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Al femminile

Le straordinarie avventure di Zheng Saisai nel circuito WTA

A soli ventidue anni Zheng Saisai è già stata protagonista di alcuni match davvero speciali

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Ho dunque rivisto seriamente Saisai nel febbraio 2016 a Doha, contro la nuova campionessa in carica degli Australian Open, Angelique Kerber. Confesso che mi ero messo a seguire il match con la curiosità un po’ sadica e un po’ masochista di scoprire se ci sarebbero stati altri scambi in grado di eguagliare quello diventato ormai famoso tra Kerber e Wozniacki a Indian Wells 2013. Eccolo:

Se Kerber era stata capace di un duello a colpi di moonball contro Wozniacki, figuriamoci cosa sarebbe successo contro un’avversaria che sembrava non saper fare altro.
Invece Zheng a Doha mi ha completamente spiazzato: era diventata una giocatrice “vera”; certo con dei limiti nel servizio (in particolare sulla seconda) e nella potenza del dritto, un po’ sgraziata nella corsa (ma rapidissima e scattante); ma soprattutto in grado di fare molte, tante cose. E di essere duttile tatticamente, arrivando perfino ad attaccare direttamente sulla risposta per concludere gli scambi di volo:

https://youtu.be/F3mk7929cpo?t=390

La fresca campionessa Slam Kerber, colei che aveva appena sconfitto Serena Williams, avrebbe finito per perdere 7-5, 6-1, sorpresa dalle soluzioni proposte dalla numero 72 del mondo. Che aveva spiegato nell’intervista a caldo le ragioni delle sue mosse: “Angelique è così veloce in campo che l’unico modo che avevo per fare il punto era venire avanti: non avevo altra scelta” .

Dopo quel match ho cominciato a rivedere il mio giudizio su Saisai. E mi è venuto il dubbio che la Zheng “pallettara” del 2014 avesse adottato quella tattica esasperante non tanto perché non sapesse fare altrimenti, ma perché aveva ritenuto che fosse il modo migliore per cercare di contrastare un’avversaria che semplicemente (e lucidamente) valutava più forte di lei. Dopo Doha ho guardato Zheng con occhi diversi: Saisai poteva anche divertire, proponendo un tennis fuori dagli schemi in senso positivo.

L’ho rivista impegnata in campo qualche mese dopo, a Montreal. Avevo deciso di seguirla anche perché mi interessava la sua avversaria, Françoise Abanda, giovane talento canadese in tabellone grazie a una wild card. E anche in quell’occasione il match di Zheng ha finito per prendere una piega del tutto speciale.

La sorpresa per la verità si è avuta a partita finita (e persa da Saisai), quando si è saputo che gli incordatori del torneo le avevano fornito racchette con la tensione completamente sbagliata. Dopo alcuni game Zheng si era accorta che qualcosa non andava nella sua racchetta e aveva provato a cambiarla, ma anche quella di scorta aveva lo stesso problema. Risultato: si era trovata sotto 6-1, 4-1. A quel punto, non avendo più nulla da perdere, aveva cominciato ad abbreviare il palleggio, muovendo sempre più il gioco sulla verticale, per evitare di affrontare scambi lunghi nei quali si trovava tecnicamente in difficoltà. Ma non era bastato: 6-1, 7-5.
Vanni Gibertini, inviato a Montreal per Ubitennis, ha raccontato nel dettaglio la storia delle racchette incordate male. Semplice errore o invece dolo da parte degli organizzatori, che gestivano il servizio?
Per propendere verso il dolo ci sarebbero alcuni indizi: innanzitutto il guaio aveva favorito la canadese Abanda, giocatrice di casa. E magari qualcuno aveva visto il match di Zheng contro Safarova e temeva che la giovanissima Françoise potesse andare incontro all’esperienza snervante di Lucie: forse a Montreal si era cercato di salvaguardare la psiche della promessa locale?

Personalmente tendo sempre a non credere alle dietrologie, a meno che non ci siano solide prove che facciano pensare altrimenti. E a Montreal prove certe di dolo non sono emerse.
“Il match ormai è andato, non c’è niente da fare. Spero di tornare in futuro e avere un’altra chance”. Così aveva commentato Saisai in conferenza stampa, dopo il pasticciaccio di cui era stata vittima, ricordando come per arrivare fin lì avesse dovuto superare le qualificazioni.

Dopo l’amarezza di Montreal, nel torneo successivo Zheng si era subito risollevata, sconfiggendo alle Olimpiadi di Rio addirittura Agnieszka Radwanska. Avrebbe poi perso da Daria Kasatkina, ma intanto con il successo su Aga, da aggiungere al ritiro di Kvitova e alla vittoria su Kerber, Saisai aveva aggiornato la sua personale statistica stagionale contro le Top 10: tre vinte, zero perse per uno straordinario 100% di vittorie.

Ma l’onda olimpica in un certo senso non era terminata, visto che agli US Open il sorteggio del primo turno l’avrebbe messa di fronte a Monica Puig, che aveva appena vinto i Giochi sfoderando un tennis straordinario. Sembrerò presuntuoso perché non ho nulla per dimostrarlo, ma, anche se di solito non faccio pronostici, quando ho visto il sorteggio di Puig ho pensato che la fresca campionessa olimpica non se la sarebbe cavata.

Ormai avevo cominciato a capire le caratteristiche di Zheng, una giocatrice che cerca di evitare il confronto sul ritmo ad alta velocità (tanto in voga nel tennis di oggi) per portarlo invece su terreni insoliti; che è forte sul piano difensivo, ma che sa anche rovesciare lo scambio prendendo l’iniziativa. Ed è capace di intravvedere le incrinature mentali dell’avversaria per entrare nella sua psiche e farla sentire sempre più insicura.
Forse per questo sino a oggi ha giocato meglio contro le più forti, da sfavorita, rispetto a quando ha affrontato avversarie sulla carta più deboli. Lo testimoniano i numeri del 2016, apparentemente illogici: 3-0 contro le top ten, 4-2 contro le top 20 e però un negativo 22-30 nel totale stagionale.

A New York Monica Puig non era più la macchina da guerra del Brasile, e il tennis sfuggente e complicato di Zheng l’aveva effettivamente mandata in confusione, risvegliandola definitivamente dal sogno della favola olimpica: 6-4, 6-2 in 79 minuti, e primo turno passato da Saisai, che per disinnescare le accelerazioni di Monica aveva anche spesso fatto ricorso al rovescio slice a una mano.

a pagina 3: Gli eventi del match contro Kateryna Bondarenko

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