Australian Open
AO: Nadal supera uno splendido Dimitrov. Ora la resa dei conti con Federer
MELBOURNE – Rafa batte in cinque set un ottimo Grigor, in quasi cinque ore. In finale troverà lo svizzero, per il loro trentacinquesimo confronto diretto. L’ultimo nel 2015

dal nostro inviato a Melbourne
[9] R. Nadal b. [15] G. Dimitrov 6-3 5-7 7-6(5) 6-7(4) 6-4
I due giocatori che scendono in campo alle 19.30 nella Rod Laver Arena, piena come sempre, in una delle tante splendide serate di questa estate australiana, a giocarsi la semifinale della parte bassa del tabellone, per trovare all’atto conclusivo Roger Federer, hanno entrambi un appuntamento importantissimo. Il bulgaro Grigor Dimitrov (25 anni, numero 15 ATP) lo ha con la possibilità di dare una volta per tutte la svolta definitiva alla sua carriera, lo spagnolo Rafael Nadal (30 anni, numero 9 ATP) lo ha con la possibilità di scrivere e firmare un ennesimo, forse decisivo capitolo nella storia del tennis. I confronti diretti sono 7 a 1 in favore di Nadal, ma l’ultima partita in ordine di tempo l’ha vinta Dimitrov l’anno scorso a Beijing sul cemento. Qui agli Australian Open si erano incontrati nei quarti di finale del 2014, Nadal prevalse in 4 set.
Al servizio Nadal, commette un paio di errori, arriva un gran rovescio lungolinea di Dimitrov, 15-40 e due palle break in apertura, annulla la prima a rete Rafa, con il drittone esterno cancella la seconda, un errore e un vincente per Grigor, seconda parità, poi buona pressione dello spagnolo, 1-0 per lui. Bene al servizio Dimitrov nel suo primo turno di battuta, due ace, lo tiene a zero, 1-1, anche Nadal a 15 senza problemi, già un paio di vincenti d’annata con il dritto per lui, 2-1. Un altro paio di mazzate dello spagnolo nel quarto game, il 15-40 e le due palle break stavolta sono in suo favore, la seconda è quella buona, 3-1 Rafa, inizio veramente deciso e carico per lui, si vede fin dalla tribuna quanto è convinto, a zero tiene la battuta nel game successivo, 4-1. Accorcia servendo bene Dimitrov, 4-2, Nadal continua a martellare con il drittone, piazza anche buone prime palle, tiene a zero di nuovo, 5-2. Accorcia ancora Grigor, 5-3, adesso il bulgaro gioca bene, ma deve riuscire a prendere l’iniziativa anche quando non serve lui. Rafa al servizio per chiudere continua come un treno, servizi non esplosivi ma precisissimi a ottenere risposte non troppo profonde o incisive, e via con la girandola di topponi di dritto che lo portano inesorabilmente al 40-15, e a incamerare il set alla prima occasione. Un set a zero per lui, 8 vincenti e soli 2 errori, 29 punti a 21, nulla da aggiungere a questi numeri.
Inizia Dimitrov il secondo set, e va 1-0 senza affanno, si spera che Grigor sia entrato in partita. Lo sperano soprattutto un paio di rumorosi gruppi di tifosi bulgari con bandiere tricolori, Dimitrov li esalta con uno scambio in difesa pazzesco, comunque perso, Rafa tiene a 30 ed è 1-1, lo imita subito dopo Grigor, sembra più determinato adesso. Ma non può assolutamente permettersi di lasciare un millimetro di campo a Nadal, mai, o viene triturato in pochi scambi, è dura giocare sempre così al limite. Se ne rende conto Dimitrov, fuori tutta con risposta e dritto nel quarto game, attacco in controtempo, ed è 0-40, tre palle break fondamentali, scappa un dritto anomalo a Rafa, che perde il servizio per la prima voltra nel match, 3-1 per Grigor. Molto bravo Dimitrov a rintuzzare la prevedibile reazione di Nadal nel game successivo, tiene a 30, e sale 4-1, il match si è fatto equilibrato in questa fase, il tema tattico è chiaro, Grigor spinge con le accelerazioni e gli anticipi, Rafa va in pressione con il dritto in modo soffocante. Bene Nadal nel sesto game, lo chiude con un ace, 4-2, sul 30-30 nel game successivo altre due sassate ed è 30-40 e palla del controbreak, annullata bene dal dritto del bulgaro, poi ancora vantaggio Rafa, seconda opportunità, ed è terribile il doppio fallo di Dimitrov che rimette in corsa Nadal nel set, 4-3. In modo veramente strano per lui, e con bizzarra coincidenza, nel game successivo Rafa ricambia il favore in modo identico, doppio fallo sulla palla break, Grigor si trova 5-3 a poter servire per pareggiare il conto dei set, ma si incarta nuovamente in errori evitabili, Nadal spinge quando deve, si arriva al 15-40 e due palle break, il gratuito in rete del bulgaro sancisce il terzo break consecutivo in questa fase finale del set, 5-4 , Rafa al servizio, Dimitrov adesso non ne molla una, non può fare altro, si arrampica a 30-40, palla break e set point, ma arriva la manata lungolinea di Rafa ad annullarlo, parità, poi bella volée Grigor, set point numero due, scambio duro, stecca il dritto Dimitrov, poi scambione tutto in pressione vinto da Grigor, bravissimo, terzo set point, ma scappa la risposta, ancora parità, poi dritto largo Rafa, quarto set point, ace, poi attacco Nadal con il dritto, vantaggio interno, e 5-5. Che game, potrebbe essere stato decisivo per l’intera partita. Bravo Dimitrov a non disunirsi, servire solido, tenere a 30 e salire 6-5. Stecca un dritto Rafa, grande Grigor a rete, 15-40, i set point sono due consecutivi, e alla quinta occasione scappa in lunghezza un rovescio dello spagnolo, 7-5 Dimitrov e un set pari.
Cinque break in questo secondo set, tre subiti da Nadal, decisamente un dato non comune per un giocatore solido come lo spagnolo. Sfrutta l’onda dell’entusiasmo Grigor, al servizio in apertura di terzo set, tiene a zero spingendo convinto, 1-0 per lui. Le grida “Grisha, Grisha!” in tribuna si mescolano ai canonici “Vamos, Rafa!”, bravo Dimitrov a essere entrato in partita prima che fosse troppo tardi. A zero tiene la battuta anche Nadal, 1-1, poi arriva il rischio per Grigor, 30-40 nel terzo game, ma il bulgaro annulla la palla-break attaccando di dritto, poi un clamoroso doppio rimbalzo sul nastro gli dà il vantaggio interno, e un ace a 203 kmh a uscire il 2-1. Bravo a salvarsi Grigor, gioca bene, ma non può trovarsi in bilico un game di battuta su due. Bravo Rafa al servizio, subisce un super rovescio di Dimitrov, ma vince il secondo scambio al cardiopalmo del match, sempre con Grigor in difesa esaltante ma disperata, ed è 2-2. Come volevasi dimostrare, di nuovo in affanno Grigor alla battuta nel game successivo, 30-40 e palla break, trasformata da Nadal con una risposta aggressiva che provoca l’errore del bulgaro. 3-2 e servizio Rafa, che a essere onesti è appena appena meno discontinuo di Grigor, va spesso in difficoltà se ripagato con la sua stessa moneta (ovvero pressato da Dimitrov con il dritto sul rovescio), infatti arriva il 15-40, due palle del contro break, annullate però in modo brillante con un drittone e una buonissima chiusura a rete. Poi però errore non da lui su palla comoda, break point numero tre, serve&volley efficace, parità, gran Dimitrov in attacco, quarta palla break, e di nuovo il dritto dal centro a uscire, che qualche anno fa era una sentenza, gli scappa largo, ed è il quarto break subìto da Rafa, rientra nel set Grigor, va alla battuta con convinzione, tiene stavolta senza problemi, 4-3 per lui. In sicurezza tiene Rafa, con un ace centrale pareggia, 4-4, bene ancora Dimitrov, 5-4, forse hanno smesso di scambiarsi regali alla battuta a game alterni, si vedono buoni colpi e ottima intensità. 5-5 senza particolari sussulti, poi arriva la lotta sul servizio di Grigor, vantaggi, ma il bulgaro chiude senza correre altri rischi, 6-5 per lui. Uno spettatore colto da malore nella tribuna alla destra dell’arbitro ritarda la ripresa del gioco, per fortuna la persona si rialza e viene accompagnata fuori dagli addetti al soccorso, va alla battuta Nadal, picchia duro con servizio e dritto, 6-6, siamo al tie-break. Errore Grigor, 1-0 e minibreak, errore Rafa, 1-1, drittone Rafa, 2-1, pressione Rafa sul rovescio, 3-1 e minibreak, accelerazione Grigor, 3-2, attacco Rafa, 4-2, bel rovescio Grigor, 4-3 e contro minibreak, superscambio di entrambi, vinto da Rafa, 5-3 e minibreak, ace Grigor, 5-4, erroraccio di dritto Rafa, 5-5, di nuovo gran botte e gran scambio, errore Grigor, 6-5 e set point Rafa, pressione Rafa, 7-5 e due set a uno per lui. Il match è più interessante che bello, diversi errori di troppo in momenti importanti per tutti e due, certo anche gran cose soprattutto da fondocampo in pressione, alla fine è stato Nadal a mettere in campo quel tot di solidità in più e si trova giustamente in vantaggio.
Parte Rafa alla battuta nel quarto set, i primi tre game vanno via lisci per i giocatori al servizio, ma Nadal chiude in scioltezza dei dritti che nel secondo e nel terzo set a volte falliva, non è un bel segnale per Dimitrov, che si fa trascinare ai vantaggi sul 2-1, ma è bravo a spingere e pareggiare, 2-2. Bel match adesso, si stanno prendendo a pallate nel vero senso della parola, le ovazioni del pubblico si sprecano, serata splendida per atmosfera e passione sugli spalti. Super scambio chiuso dal passante lungolinea di Rafa con il rovescio, lo spagnolo tiene a 30, 3-2, altrettanto fa il bulgaro, 3-3, serve bene adesso Grigor, in particolare ottiene molto con lo slice da destra. “C’mon!” di uno, e “Vamos!” dell’altro (non ritengo necessario specificare i nomi) a ogni punto, tiene Nadal e siamo 4-3. Serve solido e pareggia 4-4 Dimitrov, lo stesso fa Rafa (con bella palla corta vincente), 5-4 per lui. Bravo Grigor, si rifiuta di mollare, con mezzo mondo di appassionati di tennis (per l’esattezza, praticamente chiunque meno i tifosi suoi e i più ansiosi tra quelli di Federer), e l’intero sistema dei media e degli sponsor, che vogliono la finale tra Nadal e Federer con tutte le loro forze. Fosse una partita di calcio, gli avrebbero già fischiato tre-quattro rigori contro, per stare sul sicuro, ma fortunatamente il tennis è ben altra categoria di sport da quel punto di vista. Dimitrov, giustamente, se ne frega, tira due mazzate consecutive con il servizio, ace numero 14 e 15, e siamo 5-5. Non rallenta neppure Rafa, tiene a 30 e sale 6-5, continua a picchiare con il servizio e il dritto Grigor, 6-6 e tiebreak. Dopo i ribaltoni continui del secondo e terzo set, nel quarto non si è vista l’ombra di una palla break, giusta questa conclusione. Errore Grigor, 1-0, drittone Grigor, 1-1, rovescio vincente Grigor, 2-1, dritto vincente Rafa, 2-2, errore Rafa, 3-2 e minibreak, attacco e volée Grigor, 4-2, errore Rafa, 5-2 , errore Grigor, 5-3, volée Grigor, 6-3 e tre set point, passante Rafa, 6-4, servizio vincente Grigor, 7-4 e set per lui, siamo al quinto e decisivo parziale, sinceramente non si vede un favorito ora, l’equilibrio è sottile.
Apre il set finale Dimitrov, commette un paio di errori, si trova 15-40, due palle break pericolosissime, le annulla spingendo, poi tre parità alternate al vantaggio interno, vincenti ed errori di tutti e due, arriva una terza palla break Nadal, ancora bene in spinta Grigor per salvarsi, e alla fine dopo ben 16 punti il bulgaro va 1-0, era un game molto importante. In quello successivo è il turno di Rafa di andare in difficoltà, 0-30, poi sul 30 pari un sontuoso lungolinea di rovescio vincente di Grigor dà al bulgaro la palla break, fallita con una steccata di dritto, occasione enorme che rischia di rimpiangere, nel frattempo scampato il pericolo Rafa pareggia 1-1. Tengono entrambi due bei game di battuta, spettacolare un recupero in smash rovesciato di Grigor, che nel quinto game affronta palla break sul 30-40, ma non trema, tira due botte e si salva, 3-2 per lui. Bellissima partita adesso, stanno dando tutto entrambi e si vede. Molto solido ancora Rafa al servizio, 3-3, siamo a quattro ore e mezza di battaglia, ed è tutto da decidere. Ace Dimitrov (il numero 20) ad aprire il settimo game, poi un paio di incertezze, si va ai vantaggi, ma altri due drittoni vincenti sistemano le cose, 4-3 per lui, altissimo livello. Nel game successivo va 0-30 Nadal, poi lo smash di Dimitrov ottiene il 15-40, e due palle break che definire pesantissime è poco. Grande lungolinea di rovescio Nadal ad annullare la prima, volée di dritto a cancellare la seconda, viene giù lo stadio per gli applausi, ancora a rete Rafa, suo il vantaggio, e siamo 4-4. Drittone Rafa e doppio fallo di due metri Grigor, 0-30, ma è bravo Dimitrov sempre con il dritto, 30-30, poi il nastro gli porta lunga un’accelerazione, 30-40 e terribile palla break che Nadal trasforma passando di rovescio, 5-4 per lui, potrebbe essere la svolta decisiva. Spinge Rafa e trova gli errori di Grigor, 30-0, stecca un rovescio, 30-15, gran difesa e passante Grigor, 30-30, ace Rafa (questa è classe, tirarlo adesso dopo quasi 5 ore), match point, splendido Grigor in attacco e con lo smash ad annullarlo, 40-40, di nuovo ottima prima palla Rafa, match point numero 2, ma ancora bravissimo col dritto Grigor, parità, terzo servizio vincente da destra Rafa, e terzo match point. Quando scappa lungo il rovescio di Grigor crolla in ginocchio Nadal, all’appuntamento che cercavano entrambi ci è arrivato lui, lo attende domenica un evento che probabilmente va oltre la semplice assegnazione di un titolo del Grande Slam, per entrare nei libri di storia di questo sport. Ed è bellissimo che dall’altra parte della rete, ad aspettarlo, per viverlo insieme a lui, ci sia il giocatore con cui questa storia è stata scritta ed è diventata leggenda.
Ladies & gentlemen, ecco a voi Roger Federer contro Rafael Nadal.
ATP
Numeri: il dominio di Djokovic nel tennis maschile dal 2011 ad oggi
Dalle settimane trascorse al numero uno al confronto contro gli altri grandi: Ferruccio Roberti raccoglie alcuni dati che testimoniano chi sia stato il più grande di quest’era tennistica

62 – Il numero percentuale delle settimane trascorse come 1 ATP da Novak Djokovic dal 4 luglio 2011 -giorno successivo alla prima vittoria di Wimbledon che lo proiettò sulla cima del ranking – a oggi. Una cifra di per sé impressionante che probabilmente sarebbe potuta essere ancora più significativa se il serbo non avesse saltato la seconda parte del 2017 e se l’anno scorso non avesse scelto di mettersi nelle condizioni di non poter partecipare a due Slam e quattro Masters 1000 (e a Wimbledon i punti fossero stati assegnati).
Altri numeri aiutano a comprendere meglio quanto fatto dal serbo dalla seconda metà del 2011 ad oggi: dal luglio di dodici anni fa ha vinto 19 dei 42 Slam (il 45,2%) e 29 dei 75 (38,6%) Masters 1000 a cui ha preso parte. In questo stesso periodo ha vinto 190 dei 245 (77.6%) match disputati contro colleghi nella top ten e, più in generale, si è imposto in 670 dei 768 incontri disputati (l’87,2%, una percentuale che sale al 89.3 considerando solo le partite non giocate sulla terra rossa). Della prima top 20 che lo vide al numero 1 sono rimasti sul circuito Nadal, Murray, Monfils, Gasquet e Wawrinka, mentre in quella attuale solo l’immenso campione maiorchino e Carreno Busta erano già tennisti professionisti nel momento in cui Djokovic salì per la prima volta al numero 1 del mondo.
Non per fare inutili paragoni tra campioni che hanno avuto ciascuno la loro fantastica parabola, ma per comprendere meglio questo approfondimento sul periodo che parte da quando Nole è diventato numero 1, si può osservare come solo Nadal, di un anno più grande di Djokovic, ha avuto numeri in qualche modo paragonabili al serbo. In questo lasso temporale Rafa ha comunque vinto dodici Slam e diciassette Masters 1000, occupando la prima posizione del ranking ATP per 107 settimane, ma perdendo 18 dei 31 scontri diretti giocati con Novak e sconfiggendolo solo 2 delle 14 volte in cui lo ha affrontato lontano dalla terra battuta. Ancora più pesante lo score con l’altro leggendario “big three”, Roger Federer: nato quasi sei anni prima di Djokovic, compiva di lì a un mese 30 anni la prima volta che Nole diventava numero 1 e ha inevitabilmente pagato la differenza d’età. Ad ogni modo, l’immenso campione svizzero nel periodo che stiamo analizzando ha vinto 4 Slam e 11 Masters 1000, è stato numero 1 ATP per 25 settimane complessive e contro Nole ha vinto 9 delle 27 volte in cui si sono confrontati.
Quando domenica scorsa ha sconfitto in finale degli Australian Open Stefanos Tsitsipas il serbo aveva 35 anni 8 mesi e 6 giorni, ma non è un record: sei volte è accaduto che tennisti più anziani del serbo vincessero uno Slam (il primato assoluto è di Ken Rosewall, che vinse gli Australian Open del 1972 avendo compiuto da poco più di un mese i 37 anni). Così come non è un record di longevità il ritorno al numero 1 del ranking ATP da parte di Djokovic: Roger Federer nel giugno 2018 lo è stato a meno di due mesi dal compiere 37 anni. Quel che impressiona di Nole è piuttosto come a quasi 36 anni riesca ad avere non solo elevatissimi picchi di rendimento -non impossibili ai campioni come lui- ma anche di continuità, una caratteristica molto più rara per gli over 35 negli sport professionistici. A tal riguardo basti pensare che sconfiggendo Tsitsipas pochi giorni fa il serbo ha vinto 38 degli ultimi 40 incontri giocati (e tutti gli 11 match nei quali ha sfidato colleghi nella top 10).
Par | Tit. | Fin. | Part. Gioc. | Part. Vin. | Part. Per. | % Vitt. | % set vinti | % game vinti | % t.b. vinti | |
Australian Open | 18 | 10 | 0 | 97 | 89 | 8 | 91.8 | 82.9 | 62.3 | 63.8 |
Roland Garros | 18 | 2 | 4 | 101 | 85 | 16 | 84.2 | 77.1 | 60.2 | 55.9 |
Wimbledon | 17 | 7 | 1 | 96 | 86 | 10 | 89.6 | 78.7 | 58.6 | 67.2 |
US Open | 16 | 3 | 6 | 94 | 81 | 13 | 86.2 | 76.0 | 60.0 | 61.4 |
Indian Wells | 14 | 5 | 1 | 59 | 50 | 9 | 84.7 | 76.3 | 59.7 | 69.6 |
Miami | 13 | 6 | 1 | 51 | 44 | 7 | 86.3 | 82.1 | 61.6 | 83.3 |
Monte Carlo | 15 | 2 | 2 | 48 | 35 | 13 | 72.9 | 67.0 | 58.0 | 80.0 |
Madrid | 12 | 3 | 0 | 39 | 30 | 9 | 76.9 | 69.6 | 56.0 | 50.0 |
Roma | 16 | 6 | 6 | 74 | 64 | 10 | 86.5 | 76.0 | 59.6 | 63.2 |
Montreal/ Toronto | 11 | 4 | 1 | 44 | 37 | 7 | 84.1 | 79.4 | 58.0 | 73.3 |
Cincinnati | 14 | 2 | 5 | 52 | 40 | 12 | 76.9 | 71.1 | 56.3 | 61.1 |
Shanghai | 9 | 4 | 0 | 39 | 34 | 5 | 87.2 | 81.4 | 61.4 | 71.4 |
Parigi Bercy | 16 | 6 | 3 | 54 | 45 | 9 | 83.3 | 74.2 | 58.3 | 70 |
O2 Arena (ATP Finals) | 11 | 4 | 2 | 46 | 34 | 12 | 73.9 | 68.3 | 56.5 | 70.6 |
Dubai | 12 | 5 | 1 | 50 | 43 | 7 | 86.0 | 78.4 | 59.8 | 69.2 |
Non c’è un centrale che ha fatto la storia recente del tennis a non aver conosciuto le vittorie di Novak Djokovic, unico tennista ad aver conquistato almeno due volte tutti gli Slam, tutti i Masters 1000 (e le ATP Finals). Il decimo successo agli Australian Open, torneo che in assoluto ha vinto più di tutti, fa supporre che con ogni probabilità la Rod Laver Arena sia il campo dove si giocherebbe la sua partita della vita. Più per ricapitolare qualche numero della sua carriera a beneficio dei lettori che per ricavare un dato oggettivo (nel susseguirsi delle edizioni di uno stesso torneo cambiano in parte le condizioni di gioco, basti pensare ad esempio alle modifiche apportate alla superficie e/o alle palline), sono andato a recuperare alcune sue statistiche nei tornei più importanti del circuito e in quelli nei quali ha giocato un elevato numero di match, come Dubai. Dalla tabella in cui sono raccolti i dati arriva la conferma che in effetti gli Australian Open sono il torneo in cui Djokovic ha il più alto rendimento e non solo perché è quello a cui ha preso parte più volte (18, così come al Roland Garros). A Melbourne il serbo vanta la miglior percentuale di vittorie rispetto ai match giocati (91.8%) e di set vinti rispetto a quelli disputati (82.9%). Ovviamente, non sorprende che un sette volte vincitore di Wimbledon abbia numeri eccellenti anche sui campi di Church Road, mentre un pochino stupisce che gli Internazionali d’Italia – dove vanta un ottimo score con sei successi e altrettante finali – siano il torneo sul rosso dove si esprime meglio e in assoluto uno dei migliori per il suo rendimento. In ogni caso numeri incredibili: solo a Monte Carlo, Madrid e Cincinnati (la O2 Arena dove si giocavano le Finals è un discorso a parte, vista l’altissima caratura degli avversari) non ha vinto almeno l’80% delle partite. Not too bad…
Australian Open
Gli outfit dell’Australian Open: trionfa il mix insolito di colori, ma anche il tocco di fresca eleganza
Dal mélange dei colori sgargianti alla tinta unita, fino al tocco classico e un po’ vintage, ecco le mise indossate all’Australian Open

Un Australian Open esplosivo in campo, in tutti i sensi. Il tennis quasi ingiocabile di Novak Djokovic e la potenza devastante di Aryna Sabalenka hanno sbaragliato gli avversari. Non solo. I due campioni di Melbourne Park vincono anche con i loro outfit. Per freschezza ed eleganza quello di Novak, per vistosità, energia psichedelica e originalità quello di Aryna. Tuttavia, la bielorussa stravince anche per come ha scelto di presentarsi nel consueto shooting fotografico con il trofeo, splendida in un abito rosa, romantico e un po’ vintage. C’è però anche chi non ha brillato, né in campo né con la mise, come nel caso della n. 1 del mondo Iga Swiatek. Ma, del resto, come ha detto la stessa Iga in una conferenza stampa, non si può vincere sempre. O come per Stefanos Tsitsipas che, nonostante abbia disputato un torneo pressoché perfetto fino alla finale, nella partita della vita il suo tennis diventa un po’ scialbo e banale, perdendo energia e brillantezza, all’immagine del completo indossato in questi Australian Open.
Nike – Frances Tiafoe, Aryna Sabalenka


Il completo con il quale Frances Tiafoe è sceso in campo a Melbourne ha fatto il giro del web: canotta e pantaloncini con un’unica fantasia maculata e variopinta che lo faceva sembrare uscito da un festival di Rio piuttosto che dallo spogliatoio di un torneo dello Slam. Un look da Tiafoe: nel senso che per non sembrare ridicolo devi avere i suoi bicipiti e la sua “abbronzatura”. Questo completo non era altro che una sintesi di una collezione di Nike che definire vistosa e colorata è dir poco. Ma d’altronde è l’happy slam, giusto? Quindi perché non osare? E in effetti il brand del baffo ha osato tanto. La stessa fantasia l’abbiamo potuta ammirare nel vestito di Sabalenka, alla quale, bisogna dirlo, i colori sgargianti stanno bene e danno quasi risalto al suo carattere tenace. I longilinei e pallidi Sinner e Korda hanno indossato con meno disinvoltura le magliette dal taglio largo e dalle tonalità vivaci (blu cobalto con pantaloncini lilla per l’azzurro e giallo canarino per il figlio di Petr) di Nike. Una collezione accattivante ma non per tutti insomma. (Valerio Vignoli)
Adidas – Stefanos Tsitsipas, Elena Rybakina


Il caso ha voluto che Adidas a Melbourne vestisse i due giocatori, Elena Rybakina e Stefanos Tsitsipas, arrivati a un passo dalla vittoria. La scelta di Adidas per la collazione dedicata agli Australian Open è ricaduta su un mélange di colori accesi mischiati tra loro in sorta di pennellate di tonalità diverse. Così i pantaloncini di Stefanos e il gonnellino di Elena erano un mix variopinto abbinato per Tsitsipas a una semplice maglia bianca e per Rybakina a una canotta nera. Vista la particolare scelta cromatica del pantalone e della gonna sicuramente meglio il contrasto con un colore scuro che l’accostamento al bianco. Outfit femminile ben riuscito, meno quindi quello maschile dove Adidas avrebbe potuto osare maggiormente anche nella scelta della t-shirt. (Chiara Gheza)
Asics – Iga Swiatek

Minimal e un po’ scontato l’outfit di Iga Swiatek. Per l’edizione 2023 dello slam down under, Asics ha puntato su un abbinamento di canotta e shorts dal color lilla appena accennato; in particolare, la canotta reca leggerissime “pennellate” di un giallo sbiadito. Ne risulta un completo, sì, fresco, che ben si addice al clima torrido australiano ma, forse, un po’ troppo anonimo. Anche se la n. 1 del mondo a Melbourne quest’anno non ha brillato (ha perso agli ottavi dalla futura finalista Rybakina), forse avrebbe meritato una mise di maggiore personalità. (Laura Guidobaldi)
New Balance – Coco Gauff e Tommy Paul


Semplice ma comunque efficace la collezione presentata da New Balance per questi Australian Open, indossata dai due principali testimonial del brand, Tommy Paul e Coco Gauff (anche Ben Shelton ha usato vestiti di questo brand ma non è ufficialmente sponsorizzato). Tutta incentrata sull’accostamento di bianco e nero, accompagnato da colori estivi come pesca e arancione. Per certi versi ricordava l’iconica collezione Nike del 2017, anno di una epica finale tra Federer e Nadal. Ma torniamo al presente. T-shirt girocollo per la sorpresa del tabellone maschile Paul, con bordino con motivo a contrasto e bande orizzontali multicolore. Non male i pantaloncini pesca come idea peccato che la tonalità era troppo tenue e sul bianco si notasse troppo poco la differenza. Canotta bianca aderente con buchi laterali e gonna senza troppi fronzoli per Gauff. A dare un po’ di vivacità la fascia arancioni e le sue scarpe personalizzate. Tutto ben fatto ma New Balance ci aveva abituato a completi più sorprendenti e d’impatto per la giovane tennista afroamericana. (Valerio Vignoli)
Yonex – Caroline Garcia, Casper Ruud


Molto grintoso il vestito della Yonex indossato da Caroline Garcia. La francese, che ha chiuso il 2022 con il grande trionfo alle WTA Finals, è scesa in campo a Melbourne con tutta la sua grinta e grandi aspettative anche se, alla fine, la sua corsa è stata fermata agli ottavi di finale da una delle sorprese del torneo, Magda Linette. Ma la grinta e lo slancio in Caroline non mancano mai e l’outfit dell’Australian Open li esprime al massimo: un vestito semplice, dritto, total black ma con un leggero effetto marmorizzato; la parte superiore, una canotta, reca un solo tocco di bianco sul colletto a polo, sul logo del brand e i nomi degli sponsor. Solo i polsini sono diversi, di colore lilla. Un abito non molto fantasioso, certo, ma di grande personalità e adatto al fisico slanciato e atletico di Caroline. Il nero tita unita invece viene spezzato per l’outfit di Casper Ruud. Il bel campione norvegese, che in questi giorni sta brillando sulla copertina di Vogue Scandinavia, in abbinamento alla polo nera ha sfoggiato degli shorts dello stesso color lilla dei polsini di Caroline. Un accostamento un po’ insolito per Ruud che solitamente veste in modo molto classico. Il colore pastello illumina anche le sue scarpe nere, sulla punta e sul tallone. Scelta originale e inaspettata. (Laura Guidobaldi)
Castore – Andy Murray

Uno dei protagonisti di questa edizione degli Australian Open è sicuramente Sir Andy Murray. Lo scozzese, seppur uscito al terzo turno, ha dimostrato di avere un cuore immenso nei match maratona vinti contro Berrettini prima e Kokkinakis poi. Andy è vestito dal marchio britannico Castore Sportswear che per lui ha disegnato un completo classico e molto elegante. Pantaloncino verde scuro e t-shirt bianca con una riga verde che l’attraversa in obliquo. Il logo del brand, un paio di ali spiegate, ben in vista sia sulla maglia che sui polsini bianchi che sul cappellino anch’esso candido. Murray a Melbourne spicca quindi non solo per la tenacia sportiva, ma anche per l’eleganza senza tempo del suo outfit. (Chiara Gheza)
Lacoste – Novak Djokovic


Novak Djokovic non ha sbagliato un colpo in Australia. Nemmeno in fatto di vestiti. Il completo a lui riservato da Lacoste per questa edizione del primo Slam stagionale era moderno e riconoscibile ma al contempo classico e non eccessivo. Abbandonato il verde smeraldo per l’azzurro con dettagli in arancione. Niente più motivi minimalisti in favore di una sorta di bandiera a scacchi sventolante che va a ricoprire l’intera polo: in un tono su tono nella versione serale e in azzurro che sfuma verso l’arancione nella versione diurna, forse la più riuscita delle due, anche perché stacca meglio con il pantaloncino azzurro. Solite scarpe colorate, pure quelle con l’abbinamento di colori reso celebre dai New York Knicks nel Basket di oltreoceano. Il tocco del campione è arrivato però al termine della finale, con la giacca con il numero 22 composto da una serie di piccoli coccodrilli. E, visto il dominio mostrato da Djokovic in campo. in quel di Parigi farebbero meglio a prepararne altre con il numero 23, 24, 25… (Valerio Vignoli)
Lacoste – Daniil Medvedev

Il personal branding è ormai ampiamente utilizzato dai giocatori di tennis per promuovere se stessi e la loro immagine. Basti pensare all’iconico “RF” di Federer, per il quale lo svizzero ha litigato con Nike, o alla stilizzazione delle corna di un toro di Nadal. Di recente pure Sinner ha lanciato il suo marchio, raffigurante una volpe. Con l’inizio del 2023 è venuto il turno di Medvedev. Il suo logo, pensato insieme a Lacoste, rappresenta la sua passione per i videogiochi e ricorda i quattro tasti di una playstation, con le sue iniziali nelle icone di sinistra e destra. Ci si poteva mettere più fantasia insomma. Il suo outfit dimostra però che per quanto riguarda i vestiti il brand del coccodrillo dà ancora dei punti a tanti. Una maglietta rosso fuoco (colore ideale sul blu del cemento australiano) con un colletto a v molto particolare, che fa un effetto finta polo, con una riga bianca a contrasto. Maniche in tessuto traforato, pantaloncini bianchi (e neri) e scarpe bianche. Essenziale e rifinito nei dettagli. In puro stile Lacoste insomma. (Valerio Vignoli)
Hugo Boss – Matteo Berrettini

Non è certo uno Slam fortunato per Matteo Berrettini che esce al primo turno per mano di Andy Murray. Peccato per il marchio Hugo Boss che ha trovato nel giocatore italiano un modello perfetto. Anche a Melbourne Matteo si è distinto infatti per classe ed eleganza con un accostamento di colori adatto a ogni occasione: maglietta bianca e pantaloncino nero. Il tocco modaiolo è stato regalato dalla borsa con la quale Berrettini entrava in campo, sulle stesse tonalità del completo ma dal taglio geometrico ed essenziale. La parola “BOSS” ben in vista sul lato della stessa. Come sempre Matteo promosso per quanto riguarda il lato fashion del tennis. (Chiara Gheza)
Giomila – Camila Giorgi

I completini Giomila, il brand ideato dalla stessa Camila e da sua madre, sono sempre un successo. Peccato che tale formula vincente spesso non accompagni anche i risultati in campo e, in Australia, dopo un buon inizio, la tennista di Macerata è stata travolta al terzo turno da Belinda Bencic. Comunque, in fatto di outfit, Camila ha davvero poche rivali. A Melbourne ha sfoggiato un abbagliante completo rosa fucsia che le stava benissimo. Semplice, in tinta unita (c’era anche la variante nel colore beige, più delicata), il completo mette in luce la silhouette perfetta dell’azzurra, simboleggiando tutta l’energia e l’esplosività del tennis della Giorgi. La canotta, lineare e senza frondoli, accompagna il gonnellino altrettanto semplice ma leggermente mosso e leggero. Un completo semplice e frizzante al tempo stesso, che si addice perfettamente al celeste dei campi di Melbourne Park. (Laura Guidobaldi)
DK One – Jelena Ostapenko

Nei commenti dei precedenti articoli in molti ci hanno fatto notare l’assenza di Jelena Ostapenko, i cui completi, griffati DK One, marchio lettone di solo abbigliamento femminile, non sono passati inosservati di recente. E stavolta abbiamo deciso di rimediare a questa nostra negligenza, anche per celebrare il primo quarto di finale in Australia della tennista baltica. A Melbourne la Ostapenko si è presentata con un outfit un po’ slegato: il taglio retrò sottolineato dall’ mplissimo colletto a polo e dalla gonna a pieghe sormontata da una fascia cozzava con l’abbinamento di colori molto sgargianti come corallo e blu elettrico. Un look sicuramente meno azzardato di quello visto al Roland Garros, un patchwork improbabile di maniche in simil pizzo, fantasia piede de poule e dettagli viola. Ma anche meno identificativo. E a questo punto da Ostapenko ci aspettiamo sempre tanto. Vediamo se riuscirà nuovamente ad alzare l’asticella a Parigi, il suo slam preferito. (Valerio Vignoli)
Lo shooting fotografico della campionessa Aryna Sabalenka

Aryna Sabalenka non trionfa solo in campo conquistando il tanto agognato primo titolo slam ma è vincente anche nella scelta della mise in occasione del tradizionale shooting fotografico con il trofeo. Aryna è uno splendore in un modello romantico, color rosa antico in tinta unita, lungo a tre quarti, semplice ma arricchito quanto basta da decorazioni floreali dello stesso tessuto dell’abito, applicati ai bordi delle mezze maniche e sul collo alto, quasi a formare un collier di fiori. Questi recano un tocco di vivacità anche sulla parte laterale destra del vestito. Lo arricchiscono quanto basta, senza scadere nel kitch, anzi. E poi l’acconciatura, una meraviglia. I capelli sono raccolti in uno chignon dietro la nuca e leggermente appiattito, in stile Ottocento, molto molto raffinato. Insomma, se in campo Sabalenka sa essere una veria furia di potenza e aggressività, nel festeggiamento del giorno più bello della sua carriera, ha scelto di privilegiare grazia, eleganza e romanticismo. (Laura Guidobaldi)
Australian Open
AO Donne, Steve Flink: “Sabalenka ha fatto grandi progressi, sono un po’ preoccupato per Iga Swiatek” [VIDEO ESCLUSIVO]
Il giornalista e Hall of Famer risponde al direttore sul tennis femminile: “Nei prossimi due-tre anni vedremo la migliore Coco Gauff”

0:04 Ubaldo: parlando del torneo femminile, credo si possa dire che, anche se non molti si aspettavano una nuova sconfitta negli ottavi di finale di Iga Swiatek, abbiamo avuto una delle più belle finali degli ultimi anni a livello Slam. Tra Sabalenka e Rybakina abbiamo avuto del buon tennis con pochi break, cosa che accade spesso nel singolare femminile. Abbiamo avuto una finale tra la numero 2 del mondo e una numero 10 che con i duemila punti del successo a Wimbledon sarebbe una top five.
1:09 Flink: Ubaldo sono arrabbiato con te!
1:13 Ubaldo: come mai? (sorride)
1:16 Flink: mi hai tolto le parole di bocca! Sono d’accordo, è stata una splendida finale, e come hai detto tu, è stata una sfida tra due ottime battitrici. Nel primo set Sabalenka ha ceduto il servizio sul quattro pari, e quindi ha perso il il set; ma poi non ha più perso la battuta, e ha vinto con un break per set. Aryna ha messo in campo diciassette ace e solo sette doppi falli, dati molto buoni per lei. Inoltre, il livello di gioco è stato alto, condotto da entrambe in maniera aggressiva. Entrambe hanno giocato molto bene da fondo, soprattutto Sabalenka; non potrei essere più d’accordo sul fatto che questa finale spicca tra quelle giocate nei Major durante l’ultimo biennio. Per come è stata giocata, perché è stata combattuta. Rybakina ha dimostrato che la sua vittoria a Wimbledon non è arrivata per caso, e Sabalenka finalmente c’è l’ha fatta.
L’ho vista più calma, più composta; persino quando ha servito un doppio fallo sul match point nell’ultimo game, non si è disunita. È rimasta concentrata su quello che doveva fare, ha preso un bel respiro e ha chiuso il match; sta crescendo come giocatrice e agonisticamente. Rybakina ha un bel temperamento; possiede un delle migliori prime palle del circuito, e deve migliorare forse la seconda nel kick, altrimenti le migliori ne trarranno vantaggio e lei potrebbe vacillare un attimo, ma aver giocato due finali Slam nell’ultimo anno con una vittoria e per lei incoraggiante. Sabalenka è sempre stata frenetica, sovraeccitata durante i match importanti; questo è un momento fondamentale per lei, non credi Ubaldo? Non dico che vincerà tutti gli Slam, ma ora crede di più in sé stessa.
3:36 Ubaldo: sì, ho visto Sabalenka perdere al Roland Garros da Camila Giorgi; ha commesso tantissimi doppi errori, proprio senza testa, senza voler offendere. E ora, come tu dicevi, aver vinto uno Slam dopo aver perso tre semifinali, le darà una grande fiducia. senz’altro potrà anche migliorare la seconda palla, se consideriamo che ha giocato nella finale un colpo molto piatto; un effetto in kick le permetterebbe di risparmiare qualche doppio fallo.
4:50 Flink: non è stato così male, certo può migliorare. Ha iniziato con un doppio fallo, e ne ha fatto uno sul match point, ma servire solo 7 doppi errori in tre set relativamente lunghi non è male, soprattutto se consideriamo che ha servito 17 ace.
Deve migliorare il kick sulla seconda, ma gioca già bene lo slice; sta migliorando, lo scorso anno ne faceva anche venti a match.
5:35 Ubaldo: se non ricordo male lo scorso anno ha servito 428 doppi errori: una media di 8 a match. Ma alcuni match sono finiti 62 61, quindi era come iniziare da 0-15 ogni turno di servizio!
6:03 Flink: sì Ubaldo, ma non credo che lo vedremo più così. Lei migliorerà ancora, anche negli altri aspetti del gioco. Un particolare a suo favore nella finale è che ha difeso meglio, ha colpito meglio da fondocampo. Puoi fare più cose di Rybakina da entrambe le parti del campo. È davvero completa, sa colpire sopra il capo, sa volleare.
6:48 Ubaldo: dal momento che ama prendere dei rischi, forse la terra battuta è la superficie più pericolosa. Se non riesci a chiudere nei primi quattro scambi, allora più provi più rischi di sbagliare. Comunque come dicevi tu è completa e gioca bene sia dritto che rovescio, mentre il dritto di Rybakina non è tra i migliori.
dal punto di vista di un americano, e stata più brutta la sconfitta di Pegula o di Gauff?
7:40 Flink: Pegula ha avuto un ottimo inizio d’anno; ha battuto Iga Swiatek e in tanti si aspettavano facesse grandi cose; per Coco dobbiamo sempre ricordarci che è giovanissima, quindi una sconfitta è comprensibile. la gente si dimentica la sua età e crede che abbia 25 anni solo perché è nel grande tennis da almeno cinque. Quindi è stata più deludente Pegula.
8:18 Ubaldo: in termini di potenziale chi vedi meglio tra le due?
8:29 Flink: Gauff. Nel lungo periodo; lavorerà molto e migliorerà la seconda palla e il dritto, mentre il rovescio è già ottimo adesso. Ha uno splendido atteggiamento sul campo, sa stare calma. Il suo dritto è traballante, e la sua seconda palla. Le ci vorranno due o tre anni. Pegula può andare meglio quest’anno, ma nei prossimi cinque anni scelgo Coco.
9:21 Ubaldo: parlando di delusioni, Iga Swiatek ha perso 64 64 da Rybakina, mentre Ons Jabeur ha ceduto a Vondrousova 61 57 61, risultato deludente per una numero 2 del seeding.
9:52 Flint: delusione perché abbiamo visto Jabeur perdere la finale di Wimbledon da Rybakina e la finale degli US Open da Swiatek, e quindi ci aspettavamo di più da lei. Nel suo puzzle ci sono così tanti pezzi; colpi bellissimi, il servizio la palla corta. Se non è ispirata accadono cose come quelle in Australia. Ma non sono preoccupato per lei, saprà rifarsi più avanti nella stagione.
Riguardo Swiatek, l’anno scorso ha vinto 37 match di fila fino a Wimbledon. durante la sua striscia vincente ha trionfato a Parigi. Poi ha vinto gli US Open. Non credo la vedremo dominare in questo modo; certo vincerà ancora altri Slam e rimarrà a lungo tra le prime tre o quattro del ranking. Per la consistenza del suo gioco. Ma punto di più su Rybakina. Iga si affida molto al suo gioco in difesa; prova ad essere più aggressiva, cosa che le serve per restare al top, ma non è a suo agio. È stata così convincente a Miami e Indian Wells, e poi a Parigi.
Quest’anno per lei sarà in altalena; potrebbe rimanere numero 1 del mondo, ma non rimarrei scioccato se alla fine della stagione fosse terza o quarta. Sono curioso di vedere cosa combinerà quest’anno; non ha vinto agli US open e adesso ha cominciato l’anno con questa caduta. Sono un po’ preoccupato per lei.
11:56 Ubaldo: penso che non sia facile continuare a vincere per chi non ha nel dritto il proprio colpo migliore. Tu puoi avere il miglior rovescio del mondo; guarda Djokovic. Lui ha probabilmente il miglior rovescio del mondo, specialmente il lungolinea e la risposta, ma i vincenti più importanti li ottiene con il dritto. È anche il limite di Rybakina, che ha un gran rovescio ma un dritto da migliorare.
Steffi Graf invece aveva un rovescio non tra i migliori, ma giocava un dritto straordinario; è difficile dominare a lungo senza un gran dritto.
13:23 Flink: sono d’accordo. L’anno scorso Swiatek ah ha migliorato il colpo e ha giocato diversi vincenti…
13:36 Ubaldo: sulla terra forse, dove hai più tempo per colpire.
13:47 Flint: no, anche agli US Open, ma sono d’accordo su quanto dici sulla terra battuta. Il dritto è importante un po’ per tutte; Rybakina ha un ottimo servizio e quindi può compensare in un game con tre punti diretti. Swiatek ha un servizio buono, non un grande servizio, e quindi non può ricavarci gli stessi punti.
Hai parlato di Steffi: il suo rovescio non era una grande arma, ma sapeva tenere lo slice molto basso per poi riuscire a colpire con il dritto, e lo sapeva fare in maniera meravigliosa.
Il dritto di Swiatek è la chiave; avrà bisogno di migliorarlo del 10-20%.
14:48 Ubaldo: grazie mille Flint, abbiamo spaziato su diversi argomenti di questi Australian Open. Un’ultima cosa: chi vincerà i singolari al Roland Garros?
15:10 Flint: tra le donne dico Swiatek, che gioca sulla sua superficie preferita, dove ha vinto due volte negli ultimi tre anni. Tra gli uomini forse ti aspetti che io dica Nadal per il suo quindicesimo trofeo. Ma non è al meglio, e in Australia si è infortunato ancora, contro McDonald. Penso che Djokovic potrà fare il colpo. Se Nadal sta bene può farcela. Cosa ne dici Ubaldo?
16:02 Ubaldo: che non è più il miglior Rafa; non lo vediamo al meglio da almeno sei mesi. Il favorito sarà Djokovic, anche se è difficile dirlo quattro mesi prima.
16:34 Flint: se Rafa non torna in condizione, Djokovic sarà il favorito. Inoltre, se nemmeno quest’anno potrà giocare negli Stati Uniti, ne trarrà giovamento dal punto di vista fisico, perché si presenterà fresco per la stagione sulla terra battuta.
17:12 Ubaldo: si ritroveranno a Montecarlo.
17:17 Flint: sì, non farà troppa differenza se Djokovic salta due tornei sul duro. Lui è determinato, ha vinto il suo secondo Roland Garros due anni fa e l’anno scorso ha perso nei quarti da Nadal. E’ dura batterlo, anche sulla terra rossa. È il secondo giocatore del mondo sulla terra battuta.
17:41 Ubaldo: grazie Flint, ottimo amico grande collega e… altri complimenti te li farò in privato!
Danilo Gori