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Opinioni

Il bicchiere mezzo pieno: più ricambio o meno ricambio?

Torna la chiacchierata con Bill e Ted. Federer vince ancora, i giovani latitano: cosa è davvero meglio per il tennis?

Last updated: 26/03/2017 8:48
By Daniele Malafarina Published 25/03/2017
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9 Min Read


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Il bicchiere mezzo pieno. Teste di serie, 16 o 32?

Bill: Federer giocherà a Basilea fino a 38 anni.

Ted: Tutti i giorni? Ininterrottamente?

Bill: No, idiota! Al torneo di Basilea. In autunno. Per dire che non si ritira di certo per altri 3 anni.

Ted: Dovresti essere contento. Ha appena vinto ad Indian Wells, è numero uno nella race con notevole distacco sul numero due…

Bill: Nadal.

Ted: Nadal, appunto. Dovresti essere contento.

Bill: Lo sono.

Ted: Non sembri contento.

Bill: È solo che…

Ted: Che?

Bill: La cosa mi ha dato da pensare. Tutto qua.

Ted: Elabora, per favore.

Bill: Ecco… È un po’ la storia del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno.

Ted: Ma dai? In che senso?

Bill: Sono proprio sicuro di essere contento? Sono un appassionato di tennis prima che di Federer. Sono proprio sicuro che vedere lo svizzero in campo fino a quarant’anni sia un bene per lo sport?

Ted: Federer ha legioni di fans ovunque, finchè gioca non può essere un male.

Bill: Legioni di fans per Federer, e per Nadal anche, non sono necessariamente legioni di appassionati di tennis.

Ted: Guarda, io sono d’accordo con te, ed il giorno che quei due si ritireranno sarà un duro colpo per il tennis. Ma ce la faremo. Ci saranno giovani talenti che prenderanno il loro posto.

Bill: Giovani talenti? Djokovic e Murray sono trentenni pure loro. Quando li vediamo i giovani? Quando hanno 26 anni? E se poi questi si ritirano a 30, come esseri umani normali, non facciamo in tempo a tifarli cinque minuti che hanno già finito.

Ted: Una volta era diverso?

Bill: Era diverso, eccome. Tra il primo slam vinto da Connors e l’ultimo ci sono 10 anni. Borg si è ritirato a 26 anni. McEnroe tra il primo e l’ultimo slam, solo 6 anni. Lendl 7, Edberg 8, Becker 12 ma con poca continuità al vertice. Sampras 13 ma all’ultimo slam era già finito da un pezzo. Agassi 12, anche lui con anni di vuoto in mezzo.

Ted: Mentre per Federer ad ora sono 15 anni tra primo e ultimo slam e potrebbero diventare di più. Per Nadal sono 10, visto che non vince uno slam da Parigi 2014, ma dovesse vincere a Parigi quest’anno (per la decima volta!), cosa che non sembra impossibile, diventerebbero 13.

Bill: Appunto. Connors, forse il più longevo dell’era open fino ad oggi, fu al vertice del tennis (diciamo top 3) per 12 anni. Lendl fu continuo al vertice per 10 anni, Sampras 9, McEnroe 7. Agassi non fu tra i primi mai per più di 2 anni consecutivi. Becker pure due, ma settimane. Scherzo.

Ted: Mentre oggi tutti durano al vertice per più tempo, vuoi dire? Persino Berdych è stato top ten per 7 anni di fila. Però non so. Sono quei due ad essere speciali o è il tennis ad essere cambiato?

Bill: Credo un po’ entrambe le cose. Tennis più uniforme, superfici più simili, minore accesso ai punti in classifica, rendono il ricambio più difficile. Guarda la top ten di oggi e confrontala con quella di trent’anni fa. Oggi c’è un solo giocatore sotto i 25 anni. Nei primi dieci prima dei vent’anni neanche a pensarci. Un po’ mi mancano i vincitori a sorpresa che diventano campioni solo dopo. Oggi i campioni del futuro li scopriamo con calma, anno dopo anno, mentre fanno gavetta per arrivare in cima. Una volta alcuni partivano col botto.

Ted: E una volta dopo cinque o sei anni erano già bolliti. A trenta quasi tutti avevano smesso.

Bill: Per restare al vertice serono motivazione e duro lavoro, adesso come allora.

Ted: E condizione fisica.

Bill: Vero, e condizione fisica. E tutti e due i nostri mostri, nonostante infortuni (Nadal più di Federer) sono sempre tornati fortissimi. Ma anche gli altri giocatori sono in generale più longevi e prestano maggiore attenzione a preservarsi integri rispetto al passato.

Ted: Pensa che io davo Nadal per spacciato dopo l’infortunio del 2009. E a fine 2008 pensavo che Federer potesse vincere ancora uno o due slam in carriera, al massimo.

Bill: Sì, be sulla tua incapacità di fare previsioni non avevo dubbi. Se il declino vero e proprio fosse iniziato nel 2013 per Federer e nel 2015 per Nadal potremmo dire di essere nella norma. Longevi, continui, ma nella norma. Invece questi due vacillano ma non crollano. Sono ammirato, sia chiaro, ma sotto sotto una finale slam con due nomi nuovi la guarderei volentieri.

Ted: Tipo Cilic – Nishikori a New York?

Bill: Non l’ho vista quella, ero…

Ted: Ah! Certo! Eri occupato, il vernissage, il corso di feng shui, la suocera a cena. Intanto se la finale fosse stata Djokovic – Federer secondo me non te la perdevi per niente al mondo.

Bill: Touchè.

Ted: Guarda che forse se i giovani non vincono slam e non sono in corsa per il numero uno la colpa è un po’ anche loro. Federer e Nadal in questo inizio di stagione sono stati eccezionali, ma sono ben lontani dai due campioni che vincevano tutto una decina di anni fa. Un giovane campione con il talento e la fame di vittorie avrebbe potuto cogliere l’occasione. Forse se nessuno l’ha fatto è perchè nessuno tra i giovani è abbastanza forte. Penso a Dimitrov. La semifinale in Australia con Nadal l’ha persa per carattere, come pure perse il quarto di finale tre anni fa. Io spero in Kyrgios.

Bill: Ti ricordo che Kyrgios in Australia ha perso da Seppi.

Ted:  Magari non quest’anno ma presto.

Bill: Quindi anche tu speri in un ricambio?

Ted: Come te, sono combattuto. Mi piace tifare per i vecchi campioni. Quando sai che potrebbe essere l’ultima volta che li vedi in una finale importante. Connors nel 1992 a New York. O Sampras nel 2002.

Bill: Ma qui di ultime volte cominciano ad essercene troppe. Questi due non se ne vogliono andare. Sono quasi dieci anni che si parla del loro declino. Invece in declino sembrano esserci Djokovic e Murray. E mentre Goffin, che comunque di anni ne ha 26, la top ten la sfiora ecco che Tsonga ci torna a trentuno.

Ted: E ti lamenti.

Bill: No… Sì… Non lo so. Sono contento. La finale in Australia è stata bellissima. Tsonga mi piace. Ma allo stesso tempo… voglio nomi nuovi, facce nuove.

Ted: Quindi un po’ ti lamenti un po’ no. Tra i top ten vorresti dieci nomi nuovi ma pure quelli vecchi. Magari due giocatori al numero uno e otto vincitori di slam in un anno, quattro giovani e quattro vecchi.

Bill: Ecco se la metti così, capisco che non si può avere tutto. È un po’ la storia del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, credo.

Ted: Esatto. È un po’ la storia del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno.

Bill: Allora io prendo i giovani! Voglio ricambio. Voglio Dimitrov a Wimbledon, Zverev a New York e… e… e una vera sorpresa a Parigi!

Ted: Ma pensa te, io invece sto coi vecchi. Che questi Federer e Nadal durino ancora a lungo, circondati da Tsonga e Berdych vari, che un’altra finale a New York tra Nishikori e Cilic la salto volentieri.


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