Tennis e cinema: Roberta Vinci e Serena Williams, "Watchmen" per caso?

Italiani

Tennis e cinema: Roberta Vinci e Serena Williams, “Watchmen” per caso?

Secondo appuntamento con la rubrica Tennis e cinema. Oggi vi presentiamo due eroine molto diverse tra loro: Serena Williams e Roberta Vinci

Pubblicato

il

 

Molti di noi saranno cresciuti con i tanto amati supereroi: dall’immancabile Superman al timido Spiderman, in cui tutti gli adolescenti si sono immedesimati, dal cupo e oscuro cavaliere della notte Batman all’impertinentemente sicuro di sé Iron Man, fino ad arrivare ai paladini perfetti, Capitan America e Wonder Woman. Inutile sottolineare che questi eroi sono stati creati con la chiara e manifesta intenzione di dare un messaggio di speranza ai giovani, di insegnare loro che il mondo può diventare un posto migliore, che il bene a costo di qualunque sacrificio deve essere perseguito. Ognuno degli eroi per tutte le pagine dei fumetti non fa altro che combattere contro i nemici della Terra, aiutati dai propri superpoteri. Essi hanno dei punti di deboli, basti pensare alla kryptonite per Superman, eppure al contempo sono dotati di una forza straordinaria, di tecnologie all’avanguardia, armature indistruttibili, batmobili, ragnatele e ogni tipo di “giocattoleria” esistente. Verrebbe da pensare che con degli ausili di questo tipo tutti potrebbero salvare il mondo. Quindi il ragazzino di 12 anni chiuso in cameretta guarderà l’action figure di Superman come una divinità, gli creerà un altarino, incorniciandolo tra fumetti e VHS. Ed è proprio a tal proposito che viene in nostro soccorso il genio di Alan Moore, ideatore della miniserie a fumetti, Watchmen, vincitrice del premio letterario Hugo e inserita nella lista di Time Magazine dei “100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi”.

Da questa è stato tratto un film molto diverso dai suoi predecessori della Marvel e della stessa DC Comics. Diverso sia per l’ambientazione, un’America grigia e desolata, sia per i protagonisti: infatti lo straordinario potere degli Watchmen è… il non avere poteri! Fatta eccezione per il Dottor Manhattan, gli altri sono persone “normali” che hanno deciso di infilarsi una tutina aderente e una maschera per diventare i guardiani della loro città. Se siete arrivati a leggere fin qui, probabilmente vi starete chiedendo cosa c’entra il mondo fantastico dei divini fumetti con Serena Williams e Roberta Vinci. Il binomio Williams-Vinci sorge spontaneo (almeno per noi italiani) quando si parla di America e US Open. Certo, non si può dimenticare l’unica finale Slam nella storia del tennis interamente vestita d’azzurro, quella tra Flavia Pennetta (vincitrice del torneo) e l’amica di sempre Roberta Vinci. Ma prima di arrivare a questo punto, bisogna fare un passo indietro e ricordare l’altrettanto memorabile semifinale agli stessi US Open 2015, che ha visto contrapposte le protagoniste di questo articolo.

Partiamo dalla numero uno indiscussa, la regina del tennis in gonnella, colei che mette KO chiunque intralci il suo cammino, la donna più forte del circuito, la più potente e la più solida mentalmente: Serena Williams. La statunitense porta sulle spalle il peso di ben 22 titoli del Grande Slam e tutti gli amanti del tennis fanno il tifo per lei, tutti la venerano, in attesa che infranga l’ennesimo record di trofei in bacheca, tutti la vedono al di sopra delle altre tenniste e sembra quasi che anche le sue stesse colleghe siano in adorazione di un mito predestinato a calcare i più grandi scenari del tennis fin da piccola. Proprio come uno degli Watchmen, il Dottor Manhattan. Egli è considerato al pari di una divinità, l’unico in grado di poter combattere una guerra per il suo paese, costretto a sopportare il fardello dell’essere diverso dai suoi compagni, a causa di un incidente in laboratorio, che lo ha trasformato nell’uomo evanescente e veggente che è oggi. La trasformazione definitiva di Serena in Dottoressa Manhattan è arrivata con l’avvento di Patrick Mouratoglou, il suo attuale coach, che l’ha fatta rinascere dagli abissi in cui si trovava per darle quel super potere mentale, talmente incredibile da permetterle di non avere più eguali. The Queen torna ad essere la tennista di un tempo, anzi si trasforma in una vera e propria divinità del tennis e il 2015 è il suo anno: vincitrice incontrastata e indomabile, giunge all’ultimo Slam dell’anno, il suo Slam, dopo aver inanellato i tre precedenti e a un passo dallo scrivere una nuova pagina di storia sportiva, nel tentativo di conquistare l’ultima fetta di torta per completare il Grande Slam, ovvero la vittoria di tutti e quattro i major in un anno solare.

Passando dall’America tetra e tenebrosa degli anni 80, descritta nel film della DC Comics, arriviamo ad un’America baldanzosa e addobbata a festa per l’evento degli US Open 2015. Proprio in questo scenario festante spunta fuori inaspettatamente una piccola figura, che, in confronto alla potenza statuaria dell’avversaria a stelle e strisce, sembra gracile e fuori luogo. Dal canto nostro, noi italiani con vanto e orgoglio portiamo sul palmo della mano Roberta Vinci, che contro ogni aspettativa è riuscita a tagliare il traguardo della semifinale in uno Slam. Tuttavia, senza nessuna speranza, ci sintonizziamo sul canale televisivo, in attesa di vedere la solita vittoria della regina del tennis. D’altronde è l’anno di Serena Wiliams, il suo giorno, c’è un’America colma di aspettative nei suoi confronti e di fronte a lei una donna che gioca il rovescio in back a una mano a dispetto del suo bimane di una potenza devastante. Ma quel giorno, quel dannato, quel tante volte 11 settembre 2015, Roberta Vinci decide di sconfiggere le paure del proprio “costume” e si infila la sua tutina aderente rosa come i due Watchmen, il Gufo, emblema dell’uomo qualunque e Rorschach (chiamato così per via della maschera che indossa, che richiama al test psicologico delle macchie d’inchiostro), unico degli eroi in questione che continua a lottare contro il crimine pur di “fare ciò che dobbiamo fare”. E in quel momento la giocatrice italiana deve fare un’unica cosa, impugnare la sola arma a sua disposizione, una Head extreme pro giallo fiammante, e compiere un’impresa ai limiti dell’impossibile: vincere la partita.

La tarantina, senza nessun super potere, nessuna corazza, nessuna potenza esplosiva o grinta e spavalderia da vendere, lavora in silenzio, quasi di nascosto, senza farsi notare dal pubblico che tanto acclama la Dottoressa Manhattan. Pertanto, così come i Guardiani vanno a destrutturare l’archetipo del Supereroe perfetto, presentando al pubblico uomini con le loro debolezze, ossessioni, timori, persone comuni che grazie alla sola forza di volontà sono divenuti dei vigilanti mascherati, anche Roberta Vinci ha sradicato il modello del tennista convenzionale, sia per via del suo gioco vario con continui cambi di direzione e di rotazioni, sia per aver combattuto contro le sue paure più recondite nell’affrontare la temibile e fino ad allora invincibile avversaria. La tennista “normale” sconfigge quella “divina”, l’azzurra mette in campo una maschera semplice, ma grazie all’estro creativo del suo tennis riporta la figura stereotipata della super tennista sulla terra, condendola di nevrosi fastidiose e deliri di onnipotenza. Più si osserva la partita più si viene condotti nel vero cuore del mondo di questa supereroina statunitense, la quale, durante il match, si mostra debole, fragile e incapace di reagire di fronte ai fendenti inferti dall’italiana, mostrando una realtà molto differente dall’immagine pubblica che la gente ha di lei.

E così, in quello che doveva essere il giorno di Serena Williams, Roberta si improvvisa giustiziera mascherata e The Queen non può nulla, dal momento che la sua super vista le permette di avere un’ottima visione di gioco, ma di non riuscire a cogliere ciò che sfuggiva anche al Dottor Manhattan: “I miracoli esistono e sono eventi così improbabili da essere come l’ossigeno che si trasforma in oro”. L’11 settembre 2015, nel campo centrale di Flushing Meadows, l’ossigeno si è tramutato in oro e questo solo grazie alla giustiziera mascherata Roberta Vinci.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement