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Federer-Nadal, sarà un’altra prima volta

L'eterna rivalità giunta all'atto 36 propone una sfida a suo modo inedita: Federer e Nadal non si erano mai affrontati agli ottavi di finale. E mai dal 2004 così presto in un torneo

Last updated: 24/03/2017 12:55
By Alessandro Stella Published 15/03/2017
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8 Min Read

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Ventidue volte in finale. Quattordici vittorie di Nadal, otto vittore di Federer. Nove volte in semifinale. Sei volte è stato lo spagnolo a guadagnarsi l’atto finale, tre volte lo svizzero. Due quarti di finale, entrambi vinti da Rafa, uno dei due proprio a Indian Wells nel 2013. Un Round Robin targato Finals 2011, netta vittoria di Federer (come sempre accaduto nel Masters di fine anno). Poi, lontanissimo nel tempo, un terzo turno a Miami 2004 in cui la testa di serie n.32 Nadal batteva tra lo stupore tipico delle prime volte il primo favorito del seeding Roger Federer. Era infatti la prima sfida di quella che sarebbe stata, e chissà quanti lo sospettavano, una lunga rivalità. Da allora mai Federer e Nadal si sono affrontati prima dei quarti di finale, e mai si erano trovati opposti in un ottavo di finale. Indian Wells 2017 sarà in qualche modo una prima volta dopo tredici anni di chiacchiere tecnico-tattiche, frustrazioni elvetiche, riscatti, attese, finali. Il Fedal ormai adulto si riscopre bambino perché non assegna un titolo ma solo il biglietto per sfidare uno tra Djokovic e Kyrgios. Nessuna prospettiva di un avversario comodo, solo sudore e all’orizzonte altro sudore.

Non esiste nulla di questa sfida che non si sia detto. Sul piano statistico la numerosità è tale che si possono evidenziare tendenze, azzardare ipotesi, identificare eventi anomali. La vittoria di Federer a Melbourne ad esempio. Persino i più accaniti sostenitori di Roger – anzi, forse prevalentemente loro – hanno approciato quella finale con una sorta di rassegnazione latente, schiavi dei numeri che troppe volte avevano visto festeggiare il ragazzo di Manacor. Invece Federer ha preso i numeri, le previsioni, la cabala e qualsiasi altra scienza inesatta e li ha ribaltati sull’altare di una vittoria al profumo di leggenda. Perché l’unica scienza esatta è il campo, quello su cui ogni volta si decide la contesa. Il resto puzza di retorica, maniavantismo, ciarlare selvatico da bar e “i pronostici li sbaglia solo chi li fa“. L’altra scienza esatta è l’emozione, perché se anche una sola volta li hai visti in campo non riuscirai a sottrarti al magnetismo di una rivalità che non è la migliore sotto il profilo tecnico, è ben lontana dall’essere la più equilibrata eppure è grande così, enorme. Semplicemente la copertina di un’epoca difficile da dimenticare.

Comunque la partita si farà, si deve fare, e ancora una volta qualcuno dovrà perderla. Si torna a giocare nella notte europea dopo Cincinnati 2013, ultimo incrocio in terra statunitense e ultimo in un Masters 1000. Quella volta vinse Nadal nel mezzo di una straordinaria stagione estiva culminata nella vittoria a Flushing Meadows. Questa volta la stagione è ancora giovane, tanto giovane da far sì che Federer e Nadal si affrontino da n.1 e n.2 della Race come non accadeva dal 2010 (finale Madrid, e poi ancora alle Finals di Londra). L’aria di rinnovamento che si respirava a cavallo tra stagione scorsa e stagione in corso si è rapidamente impregnata di passato, e che passato. Che ci suggerisce anche come nelle due precedenti sfide sul cemento di Indian Wells (SF 2012 e QF 2013) chi si è aggiudicato il Fedal ha poi sollevato il trofeo, anche se quest’anno la strada per chiunque dovesse vincere rimarrebbe molto impervia. Per Federer sarà l’occasione di battere Nadal tre volte di fila: non ci è mai riuscito, fermandosi due volte a due successi consecutivi (2006 e 2007, entrambe le volte vincendo a Wimbledon e alle Finals). Nadal con la vittoria potrebbe invece doppiare Federer nel computo degli scontri diretti (si andrebbe sul 24-12) come successo l’ultima volta dopo la finale a senso unico di Roma 2013, vittoria che valse a Rafa il punto del 20-10.

Ci arrivano entrambi in buona condizione. Dopo gli stop a Dubai (Donskoy) per Federer e Acapulco (Querrey) per Nadal i campi di Indian Wells hanno restituito buone sensazioni ad entrambi. Soprattutto Rafa, che ha dominato un Verdasco in ottime condizioni. Si giocherà ben dopo il tramonto quindi il caldo non sarà un fattore, mentre le condizioni di gioco potrebbero giovare a Roger meno di quanto accaduto a Melbourne. Il clima secco della California favorisce la rapidità delle traiettorie ma il cemento è medio-lento: i dati ATP della stagione 2016 piazzano Indian Wells al quart’ultimo posto tra i Masters 1000, ultimo tra quelli su cemento. Va specificato che le condizioni di gioco “reali” sono sempre la risultante tra fattore-superficie e fattore-clima, che in questo caso vanno in direzioni opposte e tendono a compensarsi. Pospisil però ha battuto Murray a suon di serve&volley, segno che è possibile vincere su questi campi con un tennis offensivo. D’altra parte il piccolo Nishioka è riuscito a neutralizzare e sconfiggere due grandi servitori come Karlovic e Berdych, mentre Djokovic ha sfoderato una notevole prestazione in risposta contro del Potro. Sembra quindi evidente che il servizio incida un po’ meno su questi campi, e per Federer potrebbe non essere un buon segno.

Alle sciocchezzuole tecnico-tattiche si affiancano però una serie di altre faccende. La rinnovata fiducia di Roger si scontra con la voglia di rivalsa di Rafa, che in questo momento potrebbe avere più bisogno di una vittoria rispetto al suo rivale. Si avvicina la terra, la fetta di stagione su cui Rafa ha già ammesso di puntare tutto, e le iniezioni di fiducia servono anche a chi sulla fiducia ci ha costruito una carriera. Indian Wells poi è il 1000 su cemento in cui lo spagnolo vanta i numeri migliori: tre titoli (l’ultimo nel 2013) e una finale. La confidenza con un torneo è un fattore che incide parecchio, per conferma chiedere a Murray che non riesce a spiegarsi come mai in California giochi spesso male. Però, però. Nadal forse non è più sicuro che portarla sulla lotta significhi vincerla . Alla vigilia dell’ultimo atto delle Finals 2010 Gianni Clerici diceva “Se si tratta di una vicenda tennistica credo che sia favorito Federer, se si tratta di una vicenda psicanalitica il favorito è Nadal. Sempre”. Forse non è più così vero, oggi l’età pesa per entrambi. Il Fedal invecchia e con lui alcuni pronostici. Ma è sempre (come) la prima volta.

Indian Wells: Federer b. Johnson 7-6 7-6

Indian Wells: Nadal b. Verdasco 6-3 7-5

Indian Wells Day 8, il programma di gioco: Federer-Nadal all’1 di notte


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TAGGED:atp indian wells 2017Rafael NadalRoger Federer
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