La International Tennis Hall of Fame ha annunciato i nomi di coloro che saranno introdotti nella Hall of Fame di Newport nel 2017: si tratta di Andy Roddick e Kim Clijsters nella categoria dei giocatori recenti, Monique Kalkman-van den Bosch nella categoria del tennis in carrozzella e Steve Flink (storico “compagno di video” di Ubaldo Scanagatta durante i tornei dello Slam) e Vic Braden nella categoria dei “promotori” dello sport.
Andy Roddick è a Melbourne dove nella serata di martedì verrà presentato al pubblico della sessione serale come nuovo futuro membro della Hall of Fame, alla presenza della sua nemesi Roger Federer, che giocherà il suo quarto di finale contro Mischa Zverev subito dopo. Roddick ha incontrato i giornalisti prima della sua presentazione in campo ed ha rinverdito la sua grande tradizione di mattatore delle conferenze stampa.
“Mi sembra tutto così surreale – ha esordito l’ex n.1 americano – so che è abbastanza scontato dire di essere onorati e che questa onorificenza ha un grande significato per me, ma in questo caso è diverso. Mi sento veramente così. Non sono Roger. Non sono Serena. Non sono uno di quelli per cui è solo questione di tempo. Sono incredibilmente grato, so che avevo una chance, come quando giocavo, ma non ero sicuro che sarei riuscito a superare l’ultimo ostacolo”.
Gli è stato chiesto del suo record del 21-19 contro El Aynaoui battuto proprio qualche giorno fa dal 22-20 di Karlovic e Zeballos, e lui ha risposto con la consueta ironia: “Sì, ma io ho fatto il record essendo alto solo sei piedi, non avevo bisogno dell’altro piede [di Karlovic]”.
Successivamente l’attenzione si è spostata sui cambiamenti che potrebbero essere introdotti nelle regole del tennis. Roddick ha detto di essere “molto combattuto sulla necessità di introdurre il tie-break nel set finale. Alla fine il motore del nostro mondo è costituito da quanti occhi guardano le partite in TV. Bisogna che il nostro gioco sia orientato a quello”. Ha poi sostenuto come sarebbe auspicabile che “le due squadre finaliste possano ottenere un bye al primo turno l’anno successivo”. Ma il problema del calendario rimane sempre uno dei più dibattuti in tennis, “e anche se me ne sono andato 5 anni fa, sono certo che potrei parlare della questione in maniera informata”.
L’americano ha poi confermato con grande enfasi che era molto più faticoso andare ogni anno a giocare sulla terra del Roland Garros piuttosto che affrontare le conferenze stampa dopo ogni partita. “Non credo che fosse una coincidenza che quando giocavo contro un francese [a Parigi] venivo programmato sempre sul campo più lento e più bagnato alle 7.30 di sera. Ed una parte di me rispettava questa decisione. Spero che tutti voi vi siete occupati di me abbiate apprezzato l’onestà, come anch’io l’apprezzo. Ho rispettato le opinioni altrui, se non andavano ad impattare le altre persone nella mia sfera personale. Mi piaceva avere delle conversazioni oneste, spero che le abbiate apprezzate anche voi, o almeno che alla fine siate riusciti ad apprezzarle. Se non è così, mi scuso”.
Immancabile la chiosa su Federer: “Mi ha battuto solamente di 18 partite. Ho vinto io l’ultima volta, è stato fortunato che mi sono ritirato dopo quella. In ogni modo, credo che la parola più appropriata sia ‘rispetto’. Apprezzo molto il rispetto che ha mostrato verso di me nel corso degli anni. È strano perché condividi la storia con qualcuno, diventa parte di come la gente ti vede. Sono felice che una parte di come vengo definito sia una persona così rispettosa, di classe e di statura umana elevata come Roger. Sarebbe molto più dura per me se colui che mi ha distrutto in campo per un decennio non avesse la fibra morale di Roger”.
Roddick ha poi confermato di essere contento della sua decisione di ritirarsi (“Il tennis di oggi si è evoluto talmente negli ultimi 20 anni”) e che vorrebbe vedere una finale tra Roger e Rafa (“sarebbe la partita più importante nella storia degli Australian Open, se non del Grande Slam”).
Infine ha poi detto due parole su Kyrgios (“Peccato, eravamo quasi arrivati alla fine senza menzionarlo”): “Dire qualcosa a qualcuno è una cosa, farlo ascoltare a ciò che dici è un’altra. Fino a quando non decide che è pronto per ascoltare, è tutto inutile”.
Non è mancato nemmeno il finale lirico sul significato di lasciare uno sport cui si è dedicata la propria vita (“che concetto deprimente!”): “Nessuna legge mi impedisce di colpire qualche pallina con un mio amico. Avrò sempre accesso alla parte innocente del tennis, e non credo di aver bisogno di un palcoscenico e di un pubblico per divertirmi”.
La cerimonia ufficiale di introduzione alla Hall of Fame avverrà, come tradizione, durante l’ATP 250 Hall of Fame Tennis Championships a Newport, Rhode Island, il 22 luglio prossimo.