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ATP Tokyo: a Kyrgios basta poco, Goffin cresce alla distanza
Martedì ricco di match per gli spettatori del Rakuten Japan Open (ATP 500). Nick Kyrgios e David Goffin vincono con identico punteggio due partite assai diverse, successi anche per Gael Monfils, Janko Tipsarevic, Gilles Simon e Marcos Baghdatis

Seconda giornata del Rakuten Japan Open, ben undici incontri divisi tra i campi centrale, 1 e 4 che vanno quasi a completare il puzzle del primo turno (manca ancora la sfida tra la testa di serie numero tre Tomas Berdych e Gilles Muller, prevista per domani).
Il programma dell’ATP 500 nipponico si apre con la sfida tra pesi piuma Goffin-Nishioka, alla quale, vista la presenza di un tennista di casa, viene dedicato il court principale. Scambio di break in avvio, nonostante il livello superiore il belga non riesce a dettare il ritmo e sbaglia molto, ritrovandosi addirittura indietro di un secondo break (saranno cinque nel solo primo set). Nishioka è bravo ad alzare la palla quando serve, e difende con intelligenza, ma il suo rendimento col servizio è gravemente insufficiente e la consapevolezza di ciò lo condiziona: subisce il contro-break da 4-2 e 40-0. Da lì cala vistosamente, anche di fiducia, e un Goffin più tranquillo lo rimonta del tutto, sommergendolo poi nel secondo set. La statistica del numero 14 del ranking contro i tennisti mancini trova conferma – vittoria numero 20 nelle ultime due stagioni, a fronte di due sole sconfitte – e verrà messa alla prova nuovamente già nel prossimo incontro. Ad attendere Goffin c’è un altro mancino, ma dal gioco ben diverso: Jiri Vesely. Il ceco ha recuperato un set di svantaggio a Kevin Anderson, vincendo addirittura per 6-0 il secondo parziale.
Il secondo incontro sullo stesso campo è quello tra Nick Kyrgios e lo statunitense Ryan Harrison, identico completo Nike color salmone. I primi dieci game sono giocati in grande amicizia, senza disturbare il turno di battuta avversario, poi Kyrgios dà una coltellata finale di 12 punti a 2 e si aggiudica il primo set. Cruciale, nell’occasione, la sua pazienza nello scambiare in risposta: Harrison non se l’aspetta e l’aussie gli infligge una palla corta (giocata da fermo!), un bel lob che lo manda fuori scambio e un gran passante, per breakkare. Il secondo set ha da raccontare principalmente un medical time out di Kyrgios, che sente una sorta di torpore all’avambraccio destro nonostante la temperatura sia piuttosto alta. Per il resto, stavolta Harrison – fattosi via via sempre più impreciso, al punto da tirarsi quasi una racchettata addosso scagliandola contro il terreno – viene breakkato già dal quinto game e poi ancora nel settimo. È così il ventunenne di Canberra ad emergere vittorioso dalla sfida. Al secondo turno troverà un altro qualificato: si tratta di Radek Stepanek, forse destinato in un futuro meno prossimo a fargli da coach.
Bocciato in freddezza Taylor Fritz, eliminato in due tie-break da un Juan Monaco che avrebbe potuto – e ad un certo punto dovuto – anche sconfiggere. Il californiano, diciott’anni e già sposato, sciupa l’opportunità di servire per il set sul 5-3 nel primo, poi ancora sul 5-4 e due servizi a favore nel jeu decisif del secondo. Il suo tennis non lo colloca tra i teen più affascinanti del circuito, ma il problema al momento sembra essere più che altro la mancanza di personalità. Monaco adesso se la vedrà con James Duckworth (n.175 ATP), che ha usufruito del ritiro di Feliciano Lopez dopo aver capovolto la situazione. Lo spagnolo conduceva infatti di un set e un break, prima di arrendersi alla disidratazione e ai crampi. Non sorprendono la vittoria di Ivo Karlovic in tre tie-break – ma aveva già avuto match point sul servizio nel secondo – e i soli quattro game lasciati da Gael Monfils alla wild card domestica Sugita.
Gran battaglia tra Philipp Kohlschreiber e Gilles Simon, che in stagioni migliori sarebbero figurati tra le teste di serie di un torneo di questa categoria. Il tedesco mette in mostra il solito bel gioco d’attacco e a rete, e i soliti problemi di risultati mancanti: serve per il primo set ma perde il servizio due volte di fila, vince il secondo dopo una girandola di break e nel terzo sparisce, rimediando il bagel. A Simon il merito, anche questo non una gran novità, di rimanere dentro ogni scambio e dentro ogni set, spingendo profondo sul rovescio monomane del tedesco. Dura tre set anche l’incontro tra Marcos Baghdatis e Marcel Granollers, che non si sfidavano sul cemento da addirittura otto anni (Basilea 2008). Vince il cipriota, mentre l’iberico rimane in corsa nel torneo di doppio grazie a un nuovo ritiro di Feliciano Lopez. Ultimo match della serata e terza wild card del sol levante in campo: tocca a Taro Daniel, il cui gioco poco esaltante funge principalmente da test fisico per Janko Tipsarevic. In un’ora e venti di gioco da fondo e lampi di buon tennis, specialmente con il rovescio lungolinea, il serbo è promosso.
Risultati:
[Q] R. Stepanek b. S. Robert 6-2 6-1
[5] D. Goffin b. [WC] Y. Nishioka 7-5 6-2
J. Vesely b. K. Anderson 3-6 6-0 6-4
[PR] J. Monaco b. T. Fritz 7-6(2) 7-6(5)
[6] N. Kyrgios b. [Q] R. Harrison 7-5 6-2
[Q] J. Duckworth b. [8] F. Lopez 7-6(5) 6-7(4) 4-2 rit.
G. Simon b. P. Kohlschreiber 7-5 4-6 6-0
[7] I. Karlovic b. F. Delbonis 7-6(6) 6-7(6) 7-6(5)
[2] G. Monfils b. [WC] Y. Sugita 6-3 6-1
M. Baghdatis b. M. Granollers 6-1 3-6 6-3
[PR] J. Tipsarevic b. [WC] T. Daniel 6-2 6-4
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ATP Miami: Khachanov travolge uno spento Cerundolo
Francisco Cerundolo dura solo pochi game poi è un assolo di Khachanov. Nella sua quarta semifinale ‘1000’ sarà derby con Medvedev

Francisco Cerundolo lotta per pochi giochi poi, dal 3-2 nel primo set, sprofonda in un vortice di errori ed esitazioni, facendosi così travolgere da un Karen Khachanov solido, aggressivo ed estremamente efficace. Il russo chiude un match a senso unico con lo score di 6-3 6-2 in un’ora e 15 minuti, accedendo alla sua quarta semifinale in un torneo ‘1000’. Dall’altra parte della rete ci sarà un altro russo, Daniil Medvedev (vittorioso contro Eubanks), che sale a 27 vittorie stagionali (con sole 3 sconfitte).
[14] K. Khachanov b. [25] F. Cerundolo 6-3 6-2
Un avvio di match dagli scambi prolungati ed estenuanti quello tra Karen Khachanov (16 ATP) e Francisco Cerundolo (31 ATP). L’argentino cerca di ubriacare il russo con i suoi palleggi martellanti e, alla terza occasione di break, gli strappa la battuta portandosi sul 3-2 e servizio. Nonostante una buona resistenza da fondocampo, Karen non sempre riesce a fronteggiare il ritmo frenetico del tennis avversario. Tuttavia, il russo reagisce nel migliore dei modi, dimostrandosi sempre molto aggressivo e propositivo, tanto da infliggergli il controbreak e il sorpasso sul 4-3.
Da questo momento, l’argentino perde totalmente il controllo del proprio gioco, produce un tennis disordinato e disattento, subendo l’aggressività di Khachanov. Cerundolo continua a snocciolare errori mentre Karen realizza un rapido sprint di quattro giochi consecutivi, intascando il primo parziale 6-4 in 37 minuti.
Il secondo set è del tutto a senso unico. Continua il festival degli errori da parte dell’argentino, totalmente in confusione e, in men che non si dica, Karen prende il largo sul 4-1 per poi chiudere l’incontro 6-2 grazie al settimo ace. Si tratta per lui della quarta semifinale in un Masters 1000, la prima dall’Open del Canada del 2019. Nel penultino round affronterà il connazionale e amico Daniil Medvedev.
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ATP Miami, Medvedev non brilla, ma è in semifinale: la favola Eubanks si esaurisce in due set
Il russo gioca un match pieno di imperfezioni e non continuo, ma basta per venire a capo dell’americano

[4] D. Medvedev b. [Q] C. Eubanks 6-3 7-5

Daniil Medvedev è in semifinale al Miami Open presented by Itaù: il russo ha qualche passaggio a vuoto all’interno del suo match, ma alla fine piega 6-3 7-5 la resistenza di Christopher Eubanks che esce ai quarti di finale in un torneo in cui è partito dalle qualificazioni. Per Medvedev la 27a vittoria stagionale e una candidatura sempre più forte per un posto in finale nella parte bassa del tabellone.
Inizio di partita ricco di errori da entrambe le parti: Medvedev disastroso soprattutto dalla parte del dritto soffre spesso il back di rovescio basso di Eubanks che interpreta il match venendo spesso avanti dietro al servizio per far pagare al russo la posizione arretrata in risposta. Lo statunitense si procura anche cinque palle break nel quarto gioco, ma non riesce a sfruttarle tra errori con la risposta di rovescio e prime vincenti del russo. Dopo cinque game arriva l’interruzione per pioggia in un momento più favorevole al padrone di casa. Al termine della pausa l’ex numero 1 del mondo torna più concreto e determinato in campo, si fa più aggressivo sulla seconda e ottiene il break sul 3-3 grazie anche ad un nastro vincente, oltre ad una percentuale di prime di Eubanks decisamente ridotta rispetto a inizio partita. Medvedev tira su un muro, non sbaglia più, ottiene un altro break per chiudere il primo set sul 6-3.
Il secondo set segue l’ordine dei servizi inizialmente senza troppi sussulti: l’attuale numero 5 del mondo sembra accontentarsi di fare il classico “compitino” e non si spreme più di tanto. Il break arriva sul 3-2, quando il numero 119 del mondo sbaglia un dritto comodo in uscita dal servizio e viene infilato un paio di volte nel tentativo di fare serve and volley. Eubanks però non si dà per vinto, azzecca due risposte d’anticipo con il dritto e prende sul tempo Medvedev in uscita dal servizio. Il russo sbaglia ancora qualcosa in ribattuta, tornando ad una posizione più arretrata e il tennista di Atlanta rientra sul 4-4. Il servizio torna ad essere dominante nella parte finale del set, entrambi trovano continuità e precisione con questo colpo. Nel dodicesimo gioco l’americano commette un paio di errori di fretta all’uscita dal servizio e concede così due match point, ma lo statunitense li annulla con due bellissimi guizzi a rete. Dalla parità arriva una risposta incredibile di Medvedev da quattro metri dal campo e un errore di Eubanks su un dritto facile da metà campo per mettere fine al secondo set con il punteggio di 7-5. Adesso il russo avrà uno tra Cerundolo e Khachanov in semifinale, per bissare la finale di Indian Wells.
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Jannik Sinner, è ritorno in top 10? Quasi: le proiezioni sul ranking dell’altoatesino

Mentre restiamo in più o meno trepida attesa del ritorno ai massimi livelli di Matteo Berrettini e della conferma dei risultati della scorsa stagione da parte di Lorenzo Musetti, godendoci nel frattempo gli incoraggianti segnali di ripresa che arrivano da Lorenzo Sonego, c’è qualcosa su cui possiamo sempre fare affidamento: la continuità di Jannik Sinner.
Dato per delusione del 2022 dall’Équipe, peraltro con qualche ragione (nel senso che nessuno può dirsi entusiasta di una stagione in cui è stato fortemente limitato dai guai fisici), il rosso di Sesto Pusteria ha appena raggiunto la seconda semifinale Masters 1000 consecutiva, impresa prima mai riuscita a un azzurro. Senza dimenticare che è anche la quarta di fila, tra il titolo a Montpellier e la finale di Rotterdam. Questo dove ci porta, anzi, dove lo porta?
In termini di classifica, a un passo dal ritorno fra i primi dieci tennisti del mondo. Era il 1° novembre 2021 quando Jannik vi aveva fatto il suo primo ingresso, toccando quel nono posto che al momento rimane il suo best ranking. Durante la scorsa stagione, è entrato e uscito dalla top 10 con una frequenza tale che sarebbe stata giustificata l’installazione di una porta girevole, ma ora Sinner manca all’appello da sei mesi e pare giunto il tempo di riprendersela. A poche ore dall’allineamento del tabellone alle semifinali, la classifica live lo vede proprio alla nona posizione. Diamo allora uno sguardo agli scenari perché il primo ranking di aprile non gli faccia lo scherzo di respingerlo.
Jannik ha 3105 punti live, vale a dire 40 più di Taylor Fritz, mentre l’altro tennista ancora in gara a Miami che può insidiarlo è Karen Khachanov a 2675. Sia Taylor sia Karen devono ancora giocare il loro quarto di finale. Fritz affronterà Carlos Alcaraz e, se dovesse perdere, la top 10 di Jannik sarebbe assicurata in ogni caso; in caso di vittoria, Jannik dovrebbe arrivare più avanti nel torneo per evitare il sorpasso statunitense.
Per quanto riguarda l’altro inseguitore (anzi, l’inseguitore in senso stretto), Khachanov deve affrontare la falsa rivelazione Fran Cerundolo e, anche qui, l’inciampo sarebbe determinante. Qualsiasi inciampo di Karen, a ben vedere, perché come finalista si fermerebbe a 10 punti dal nostro; dunque, l’unica possibilità che comporta uno Jannik ancora fuori dalla top 10 il prossimo lunedì è la vittoria del torneo da parte di Khachanov in finale su Fritz. Non lo scenario più probabile per i bookies, che danno il nostro come terzo favorito per il titolo, dietro ad Alcaraz e Medvedev.