US Open interviste, S. Williams: "Non ero affatto stanca per il match di ieri"

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US Open interviste, S. Williams: “Non ero affatto stanca per il match di ieri”

US Open semifinali, interviste: [10] K. Pliskova b. [1] S. Williams 6-2 7-6(5). L’intervista del dopo partita a Serena Williams.

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Hai incontrato un’avversaria difficile questa sera. Che cosa non è andato per il verso giusto?
Non molte cose sono andate bene oggi. Ho fatto un sacco di errori e non ho giocato bene come avevo fatto sino ad ora.

In TV Chris Evert ha detto che ti ha visto un po’ stanca per il match di ieri. Non ti muovevi e non mettevi la racchetta nella giusta posizione. Te ne sei accorta?
Non lo ripeto più: non ero stanca per il match di ieri. Sono una professionista in attività da più di 20 anni. Se non fossi in grado di giocare dopo 24 ore non sarei nel circuito. Quindi, non ero stanca per niente. Non è stato un incontro di 5 ore. Mi sono allenata tre ore, quindi non è stata quella gran cosa.

Non eri stanca ma forse infortunata? Ti faceva male il ginocchio oppure la gamba sinistra?
Sì, avevo dei seri problemi al ginocchio sinistro. Nulla a che fare con la fatica. Non ero stanca per niente. Lo fossi dovrei iniziare una nuova attività.

Come ti ha condizionato la gamba?
Non potevo muovermi come desideravo. Quando sei infortunato pensi ad altro mentre dovresti solamente giocare e pensare ai tuoi colpi. Avevo la testa un po’ per aria. Ma è andata così.

 Quando ti sei fatta male?
Al secondo o terzo turno, non so. Credo al secondo.

Il tuo allenatore ha dato la colpa della sconfitta al ginocchio. Credi abbia davvero ostacolato i tuoi movimenti? Non stai minimizzando un po’?
Non minimizzo niente. Karoline ha giocato alla grande. Se non lo avesse fatto forse oggi avrei avuto una possibilità. Penso di non aver giocato al 100% ma anche che lei abbia giocato bene e meritato la vittoria.

Ti ha sorpreso la sua compostezza nel match, incluso il tiebreak?
No. E’ nel circuito da anni ed ha ottenuto ottimi successi. Lo scorso anno stava andando bene ed è stata vicina a molte finali e forse questo era l’anno giusto per lei, almeno qui all’Open.

Avete parlato del suo gioco con Venus avendola già incontrata, vuoi dirci che cosa ti ha suggerito?
Sì ne abbiamo parlato e no, non voglio dirvelo (ride).

Venus sul campo disse che la chiave della sua vittoria era stato il suo servizio. Sei d’accordo?
Sì, completamente. Ha servito bene questa sera e questo è stato un fattore decisivo.

Senti di essere stata abbandonata dal servizio questa sera?
Questo è stato un fattore negativo. Non credo mi abbia abbandonato ma solo che non ho servito bene. Avrei potuto servire meglio, ma questo è il bello dello sport. Puoi sempre fare meglio.

Apprezzo molto il tuo fair-play, ma anche se dici che non ha influito, giochi per la ESPN alle 19 e poi devi fare un incontro il giorno dopo. Questo mi ricorda che la CBS paga un sacco di soldi ed il Super Sabato. Dicci se pensi che sia giusto oppure no giocare quarti di finale e semifinale un giorno dopo l’altro indipendentemente dal fatto che sia stato condizionante per la partita.
Onestamente non lo penso e non posso non essere d’accordo con te. Come può non essere ingiusto. Giochiamo tutte le settimane. A Toronto, Montreal, Cincinnati ho giocato mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. Se non fossi abituata a giocare così, allora dovrei pensare a fare altro. Non mi siederò qui a cercare scuse. Non è da me. Essendo una professionista, se non riesco a recuperare allora è finita. Ma non è così. Stavo bene. La sconfitta non ha a che fare con la programmazione. E’ ciò che facciamo ogni settimana.  

Ma nei tornei degli Slam si gioca ogni due giorni.
Non al Roland Garros. Ho giocato 9 giorni di fila (ride).

Fai un confronto tra il suo servizio e quelli che hai dovuto fronteggiare in questi anni? Cosa lo rende così efficace?
Poiché è così alta la palla rimbalza molto. Io sono più bassa ed il servizio è più radente il campo. Il suo sale di più. Ecco la differenza.

Ovviamente avresti voluto vincere il torneo. Di cosa sei più orgogliosa di questi ultimi 10 giorni all’US Open?
Non lo so. Sono una perfezionista ed amo vincere. Ecco quando mi sento più orgogliosa. Credo di poter essere orgogliosa dell’atteggiamento prevalentemente positivo che ho avuto dal secondo turno in poi.

Traduzione di Roberto Ferri

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