Un milione e mezzo di euro per Milano al Masters Under 21 eviterà il flop di incassi? - Pagina 2 di 2

Editoriali del Direttore

Un milione e mezzo di euro per Milano al Masters Under 21 eviterà il flop di incassi?

L’incognita, soldi a parte, è l’interesse dei milanesi. Non è solo questione di prezzi dei biglietti. Spalti coperti da ragazzini… di riserva?

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Non è che il torneo dovesse essere organizzato per forza soltanto in Italia. Altre sedi sarebbero state prese in considerazione. Vedrò di sapere quali, se ce lo diranno. Ma temo che non ce lo diranno, perché non vengano considerate bocciate. Pessima immagine sarebbe mostrare spalti vuoti, e lì una buona organizzazione della FIT dovrebbero quantomeno pensare a coprirli con i ragazzi delle varie scuole e di vari circoli, offrendo pacchetti a prezzi abbordabili, studiando collaborazioni con Freccia Rossa per i trasporti, con catene alberghiere ad hoc. Insomma molto dipenderà anche dall’esposizione finanziaria della federazione italiana. Qui sotto scrivo i nomi e l’attuale classifica mondiale dei primi dieci tennisti nati dal ’96 in poi. Ai super-appassionati l’idea di venire a “scoprire” i possibili, potenziali campioni di domani, piacerà. Ma quanti sono questi super-appassionati che si trovino nelle vicinanze di Milano? E che non debbano esporsi a spese troppo consistenti per raggiungere la città, per eventualmente passarci la notte se le partite finissero troppo tardi per prendere un treno di ritorno o mettersi in macchina? Questa è la grande, grandissima incognita. Soprattutto in un periodo storico nel quale il tennis in Italia è piuttosto in crisi – al di là dei proclami di comodo (io pure avrei vantaggio a raccontare balle in proposito…) – per via del nostro tennis maschile che ha appena 3 giocatori fra i primi 100, otto fra i primi 200, 19 nei primi 300 (di cui 11 non hanno compiuto i 26 anni, come ha scritto Jonathan Spinoni), mentre il nostro tennis femminile sta ancora peggio ora che le quattro eccellenze Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani o si sono ritirate, o stanno per farlo, oppure sono in discesa libera nel ranking.

Del resto si può facilmente osservare che il tennis ha sempre meno spazio sui giornali. Nelle tv con audience normali. Basti vedere come Sky lo tratti: cioè come uno sport super-minore nel quale non si dà la giusta importanza alla qualità dei commenti e dei servizi. A tentare di salvare il tennis, oltre alla FIT che ce l’ha tra i sui compiti istituzionali, c’è il web. Lo salva per come può, con mezzi forzatamente modesti e soprattutto grande passione, anche se figurarsi se la FIT mostrerà mai un minimo di riconoscenza a chi li tiene in vita. Non lo pretendo e tantomeno me lo aspetto certamente io, da sempre critico… e quindi “nemico”. Ma dubito fortemente che agli altri siti qualcuno abbia mai mostrato una qualche forma di gratitudine. Sono sempre stati tutti visti come concorrenti, il che è pazzesco. Quando qualche rivista ha chiuso i battenti in FIT hanno festeggiato. So di cui parlo, tanto per dire e sottolineare la lungimiranza di alcuni illuminati dirigenti. Salvo che qualche tennista italiano improvvisamente “esploda”, mi pare difficile che i milanesi e gli abitanti del Centro Nord Italia facciano a botte per andare a vedere questi under 21 di cui qui sotto vi allego l’elenco. Qualche personaggio forse c’è, ma farei meglio a dire che… uscirà da questo lotto. Oggi come oggi, però, chi vale il prezzo di un biglietto non a buon, buonissimo mercato? Ecco i nomi:

Alexander Zverev GER (30/4/1997) WR 24,

Borna Coric CRO (14/11/96) WR 48

Karen Khachanov RUS (21/5/96) WR 52

Taylor Fritz USA (28/10/97) WR 70

Daniil Medvedev RUS (11/2/96) WR 98

Hyeon Chung KOR (19/5/96) WR 104

Frances Tiafoe USA (20/1/98) WR 108

Jared Donaldson USA (9/10/96) WR 109

Ernesto Escobedo USA (4/7/96) WR 142

Duckhee Lee KOR (29/5/98) WR 144

Non so ancora se, in considerazione dell’impegno organizzativo che l’evento comporterà,  il tennis italiano potrà godere di una wild card. Ricordo anche che all’epoca in cui Edberg e Becker erano under 21 ci fu già un tentativo di organizzare un campionato mondiale under 21. Certo senza tutti questi soldi che oggi Marc Rosset, l’ex n.1 svizzero e top-ten,  ha definito assolutamente sproporzionati per il valore dei giocatori che si esibiranno. Per Richard Evans, celebre giornalista, invece Milano potrebbe gradire un torneo del genere con giocatori che già l’anno prossimi potrebbero disputare alcune finali Atp… 

Sarò il primo a rallegrarmi se questa mia previsione dovesse rivelarsi sbagliata o eccessivamente pessimistica. E sono supersincero quando lo affermo. È mio interesse, e di sicuro sarò a Milano a seguire il torneo. Quindi… non dubitate della mia sincerità. D’altra parte non è che all’ATP siano stupidi, né credo che abbiano speculato su una eventuale e presunta incompetenza dei dirigenti italiani per dargli un “pacco”, ma abbiano invece puntato sulla loro intraprendenza, in particolare quella di Coni Servizi più ancora che quella della FIT che si affida anche a personaggi improvvisati in fatto di marketing. Ci saranno – almeno mi aspetto – accorgimenti vari, manifestazioni promozionali, fan-zone ed altro. Basteranno? Di certo, come ogni evento, ci vuole del tempo per costruirne il prestigio. E anche fortuna. A Firenze, per il torneo junior di Pasqua alle Cascine – ad esempio – l’ingresso è gratuito, ma quasi 2.000 persone vengono ogni anno a vedere le gare perché tanti ricordano di aver visto lì per la prima volta trionfare un Roger Federer non ancora diciassettenne, prima di lui Rosset, i nostri Cancellotti, Furlan, Camporese, Volandri, e cento altri, una Hingis non ancora tredicenne, e giovanissime Mauresmo, Capriati, Martinez, Safina, Clijsters, Errani. E quegli appassionati sono orgogliosi di aver assistito alla loro “nascita agonistica”, di averla magari profetizzata. Ma a Milano l’ingresso non sarà gratuito, il torneo non costerà 100.000 euro come quello di Firenze, ma almeno 2,5 milioni se il montepremi da solo sarà di 1,5 milioni. Il rischio di un flop, e soprattutto per le prime edizioni, c’è ed eccome. Ribadisco che la fortuna, quale sarebbe la presenza di una rivelazione del 2017, svolgerà un ruolo importante. Diverso sarebbe se la finale fosse – faccio l’esempio più sfortunato! – “all Korean” tra Hyeon Chung e Duckhee Lee. Meglio non pensare al peggio. Anche se si suol dire che ad esso non c’è mai fine. Eppoi in Corea sarebbe un successone.

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