congratulo. Ma anche devo sedermi e lavorare su alcuni punti del gioco per il prossimo round perché non voglio ritrovarmi a due punti dalla sconfitta. Desidero davvero cercare di vincere partite in due set.

Sarà il tuo primo incontro con Caroline Wozniacki. Come ti sembra da avversaria?
La conosco da un po’. Non credo che ci siamo mai allenate insieme o cose simili, ma ovviamente è una grande giocatrice. Le piace giocare all’US Open. Ha fatto bene qui. Sarà dura. È sempre interessante una volta che sei arrivata al quarto turno, perché tutte hanno vinto degli incontri e si sentono sicure di sé.

La tua carriera sta andando benissimo. Senti nelle tue viscere che sei pronta per alzare il trofeo qui nella finale di sabato?
Ci ho lavorato davvero tanto e sono qui per questa ragione. Però non è questo il modo in cui mi concentro sulle cose. Sono più preoccupata per il match di quarto turno contro Caroline domenica prossima. Non guardo più in là

Quando hanno chiesto a Serena Williams i nomi degli astri nascenti americani, ha fatto per primo il tuo nome. Molti pensano che tu sarai la prossima superstar per le donne americane. Che ne pensi?
Penso sia molto gentile da parte sua averlo detto (risate). È sempre bello sentirla dire certe cose. Più di tutto, mi fa venire la voglia di continuare a lavorare e cercare di dare il meglio di me. Perché se qualcuno che è stato numero 1 al mondo per così tanto tempo dice una cosa simile su di me, mi fa dare il meglio per essere all’altezza di tale considerazione e fare tutto ciò che posso per mettermi in buona posizione.

Indipendentemente da ciò che succederà finirai la stagione dei Grandi Slam avendo raggiunto sempre la seconda settimana. Che cosa di questo fatto ti rende più orgogliosa?
Semplicemente che era il mio obiettivo essere più solida e raggiungere le seconde settimane. Così tante volte ci ero andata vicina pur avendo lavorato così tanto. Tutte le mattine in cui non volevo svegliarmi alle 6:15 per allenarmi, quelli sono i momenti in cui sento che averli superati ed avere fatto degli ottimi allenamenti mi ha fatto arrivare a questo punto. Per quanto detesti farlo, probabilmente continuerò a farlo

Cosa fai per rilassarti un po’?
Ultimamente, dormo molto e guardo film (risate). Mi piace andare a spasso con gli amici e con la mia famiglia. Mi piace cucinare, cosa difficile da fare in trasferta. Così, quando sono a casa sono costantemente in cucina

Traduzione di Roberto Ferri

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