"Effetto Roger": Hopman Cup, da esibizione a evento mediatico

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“Effetto Roger”: Hopman Cup, da esibizione a evento mediatico

La sola presenza di Roger Federer ha cambiato completamente la percezione dell’unica competizione a squadre miste in calendario. Perth rilancia e conferma l’evento fino al 2020. Nuove sorprese per il 2018

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Non è semplice riuscire a quantificare l’impatto che Roger Federer ha sul tennis in senso assoluto e ora come ora si può dire che lo svizzero rappresenti una vera e propria industria in movimento. Una fabbrica di soldi diretti e indiretti che vanno sì a lui in buona parte, ma che in realtà giovano più che altro a tutti gli aspetti del nostro sport. Nel 2017 il tennis ha più bisogno di Roger Federer di quanto lo svizzero abbia bisogno del tennis. Normale quando a 35 anni e mezzo si è vinto tutto quello che ha vinto e mostrato tutto quello che ha mostrato.

Eppure non c’è esempio più lampante dell’impatto sociale prima ancora che sportivo di Roger, di quello legato alla sua partecipazione alla Hopman Cup: la competizione a squadre nazionali miste, intitolata al leggendario capitano di Coppa Davis australiano Henry Hopman, che si gioca a Perth dal 1989, non ha mai avuto grande risalto né per i media né per gli appassionati, considerata di fatto un’esibizione in tutto il mondo se non in Australia dove fin dalla prima edizione è diventato appuntamento speciale dell’avvicinamento allo Slam di Melbourne.

Tuttavia anche a livello regolamentare la manifestazione è rimasta in un limbo: la Hopman Cup è ormai da vent’anni Special Event dell’ITF esattamente come la Coppa Davis e la Fed Cup che però ovviamente hanno tutt’altro peso storico e agonistico. A differenza delle due grandi competizioni ATP e WTA non l’hanno mai riconosciuto come evento ufficiale del calendario anche per un “peccato originale”: essere un torneo misto uomini/donne. Un vero paradosso per lo sport che fa della parità dei sessi in tutti i sensi ormai la sua missione. Evidentemente la parità è importante a patto che i due generi non si incontrino mai. Un principio che già di per sé rappresenta la più grande forma di sessismo possibile. Principio peraltro poco comprensibile visto che negli incontri di singolare, il carattere misto della manifestazione di Perth è totalmente irrilevante. L’ATP inoltre la ostracizzava perché patrocinava una manifestazione simile che si giocava poco prima del Roland Garros ovviamente rigorosamente solo per uomini: la World Team Cup di Dusseldorf che è stata infine abolita nel 2013.

https://www.youtube.com/watch?v=ewTfLS7tw9U

La decisione di Federer di giocare l’edizione 2017 ha cambiato tutto: 100 mila persone sugli spalti in una settimana, 6.500 agli allenamenti dello svizzero e 13.785 per ogni sua partita. Un seguito mediatico senza precedenti a livello sportivo per la Western Australia. Il direttore dell’evento Paul Kilderry, una volta intuito l’interesse di Federer per l’atmosfera speciale della Hopman Cup che pure aveva giocato da ragazzo nel 2001 e nel 2002 (in quest’ultimo caso insieme alla sua futura moglie Miroslava Vavrinec), ha fatto di tutto per portarlo a Perth: “Il seguito a livello social, media e TV è stato grande. Ogni indicatore è salito”.

Il governatore e ministro del turismo della Western Australia Colin Barnett ha quindi annunciato che vista l’enorme importanza dell’evento per il turismo dello Stato federato, Perth rinnoverà il suo accordo per ospitare la Hopman Cup fino al 2020, in quanto parte integrante della strategia per far crescere il business turistico fino a 12 miliardi di dollari australiani entro il 2020 stesso.

L’atmosfera “festaiola” della Hopman Cup è dopotutto il modo più rilassante per i giocatori di riprendere dopo la off-season e le feste natalizie e visto il grande successo di questa edizione non è difficile immaginare che altri grandi campioni sceglieranno l’Australia Occidentale per iniziare il nuovo anno tennistico. Se lo ha fatto Roger Federer, l’ambasciatore del tennis universale, perché gli altri non dovrebbero?

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