US Open interviste, Monfils: "Mi diverto ancora moltissimo a giocare a tennis"

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US Open interviste, Monfils: “Mi diverto ancora moltissimo a giocare a tennis”

US Open quarti di finale, interviste: [10] G. Monfils b. [24] L. Pouille 6-4 6-3 6-3. L’intervista del dopo partita a Gael Monfils

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Sei contento di come hai giocato e vinto? Tre set sono sempre una buona cosa.
Sì sono contento della mia prestazione. È difficile giocare i quarti contro un francese. L’ho gestita bene mentalmente e tennisticamente. Sono felice di ciò e del livello a cui sono. Ho visto cose nuove ed ottime oggi. Mi pare di aver detto alla stampa francese che potevo servire più forte. Oggi l’ho fatto e mi muovevo anche bene. Sono molto felice.

A volte sembra che tu giochi per divertire il pubblico; colpi spettacolari. Oggi invece hai giocato un match di concentrazione, intelligente, preciso e controllato. È così?
Io non faccio mai quei colpi per divertire, sapete. Se oggi faccio cadere la racchetta e faccio una scivolata dite che lo faccio per il pubblico. Qualcuno mi ha detto qualcosa a proposito dei lacci delle scarpe nella partita contro Baghdatis, una vittoria netta. È stato un solo punto in una partita perfetta. Oppure faccio un colpo un po’ strano dite che sono uno showman. Quindi, con tutto il rispetto, siete voi che montate la cosa. Oggi non l’ho fatto ma Lucas ha fatto due bei tweener. Non penso direte che l’ha fatto per divertire.

Hai trent’anni. La tua filosofia è cambiata a tale proposito? Sarai più prudente riguardo al tuo corpo?
Non proprio. Sono molto dotato geneticamente. L’unica differenza rispetto a prima è il recupero che è un po’ più lento, Credo. Se non è così, mi sento anche più forte di prima, sapete.

Se dovessi affrontare Novak, cosa rappresenterebbe per te quell’incontro e da cosa dipenderà l’esito?
Ho una seconda opportunità di giungere ad una finale dello Slam e di batterlo per la prima volta. Battere il numero 1 del mondo.

Ti stai divertendo?
Sempre. Non importa se quest’anno sembro più serio. Io gioco a tennis perché mi diverto e amo lo sport. Altrimenti non mi sveglierei ogni mattina per allenarmi, perché molti pensano che fare salti o colpi difficili sia un dono. Anche, ma è pure tanto lavoro. Non dico che lavoro sui colpi ad effetto, ma fisicamente sono uno dei migliori. E per fare certe cose devi essere in gran forma. Se non mi divertissi più sicuramente mi ritirerei.

Novak potrebbe avere un incontro duro contro Tsonga questa sera, ma sino ad ora ha avuto un US Open facile. È importante per i migliori giocatori essere impegnati da subito, oppure non ha importanza per te?
Per lui non ha importanza. Ha una grandissima sicurezza di sé da anni. Non credo necessiti di molti incontri per sentire il suo miglior tennis. Ma ognuno è diverso. Io non ho bisogno di molto tennis per essere in fiducia. Per me dipende più dall’essere al 100% fisicamente a posto per affrontare partite dure.

Hai accennato al match di due anni fa contro Roger. E delle chance che hai avuto. E’ una cosa che ti è restata addosso? Ci hai pensato a lungo dopo?
Non molto. La verità è che mi divertii e giocai uno dei migliori match della mia vita. È sempre bello giocare contro Roger. Anche se hai dei match point; succede nella vita. Ho dato il mio meglio. Quando hai opportunità te le giochi ed oggi mi sono rifatto giungendo in semifinale. Ho atteso due anni.

Se in semifinale invece di Novak dovessi affrontare Tsonga, quale credi potrebbe essere la chiave del match. Inoltre da quanto vi conoscete e come sarebbe affrontarlo in una semifinale di un torneo dello Slam?
Sarebbe un grandissimo sogno. Un sogno. Sicuramente sarebbe meglio in finale, ma la semifinale è  sufficiente. Non è un buon amico: è uno dei miei migliori amici. È un fratello. Qualcuno con cui sono cresciuto. Qualcuno a cui guardare quando ero giovane perché lui è leggermente più anziano. Siamo passati del centro Federale. Era più forte di noi ed ha fatto prima i Futures ed il resto. Cercavamo sempre di allenarci con Jo. Ci siamo ritrovati insieme nel tour, a giocare la Davis, ad andare a Rio. Ci siamo divertiti da quando avevamo 10, 11 anni. È stato grande. Sarebbe straordinario avere  un premio e giocarci contro la semifinale tra due giorni.

Sei stato molto solido quest’anno. Mi chiedo quale sia la chiave, la salute? Forse la fiducia ti sta aiutando?
La salute è stata un problema per tutta la mia carriera ed ora è stabile. Lavoro in maniera diversa. Mi aiuta molto ad essere più forte.

Hai detto che Novak è uno dei più grandi giocatori di sempre, forse il più grande. Che cosa ammiri di più di lui?
La sua solidità, il suo gioco il modo in cui colpisce pulito la palla. Mi viene difficile ricordare un incontro in cui non colpiva bene la palla. Forse uno o due all’anno. È sorprendente. Il modo in cui gestisce ogni tipo di tattica. Penso che adesso sia il migliore. Un grande campione.

Quanto è importante per te avere un coach. Come è il tuo rapporto con il tuo allenatore? Che tipo è?
Per me è importante perché ho bisogno di essere un po’ guidato. Ho molte cose nel mio tennis, quindi a volte voglio difendere, altre attaccare, andare a rete. Posso fare quelle cose da solo, ma è più facile quando qualcuno ti guida e ti aiuta a trovare la giusta direzione. Penso che Mikael (Tillstrom ndt) lo faccia piuttosto bene.

Traduzione di Roberto Ferri

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