IW, spunti tecnici: il dritto in salto di Kyrgios

(S)punti Tecnici

IW, spunti tecnici: il dritto in salto di Kyrgios

INDIAN WELLS – Non lo sa nemmeno lui, se ha voglia davvero di giocare a tennis. Ma Nick Kyrgios tira talmente forte, e ha movimenti tanto esplosivi, da essere uno spettacolo anche in allenamento

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Forse è una speranza, o forse una mia impressione, ma almeno a giudicare da come l’ho visto comportarsi in allenamento potrebbe anche darsi che finalmente l’australiano Nick Kyrgios abbia deciso che il tennis non è poi così male. Abbiamo visto tutti di cosa è capace in positivo e in negativo durante le sue partite, ma spesso si riesce ad avere una visione più chiara del giocatore, anche a livello caratteriale, durante le “practice sessions“, che sono i momenti in cui questi ragazzi che tanto ammiriamo possono, almeno un po’, divertirsi a stare in campo e a giocare. Sono andato in mattinata al court 15 a vederlo con Nicolas Mahut, che è sempre un bel braccio almeno come tocchi se non come potenza, ma non c’era problema: di potenza, Nick ne metteva in campo abbastanza per tutti e due. Botte con tutti i colpi, impatti a volte davvero praticamente piatti (per quanto fisicamente possibile), una belva davvero.

In particolare, dopo il riscaldamento di rito (fatto tutto a garetta di tagli, smorzate e strettini da metà campo, in relax totale, ed è quello che mi ha spinto a fermarmi a guardare, stavo andando da Aga Radwanska sul 18, ma un tipo come Nick che ride, scherza e mostra voglia di fare promette sempre bene), il training si è impostato sulle accelerazioni di dritto. Tre palle e chiusura dall’altra parte, “drill” classico e sempre utilissimo. E lì, ragazzi, poco da fare: il livello non è alto, è altissimo. Siamo dalle parti di del Potro al massimo, o di Monfils in vena di bombardamento, sui 160 kmh e oltre. Facevano quasi più impressione gli schiocchi acuti come petardi all’impatto della palla sulle corde, che le traiettorie tanto veloci da non riuscire a seguirle con gli occhi, praticamente sentivo “BUM!”, e mentre volgevo lo sguardo già arrivava il suono della palla che si schiantava sui teloni in fondo. E poi, appena Nicolas per tenere era costretto ad alzare un minimo il colpi usando il top-spin, son partiti i missili in salto. Vederlo letteralmente da un metro è stato pazzesco, una potenza devastante. Non si battono i migliori al mondo senza avere almeno qualcosa di speciale: Nick è dotato di un servizio straripante, a cui se riesco dedicherò un’analisi tecnica specifica, ma di grandissimi battitori ce ne sono tanti nel circuito. Di gente che tira dritti simili, invece, proprio no. Vediamola, la bomba australiana.

Kyrgios dritto 1

Qui sopra, preparazione con rotazione busto-spalle e passo di caricamento verso la open stance. Molto bella la ricerca della palla con il braccio non dominante, evidente il trasferimento del peso verso il piede destro che si pianta giù con passo deciso.

kyrgios dritto 2

Qui sopra, fine della preparazione, ovalizzazione praticamente inesistente, c’è solo l’apertura posteriore-laterale del polso a portarsi nella bloccatissima postura a 90° verso dietro. È già iniziata la spinta delle gambe.

kyrgios dritto 3

Qui sopra, la parte più interessante e notevole dal punto di vista tecnico: osserviamo il percorso della testa della racchetta che esplode lo swing a colpire. Il piatto corde entra verso il punto di impatto scorrendo in modo lineare, che più lineare non si può, come su un binario, il polso è apertissimo e bloccato, sta per scatenarsi la frustata finale sulla palla, la sbracciata è talmente violenta che per compensare l’inerzia e mantenere centrale l’equilibrio il piede sinistro va su di 30 centimetri.

kyrgios dritto 4

Qui sopra, ecco la clamorosa manata sulla palla, la velocità di braccio è massima, Nick sale in sospensione, tutta l’energia possibile si è concentrata sul punto di impatto. Un autentico schiaffone a mano aperta.

kyrgios dritto 5

Qui sopra, l’inizio del follow-through, Nick ha colpito così forte da andare in sforbiciata piena, un passo a galleggiare nell’aria, mentre l’avambraccio si chiude verso l’interno assecondando l’inerzia della testa della racchetta, che sta viaggiando a velocità da servizio.

kyrgios dritto 6

Qui sopra, è impressionante vedere come nonostante abbia già sviluppato il finale verso la spalla opposta, il giocatore stia ancora salendo rispetto al terreno. Un dettaglio che rende bene l’idea di quanto il gesto sia dinamico e tanto violentemente proiettato verso l’alto-avanti è la catenina con medaglietta al collo di Nick, che continua a salire per l’inerzia anch’essa, fino a sopra le orecchie. Spettacolare.

kyrgios dritto 7

Qui sopra, siamo alla fase di atterraggio, la sforbiciata aerea è stata completata, tocca per primo il piede sinistro, che era partito da dietro, la gamba destra accenna un “arabesque” simile a quello che si usa fare al termine del movimento del servizio. Spero che le fotografie siano riuscite a far immaginare che razza di siluro sia uscito dalla racchetta di Nick, questa è roba che fischia a una spanna dal nastro, rotazione minima, e si stampa nell’ultimo mezzo metro prima della riga di fondo. Quando arriva, piega la racchetta in mano ai professionisti, per capire di cosa stiamo parlando. Come si usa dire, è da andare in campo con l’elmetto.

Kyrgios racchetta al contrario

E per finire “alla Nick”, qui sopra uno dei tentativi dell’australiano, in piena fase “cazzeggio”, di colpire con il manico della racchetta, è riuscito a prenderla solo un paio di volte, e qualcuna gli è arrivata in pancia, con giusto divertimento anche di Mahut, che si è così vendicato delle tremende pallate precedenti.

Bella atmosfera in campo, ottimo allenamento, attitudine positiva, nessuna indolenza. Poi oh, conoscendo gli “scleri” che troppo spesso colgono Kyrgios in partita, facendogli perdere la testa e la concentrazione, quando non addirittura la lucidità, questo matto è capacissimo di uscire domani con Zeballos, chi lo sa. Intanto, un quarto d’ora del bombardamento di dritto più pazzesco che abbia visto da quando andai ad analizzare del Potro a New York me lo sono goduto alla grande, e spero che lo possano apprezzare anche i lettori di Ubitennis.

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