ATP Rotterdam: ancora male Feliciano, Berdych preoccupa ma passa. Rivincita Istomin

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ATP Rotterdam: ancora male Feliciano, Berdych preoccupa ma passa. Rivincita Istomin

ROTTERDAM – Lo spagnolo cede in due tie-break ad un ottimo Herbert, il ceco vince nonostante gli acciacchi

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da Rotterdam, Carlo Carnevale e Raoul Ruberti

Inizia sonnolenta l’edizione 2017 del tradizionale torneo ABN AMRO di Rotterdam: appena cinque incontri di singolare, una sola testa di serie coinvolta. L’avvio della settimana è salutato da un bel sole che cerca invano di riscaldare le strade della città, ancora innevate per il maltempo dello scorso weekend: in mattinata si flirta con lo zero sul termometro (addirittura -6 percepiti). Una buona occasione allora per passeggiare all’interno del Markthal, il palazzo del mercato; una stupenda struttura semicilindrica, il cui tetto è costituito da enormi pannelli in mosaico e vetrate da cui filtra la pallida ma serena luce. L’interno è diviso in tre piani, il più basso dei quali è un parcheggio sotterraneo: a salire, un supermercato dopo la prima rampa di scale mobili, e in cima lo straordinario hangar dei chioschi. Ogni attività commerciale ha infatti a disposizione un cubo standard, sulla cui sommità si piazzano i tavolini dove consumare gli acquisti: tradizione e modernità si abbracciano, quando i profumi delle spezie e dei semi in vendita incontrano l’efficienza e la tecnologia dei negozi, ormai tutti dotati di schermi, palmari e dispositivi elettronici. Una volta usciti si può passeggiare per il modernissimo Blaak, tranquillo quartiere residenziale, o prendere la futuristica metropolitana. Destinazione: Ahoy Arena.

Rotterdam dimostra la sua natura di città “diesel” tanto negli orari di apertura dei bar e dei mercati quanto nel programma di gioco, che parte mezz’ora dopo mezzogiorno con Pierre-Hugues Herbert e Feliciano Lopez. Se la sfida non può certo definirsi un clásico per numero di precedenti – si tratta appena del secondo confronto tra i due – è pur sempre il miglior esempio di tradizione tennistica della giornata: serve and volley, pochi muscoli, addirittura un compianto rovescio monomane. Nelle prime fasi dell’incontro Lopez mette tuttavia soltanto di rado i suoi piedi in campo, e neppure amministra con cura quel maggior potere fisico concessogli dall’ossatura leggera da volatile di Herbert. La semplice prima di servizio energica basta comunque allo spagnolo per non soffrire in nessuno dei propri game, mentre il francese rispetta in tutto e per tutto il suo stile di gioco, seguendo la battuta a rete ogni volta che può. L’unico momento di vero palleggio genera anche l’unica palla break del primo set, che Lopez però spasticcia in rete con una mediocre volée alta. Al tie-break è Herbert il più preciso e il sette-sei è per lui. Il secondo set è in sostanza di nuovo il primo, con qualche piccola variazione: Herbert annulla altre due palle break, stavolta giocando in prima persona dei colpi a rete belli e coraggiosi – lo stesso coraggio che in doppio, in occasioni simili, gli viene spesso a mancare – e ottiene un nuovo tie-break. Basta un altro errore goffo di Lopez sul primo match point perché il “match senza ritmo” si concluda. La crisi dell’iberico, due sole vittorie in stagione, timbra a Rotterdam e prosegue.

L’incontro successivo riesce a dimostrarsi altrettanto anticonvenzionale, e il merito va in gran parte attribuito a Florian Mayer. Contro il numero uno dei Paesi Bassi Robin Haase, il peculiare tedesco ripropone la sua tipica mistura di rovesci tagliatissimi, dritti “mulinati” e saltelli, divertendo anche un pubblico non certo schierato dalla sua parte. A vincerlo è la strategia avversaria – correre, cercare di far correre, dare gas nel finale – il cui sviluppo consiste in una lettura progressivamente sempre migliore delle palle corte di Mayer, un semplice destra-sinistra e contropiede e infine una pressione con il rovescio lungolinea nei game di risposta conclusivi di ogni set. Nel frattempo, mentre il Centrale festeggia Haase, Donskoy batte Marcel Granollers nel disinteresse del campo 1 ottenendo la terza vittoria in tre giorni.

L’unica testa di serie in gara oggi è Tomas Berdych (3), che ha la meglio su Marius Copil pur accusando dolori al quadricipite sinistro. Il ceco ha ragione di un primo set combattuto ma non teso, che segue il tracciato dei servizi fino al tie-break: Copil annulla le uniche due palle break nel settimo game, issandosi dal 15-40 grazie a quattro prime in fila, e addirittura va in vantaggio di un mini-break nel gioco decisivo. Berdych non si scompone e indovina una serie di sei punti consecutivi dal 1-3, per mettere in borsa il parziale di apertura. Splendido lo scambio con cui arriva a set point, dominato fin dalla risposta e condito di due rovesci che centrano le righe. Nell’intervallo Berdych richiede l’intervento del fisioterapista per farsi trattare la gamba: “Spero si risolva tutto al meglio, ancora non posso dire come mi sento. Non so neanche se questo incidente condizionerà la mia partecipazione in doppio (dove è iscritto con Rohan Bopanna, ndr). Copil si rivela un ottimo picchiatore ma poco di più, seppur da segnalare ai manuali di estetica per il bellissimo rovescio: il servizio è una frustata (picco a 223 km/h), ma quando i ritmi si alzano e Berdych può colpire con i piedi fermi non c’è storia. È il ceco a doversi salvare nel secondo parziale, quando concede tre palle break sul 3-3: due bellissimi vincenti con entrambi i fondamentali si uniscono ad un servizio vincente per tornare con il naso avanti. Copil mastica amaro e va in tilt nel decimo gioco, quando cede battuta e partita a zero dopo un’orrenda volée di dritto mandata fuori a campo aperto.

In chiusura di giornata, omaggiato della qualifica di lucky loser, Denis Istomin ritrova il main draw e Aljaz Bedene per un assai curioso rematch. I due si erano affrontati appena ventiquattr’ore primanel turno decisivo delle qualificazioni, ed era stato il britannico a spuntarla mostrando appena un pizzico della verve del tutto assente nel suo avversario. In campo stavolta però c’è tutt’altro Istomin, che breakka in apertura di entrambi i parziali – cosa non da poco, considerando che il Centrale aveva fino a quel momento visto due break su tre incontri. Bedene prova a scuotersi solo nel secondo, sorpassandolo e mancando addirittura tre set point, ma la beffa non lo risparmia.

Risultati:

[Q] P.H. Herbert b. F. Lopez 7-6(5) 7-6(5)
[WC] R. Haase b. F. Mayer 7-5 7-6(3)
[Q] E. Donskoy b. M. Granollers 6-4 6-4
[3] T. Berdych b. [Q] M. Copil 7-6(3) 6-4
[LL] D. Istomin b. [Q] A. Bedene 6-3 7-6(3)

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