AO: Dimitrov non trema. Thiem doma Paire, Raonic supera Simon. Ok Goffin

Australian Open

AO: Dimitrov non trema. Thiem doma Paire, Raonic supera Simon. Ok Goffin

Dominic cede un set all’estroso francese. Il belga disinnesca le bombe di Karlovic. L’uzbeco non fallisce la prova del 9 e supera Carreno Busta

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[15] G. Dimitrov b. [18] R. Gasquet 6-3 6-2 6-4 (Emmanuel Marian)

Uno spettacoloso Grigor Dimitrov vince l’atteso derby dei rovesci monomano e approda leggero alla seconda settimana. L’incontro tra i due noti stilisti del circuito si prevedeva equilibrato ma, come spesso accade, le previsioni mal si accorano alla realtà del nostro amato sport. Più che della sfida stessa, dominata da un bulgaro incline a impartire lezioni di tennis, la storia si ricorderà dell’orario d’inizio della medesima, che ha reso il Dimitrov – Gasquet odierno lo scontro più “notturno” di sempre all’Australian Open. Mai a Melbourne una partita era iniziata così tardi: Carlos Bernardes ha infatti pronunciato il fatidico “play” alle 23.58 locali, abbattendo il precedente record fino a oggi detenuto da Hewitt e Baghdatis, che nel terzo turno dell’edizione 2008 iniziarono alle 23,55.

Poco da dire sulle questioni squisitamente agonistiche: “Griga” ha dominato in lungo e in largo, mettendo in scena quella pregiata versione di sé che tutti vorrebbero centellinasse con meno parsimonia. Pur sotto di un precoce break, il numero 15 ATP ha sempre dato l’impressione di poter girare la partita in qualsiasi momento, rischiando il giusto e procurandosi occasioni per far breccia nell’avverso servizio nei primi cinque game giocati in risposta. Sprecato l’esiguo vantaggio Riccardo è presto tornato “cuor di telone”, è scappato sempre più lontano dalla riga di fondo e non si è più rialzato dopo il cazzotto del 5-3 con cui Dimitrov si è regalato l’opportunità di servire per il primo parziale. La partita è finita lì. Travolto da dritto e servizio avversi, Gasquet non ha saputo minimamente riequilibrare il piano della sfida sulla diagonale sinistra, e dopo aver mancato, nel quarto gioco, un’occasione per recuperare il break subìto all’inizio della seconda frazione si è demoralizzato al punto da somministrare alla tenzone una consapevole eutanasia, riuscendo nell’intento senza ulteriori sussulti. Un Dimitrov così non si vede spesso: dovesse replicare, per Istomin saranno dolori.

[6] G. Monfils b. [32] P. Kohlschreiber 6-3 7-6(1) 6-4 (Manuel Calcaterra)

Il terzo turno della parte bassa del tabellone vede la sfida non solo tra due giocatori, bensì tra due stili di gioco: da una parte, il tennis esuberante e fisico del francese Gael Monfils, sesta testa di serie del torneo e che lo scorso anno ha raggiunto qui, per la prima volta, i quarti di finale sconfitto da Raonic; dall’altra parte, il tennis razionale e tecnico del trentatreenne di Augusta e n. 32 del tabellone, Philipp Kohlschreiber. Entrambi alla loro dodicesima apparizione a Melbourne, si sono affrontati in carriera ben 14 volte, con un head-to-head di 12 vittorie a 2 in favore di Monfils. I due, però, incrociano le rispettive racchette per la prima volta in un torneo dello Slam.Come da pronostico è il giocatore di Parigi a partire forte in un primo set che, dopo un avvio equilibrato nei game iniziali, vede l’allungo di Monfils al giro di boa dell’ottavo gioco, in cui conquista il break decisivo alla seconda occasione utile, chiudendo la pratica al primo set point della partita. Nel secondo set ogni schema sembra saltare: primi 3 game e 3 break consecutivi. È ancora il francese, però, ad avere il controllo del match: se Kohlschreiber, infatti, con generosità e caparbietà riesce ad allungare la partita fino al 6 pari, è Monfils ad alzare il livello di gioco nel tie break, dominandolo per 7 punti a 1. Il terzo set è una fotocopia dei precedenti. Il francese tenta l’allungo in apertura portandosi 2-0; Kohlschreiber non molla e riporta il conto dei game in parità , rimanendo concentrato fino al decimo gioco. Qui, però, come avvenuto in tutti i momenti chiavi del match, Monfils fa valere la propria superiorità e tira fuori la zampata finale ottenendo il break decisivo e vincendo l’incontro al primo match point. Ora affronterà Rafael Nadal nel quarto turno: anche con lo spagnolo l’head-to-head dice 12 vittorie a 2, ma non in suo favore. Servirà una prestazione superlativa contro il mancino di Palma di Maiorca che sembra esser tornato agli antichi splendori.

[3] M. Raonic b. [25] G. Simon 6-2 7-6(5) 3-6 6-3 (Gabriele Ferrara)
Milos Raonic era atteso da un esame non facile contro Gilles Simon, che però prima di oggi aveva vinto solamente una volta su quattro contro il canadese, quando un anno e mezzo fa si impose sull’erba del Queen’s. Si parte con il numero 3 del mondo che serve tre prime su quattro, variando molto bene la direzione e la rotazione della battuta e comandando molto bene con il proprio dritto, soprattutto quando lo gioca verso il lato sinistro dell’avversario, il quale non riesce a contenere la potenza di Milos. Dopo aver perso il primo 6-2, tuttavia, “Gillou” reagisce e inizia a rispondere con continuità e a trovare degli splendidi passanti sulle discese a rete del gigante di Podgorica, dando vita a un bel contrasto di stili che culmina nel tiebreak. Qui. sul 5-4 in suo favore, il numero 3 del seeding attacca con successo con il dritto dal centro verso sinistra, chiudendo poi 7-5. Nel terzo parziale Raonic strappa il servizio al francese nel quinto gioco, quando un’incredibile volée di rovescio in allungo, seguita da un doppio fallo e un rovescio sbagliato in lunghezza da parte di Simon, valgono il break. Tuttavia Milos accusa un passaggio a vuoto che riporta il set in parità: 3-3. Adesso Simon gioca in maniera splendida, venendo spesso a rete a prendersi i punti, mentre Raonic perde sicurezza con il dritto. Un rovescio steccato e una gran risposta del francese valgono il break in favore di quest’ultimo, che riesce così ad allungare la partita: 6-3. Nella quarta frazione di gioco Simon cala d’intensità, mentre il nordamericano continua ad attaccare il rivale. Nonostante non riesca a confermare il break ottenuto nel quarto gioco, sul 3-2 l’allievo di Piatti strappa un’altra volta il servizio al giocatore di Nizza, in difficoltà soprattutto nel gestire il servizio in kick da sinstra di Milos. Quest’ultimo non ha più problemi nel chiudere il match, che termina dopo 2 ore e 34 minuti. Bella vittoria per il numero 3 del mondo, apparso centrato ed estremamente carico emotivamente. Agli ottavi lo attende Bautista, che non ha vinto nemmeno uno dei quattro scontri diretti.

[8] D. Thiem b. B. Paire 6-1 4-6 6-4 6-4 (da Melbourne, Vanni Gibertini)

Due tennisti agli antipodi, due personalità e due stili di gioco che non potrebbero essere più antitetici. Thiem, giovane, gran lavoratore che vive e respira tennis, dal gioco robusto anche se un po’ monotono; Paire, da tanto tempo sul circuito, alti e bassi a go-go, tutto genio e sregolatezza. Avrebbe potuto essere una bella partita, di solito lo è quando sono di fronte metodi diversi di interpretare il tennis. Questa lo è stata solo a sprazzi, intervallata da lunghi periodi di risposte sbagliate ed errori gratuiti. Alla fine l’ha spuntata Thiem, che nonostante lunghi tratti di confusione e rabbia (per i quali siamo sicuri che il gioco indecifrabile di Paire sia almeno parzialmente responsabile) è riuscito a ritrovare ragione e colpi quando contava. Il primo set sembrava lasciar presagire una passeggiata di salute per Thiem, che in meno di venti minuti scappava subito 5-0 per chiudere 6-1 poco dopo. Troppo lenti i colpi da fondo campo di Paire per creare grattacapi ad un Thiem solido con una roccia, che aveva tutto il tempo per le sue ampie preparazioni e le sue rotazioni esasperate. L’unica speranza per il francese era quella di provare ad aggrapparsi alla battuta, sulla quale Thiem deve retrocedere molto per poter sbracciare come piace a lui, e variando parecchio le direzioni del servizio riusciva a comandare con relativa agilità i suoi game di battuta. I problemi venivano in quelli di risposta, dove per ben due volte il transalpino non riusciva a concretizzare un vantaggio di 0-40, non necessariamente per demeriti suoi, sia chiaro, ma la sua Babolat si trovava ugualmente a volare per il campo alla sesta palla break sfumata. Queste ghiottissime occasioni sfumate sembravano avere le sembianze dell’unico treno che svanisce all’orizzonte per Paire, ma proprio quando tutto il pubblico della Margaret Court Arena (infreddolito quello all’ombra e piacevolmente al “calduccio” quello seduto al sole) si aspettava l’affondo dell’austriaco, arrivava invece un suo passaggio a vuoto che gli costava il parziale: tre insoliti errori gratuiti da fondo, un doppio fallo (l’unico del set) ed un pizzico di sfortuna per il nastro che aveva deviato il passante di Paire sulla sua palla per il 5-5 mettevano il punteggio in parità, mandando fuori dai gangheri il buon Dominic.

All’inizio del terzo parziale Thiem era furibondo, un suo diritto in rete quasi sradicava i paletti, tanto era la foga con cui colpiva la palla. Paire aveva trovato il sistema per tenere il palleggio da fondo sufficientemente bene per poter tessere la sua tela di cambi ritmo. Il 2-0 iniziale per lui svaniva così come era apparso, cancellato dal ritrovato senno di Thiem e dalla rinnovata consistenza nei colpi da fondo. Gli errori si accumulavano, in uno schema di gioco molto sfilacciato in cui Paire si trovava a meraviglia. Il break decisivo del set arrivava al nono game quando quattro bei vincenti di Thiem ribaltavano un 40-15 su servizio del francese e gli procuravano il vantaggio decisivo. Dopo una pausa per cambiarsi i pantaloncini intrisi di sudore nonostante la giornata tutt’altro che torrida, Thiem riusciva ad andare in vantaggio subito di un break approfittando di quattro errori di Paire, ma era solo un fuoco di paglia: saltavano tutti gli schemi, sei break in sette giochi, un game da venti punti con parecchi scambi spettacolari ma anche errori inspiegabili. Dominic si faceva massaggiare la spalla destra sull’1-2, combatteva da par suo ed alla fine era proprio lui a dimostrarsi più solido nel rettilineo finale del set. Un servizio ceduto a zero sul 4-4 era l’ultimo chiodo nella bara di Paire, che dopo 2 ore e 24 di battaglia salutava Melbourne e l’Australian Open 2017.

[11] D. Goffin b. [20] I. Karlovic 6-3 6-2 6-4 (Roberto Ferri)

Primo confronto diretto ufficiale tra il belga David Goffin (n. 11 ATP, undicesima testa di serie) ed il croato Ivo Karlovic (n. 20 ATP, ventesima testa di serie). Entrambi vantano un ottavo di finale quale miglior risultato raggiunto agli Australian open, rispettivamente nel 2016 e nel 2010. Quando si affrontano battitori di altissimo livello la cosa più saggia da fare è concentrarsi sui propri turni di battuta in attesa che la tempesta di servizi si plachi. Nel primo set la quiete è giunta all’ottavo gioco quando il croato ha ceduto il servizio con un doppio fallo sulla terza palla break del game. 6-3 in 26 minuti per Goffin. Nel secondo parziale la bonaccia è arrivata nel primo e nel quinto game ed ha permesso a Goffin di veleggiare sereno sino al 6-2, sigillato con una squisita volèe di diritto smorzata, per la gioia del pubblico presumibilmente ormai assopito. Al quinto gioco del terzo set Karlovic sbaglia una volèe elementare di rovescio e cede il servizio e con esso la partita al belga. Risultato finale 6-3 6-2 6-4 in 88 minuti. Confronto meno divertente di quanto fosse lecito attendersi a causa da un lato all’evidente affaticamento di Karlovic che deve aver risentito a scoppio ritardato della maratona disputata al primo turno del torneo, dall’altro a Goffin che ha commesso cinque (5!) errori non forzati in tutto il match. Secondo ottavo di finale consecutivo per lui all’Australian Open e sfida contro il vincente dell’incontro tra Dominic Thiem e Benoit Paire per l’accesso ai quarti.

[13] R. Bautista Agut b. [21] D. Ferrer 7-5 6-7(6) 7-6(3) 6-4

Una vittoria che sa di passaggio del testimone. Da operaio a operaio, da valenciano a valenciano, da personaggio schivo a personaggio che non ama i riflettori. David Ferrer è ormai fuori dai primi 20 ma un buon tabellone gli ha spianato la strada almeno fino al terzo turno, avamposto che fino a un paio d’anni fa significa aver fatto appena il compitino. Bautista Agut è ormai tennista maturo, numero 14 del ranking, uno che fa sputare sangue anche ad avversari che per talento gli sono superiori. Ha sancito una delle tracce principali del declino di Nole battendolo a Shanghaiinvece Ferrer – i due non si incrociano dal 2013 – non l’ha mai battuto. Doveva succedere ed è successo. La partita è stata spigolosa e intensa come ci si attendeva, Bautista ha fallito l’occasione di portarsi in vantaggio di due set ma poi non ha tentennato nel terzo parziale, quello che di fatto gli ha consegnato la partita. Nel quarto e ultimo set molta confusione, addirittura cinque break con Roberto però sempre abile a tenere la testa davanti, e Ferru un po’ nostalgico nella ricerca della difesa ad oltranza e nel non voler mollare mai. Una partita che non ricorderemo per i contenuti tecnici ma che ci consegna la certezza che se il Ferrer che conoscevamo non c’è più, e ormai non c’è più da qualche tempo, un suo – in qualche maniera – erede ne ha preso il posto nei piani alti della classifica. Non sarà champagne e ricami, ma il buon Raonic dovrà guardarsi dal suo tennis essenziale agli ottavi.

[WC] D. Istomin b. [30] P. Carreno Busta 6-4 4-6 6-4 4-6 6-2 (Matteo Polimanti)

Il protagonista della più grande sorpresa del torneo, Denis Istomin, attualmente numero 117 del mondo, torna in campo dopo aver estromesso al secondo turno Novak Djokovic, vincitore per sei volte dello slam australiano. L’uzbeko, chiamato alla classica prova del nove, affronta Pablo Carreno Busta, testa di serie n.30 (2-0 i precedenti per lo spagnolo, disputati entrambi sulla terra battuta) per un posto negli ottavi di finale. Ghiotta chanche, per il venticinquenne di Gijon, di raggiungere per la prima volta la seconda settimana in una prova del Grande Slam. Partenza in sordina per entrambi i giocatori, si mantengono senza grandi sussulti i servizi fino al 5-4 Istomin, quando Carreno, con un sanguinoso doppio fallo sul set point, consegna il primo parziale al suo avversario. L’incontro però appare molto equilibrato, lo spagnolo non si scompone e lentamente comincia a trovare il suo tennis, abbassando il numero degli errori gratuiti e trovando soluzioni interessanti soprattutto con il dritto, il suo colpo preferito; il break decisivo del secondo set viene operato da Carreno nel quinto gioco, complice un piccolo calo di Istomin, che concentra nello stesso game due gravi errori di rovescio. Dopo 1 ora e 17 minuti, è dunque ristabilita la parità, un set per parte, entrambi con il punteggio di 6-4.

La qualità dell’incontro sale progressivamente, l’uzbeko a sprazzi fa vedere il tennis espresso due giorni fa, mentre Carreno pare ormai aver trovato il suo solito ritmo da fondo; tuttavia, proprio come nel primo parziale, lo spagnolo trema quando serve per rimanere nel set, gioca in maniera impaurita il decisivo decimo game e ne approfitta Istomin, che fa suo il parziale, ancora una volta con il punteggio di 6-4. Il numero 117 del mondo però non dà l’impressione di riuscire a dare la sterzata definitiva, anzi è proprio lo spagnolo, nonostante la parentesi negativa nel finale di terzo set, ad avere in mano il pallino del gioco, brekkando nel terzo game il suo avversario; Carreno mantiene comodamente il vantaggio, aggiudicandosi il quarto parziale – finito ancora una volta 6-4 – forzando la partita al quinto set.

Il match diventa molto godibile e intenso, con il pubblico coinvolto in maniera particolare, tanto che entrambi i giocatori si lamentano più volte per il rumore proveniente dalle tribune. Tutto lascerebbe pensare ad un assolo dello spagnolo, con Istomin spossato dalla seconda battaglia in due giorni, ma il trentenne uzbeko è in uno stato di grazia qui in Australia, gioca un quinto set perfetto, complice anche un calo mentale di Carreno che gioca in maniera sciagurata i punti chiave del match, aggiudicandosi l’incontro con il definitivo punteggio di 6-4 4-6 6-4 4-6 6-2. La favola di Istomin, cominciata a dicembre nel torneo di play-off per una wild card del tabellone principale, continua; raggiunge per la terza volta in carriera un ottavo di finale slam e se la vedrà per un eventuale primo storico quarto di finale contro il vincente del match tra Dimitrov e Gasquet.

(in aggiornamento)

Risultati:

[9] R. Nadal b. [24] A. Zverev 4-6 6-3 6-7(5) 6-3 6-2
[15] G. Dimitrov b. [18] R. Gasquet 6-3 6-2 6-4
[8] D. Thiem b. B. Paire 6-1 4-6 6-4 6-4
[6] G. Monfils b. Kohlschreiber 6-3 7-6(1) 6-4
[11] D. Goffin b. [20] I. Karlovic 6-3 6-2 6-4
[3] M. Raonic b. [25] G. Simon 6-2 7-6(5) 3-6 6-3
[WC] D. Istomin b. [30] P. Carreno Busta 6-4 4-6 6-4 4-6 6-2
[13] R. Bautista Agut b. [21] D. Ferrer 7-5 6-7(6) 7-6(3) 6-4

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