Focus
Settimana degli italiani: l’orgoglio della Leonessa e lo sfogo di Errani
L’Italdavis si infrange contro un Goffin troppo forte. Francesca Schiavone dà filo da torcere alla n.1 Kerber, Errani non esce dalla crisi e sbotta

Inutile nasconderlo: dopo l’annuncio da parte di Fabio Fognini del suo forfait per la trasferta belga, si era capito che le possibilità della nazionale azzurra di accedere alle semifinali del World Group si fossero ridotte al lumicino e il verdetto del campo non ha fatto altro che ribadire la superiorità dei belgi, quantomeno su una superficie veloce come il tappeto dello Spiroudome di Charleroi. La presenza del numero 1 azzurro, reduce dalla grande semifinale di Miami e dalla conquista del punto decisivo in Davis a Buenos Aires due mesi fa, poteva garantire teoricamente maggiori chance, sebbene il pronostico rimanesse in ogni caso a favore dei padroni di casa. Non va dimenticato che il ligure era in vantaggio 1-0 con Goffin negli scontri diretti (vinse sul duro di Pechino nel 2015) ed era avanti 3-2 con Darcis nei precedenti che considerano anche le sfide nei circuiti minori (qualificazioni, Challenger e Futures) e, circostanza non secondaria, la sua presenza in campo poteva far giocare un pizzico più deresponsabilizzati ed a braccio sciolto gli altri singolaristi.
In ogni caso, torniamo dal Belgio con la consapevolezza di avere un buon doppio alternativo a quello composto da Fognini e Bolelli (Andreas e Simone in coppia vinsero del resto nel 2016 l’ATP 500 di Dubai sconfiggendo ottime coppie) e con pochi rimpianti, se non magari il mancato utilizzo nella terza giornata di Bolelli, il quale, seppur reduce da un lungo doppio il giorno prima e da poche partite come singolarista a seguito del rientro nel circuito a febbraio, in carriera ha dimostrato di avere maggiori armi e potenzialità sull’indoor, dove ha sconfitto top ten e vari ottimi giocatori, a differenza di Lorenzi, che ha costruito la sua pregevole classifica soprattutto sui campi in terra rossa. La sconfitta non mette in discussione il buon livello medio della nostra squadra, dall’età media alta (il più giovane, Fognini, compie a maggio 30 anni), ma capace di raggiungere, negli ultimi 5 anni, per 4 volte i quarti di finale (con la punta della semifinale persa in Svizzera nel 2014). Una bella soddisfazione per una nazionale azzurra che, dopo essere uscita dal World Group nel 2000 per mano del Belgio nell’incontro di Mestre, era tornata dove era sempre stata solo nel 2012, dopo aver battuto il Cile nello spareggio del 2011 e dopo anni di umiliazioni, come la Serie C, arrivata dopo l’umiliante sconfitta patita nel 2003 in Zimbabwe. Preoccupa, semmai, la mancanza di ricambi validi all’orizzonte: dando una veloce occhiata alla classifica, il miglior under 23 azzurro è Stefano Napolitano, 177 ATP, ed è su questo problema che andrebbero accentrate le luci dell’attenzione mediatica.
Se il settore maschile di certo non ride, quello femminile piange sempre più: questa settimana le uniche due tenniste italiane iscritte a tornei hanno rimediato in due una sola vittoria. Ma se a Francesca Schiavone, quasi 37enne, non si può imputare nulla ed anzi va elogiata per come è riuscita a mettere in difficoltà la Kerber, preoccupa sempre più l’involuzione della Errani, autrice a Charleston di una pessima prova, che con ogni probabilità le costerà la necessità di passare dalle quali per partecipare al Roland Garros. Ma a prescindere da questo, l’emiliana ha soprattutto bisogno quanto prima di ritrovare fiducia nel suo tennis con qualche vittoria: in questo periodo professionale sembra molto fragile psicologicamente, come fa immaginare anche il suo tweet post-eliminazione a Charleston.
L’ex numero 5 del mondo sta vivendo un momento molto delicato della sua carriera, che già tantissime soddisfazioni le ha regalato: dopo un deludente 2016, il cambio di guida tecnica deciso a fine stagione – da Lozano che l’aveva accompagnata dagli esordi nel mondo pro, a Montalbini, suo maestro dagli 8 ai 15 anni – non ha prodotto gli effetti sperati e, complice anche una serie di problemi fisici, questo 2017 è iniziato in maniera peggiore, con l’uscita (temporanea) dalle prime 100.
L’emiliana, che tra una ventina di giorni compie trent’anni, purtroppo non riesce a vincere due partite di fila dallo scorso agosto ai giochi olimpici di Rio, dove sconfisse Kasatkina e Strycova, prima di perdere dalla Bertens: l’inevitabile conseguenza è stata la discesa in classifica che, come detto, le costa il concretissimo rischio di dover affrontare le quali per poter partecipare al Roland Garros. Proprio per cercare di giocarsi le ultime chance per scongiurare tale ipotesi, Sara per la quinta volta si è iscritta al Volvo Car Open di Charleston, nel South Carolina, uno dei tornei più antichi e nobili del circuito, capace di vantare un albo d’oro con campionesse che hanno fatto la storia di questo sport come Tracy Austin, Jennifer Capriati, Stefi Graf, Conchita Martinez, le sorelle Williams, Martina Hingis e Gabriela Sabatini. In quello che è ormai l’unico torneo del circuito a giocarsi sulla terra verde, Sara difendeva i pesantissimi 185 punti della semifinale conquistata l’anno scorso alla Family Circle Cup, quando si arrese alla Vesnina. Sorteggiata contro la lucky loser Grace Min, 23 enne statunitense di Atlanta, n°129 WTA, battuta molto nettamente nell’unico precedente degli Autralian Open 2015, Sara ha bissato la tipologia di successo: involatasi sul 4-0 dopo venti minuti, ha chiuso il primo set 6-1, concedendo appena 13 punti all’avversaria. Dopo una distrazione costatale lo smarrimento del servizio in apertura di secondo, ha poi inanellato un filotto di sei giochi consecutivi, che le hanno regalato il duplice 6-1.
Al turno successivo Sara aveva un ostacolo certamente non insormontabile, l’australiana di origini russe Anastasia Rodionova, numero 669 WTA, ma top settanta nel 2010, proveniente dalle qualificazioni: vi era un solo precedente tra le due, al secondo turno dello US Open 2014, vinto dall’azzurra in due set. Purtroppo questa volta Sara è scesa in campo nella sua versione peggiore, come si evince dalle statistiche relative al suo colpo più debole e che quindi maggiormente funge da termometro della sua forma, il servizio: nonostante un buon 72% di prime in campo, l’Errani ha vinto la miseria di 29 % di punti con la prima e del 33% con la seconda. Con tali numeri è impossibile fare partita pari e difatti Sara ha perso con un netto duplice 6-2 in appena 1 ora ed 1 minuto di gioco, durante i quali non è praticamente mai stata in partita, se si eccettua il break in apertura di secondo set regalato dalla Rodionova con due doppi falli.
Francesca Schiavone è ammirevole per l’umiltà e la passione con la quale sta girando il circuito in quest’ultima sua stagione di una eccellente carriera, incurante di una classifica che si fa sempre più modesta (152 WTA), che la costringe alle quali nei Premier e nei prossimi Slam (con ogni probabilità quelli europei, almeno). La Leonessa, che non ha la meglio su una top 100 dallo scorso ottobre, quando in Lussemburgo sconfisse la Siegemund, si è iscritta alla nona edizione dell’ International WTA di Monterrey (250.000$ di montepremi), terza città più popolata del Messico, situata nella sua parte nord-orientale. Francesca, che partecipava per la terza volta in carriera all’Abierto GNP Seguros, è stata decisamente sfortunata nel sorteggio del tabellone, che l’ha accoppiata alla numero 1 del mondo Angelique Kerber. I precedenti tra due giocatori danno sempre indicazioni utili: la nostra tennista aveva sconfitto in 3 occasioni su 5 la primatista del ranking, sebbene la mancina teutonica sino al 2015, anno degli ultimi scontri tra le due, non fosse ancora esplosa a grandissimi livelli.
Francesca a Monterrey ha confermato di avere nel suo repertorio le armi tecnico-tattiche per dare molto fastidio alla Kerber: nonostante le 150 posizioni di differenza in classifica, la tennista azzurra ha onorato la wild card concessale dagli organizzatori vincendo in 37 minuti con merito un primo set giocato con grandissima attenzione (spicca un eccellente 80% di prime palle in campo). Un fisiologico calo della milanese e la contestuale veemente reazione della tedesca, sono costate alla Schiavone un pesante filotto di 8 game a 0, che ha deciso di fatto la partita: dopo il 6-0 con il quale è stato archiviato in 22 minuti il secondo parziale, il terzo è stato deciso dall’unico break del set, quello subito in apertura dalla Schiavone, la quale, pur recuperando il bandolo della matassa del suo tennis,non è riuscita più a cambiare l’inerzia dell’incontro, finito nelle mani della Kerber col punteggio di 4-6 6-0 6-4 in 1 ora e 40 minuti.
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WTA Miami: Giorgi salva se stessa e la giornata delle italiane. Paolini esce tra i rimpianti
Camila ha bisogno di tre ore e mezza (match più lungo della stagione WTA) per superare Kanepi. Jasmine va vicina al 4-1 nel parziale decisivo contro Bjorklund e poi si fa rimontare

Si è conclusa con una nota positiva una giornata complicata per le tenniste azzurre nel day 1 del Miami Open by Itaù. Dopo la sconfitta di Cocciaretto e quella di Paolini, che ha sprecato un set di vantaggio e diverse altre occasioni (su tutte la doppia opportunità di salire sul 4-1 nel parziale decisivo) nel match contro la qualificata Mirjam Bjorklund, è arrivata quantomeno la soffertissima vittoria di Giorgi che ha avuto la meglio di Kanepi dopo tre set (tutti finiti al tie-break) e 3 ore e 37 minuti di gioco: si tratta del record di durata della stagione WTA. Il match tra la marchigiana e l’estone ha assunto i tratti dello psicodramma quando Camila si è fatta rimontare dal 5-0 nel parziale decisivo per colpa soprattutto dei doppi falli (5 nei due game in cui ha servito per chiudere l’incontro e 14 totali). L’azzurra ha comunque ritrovato la lucidità nell’ultimo tie-break e ha così ottenuto la seconda vittoria in carriera a Miami (la prima risale al 2015) dove aveva perso al match d’esordio in sei occasioni su sette. Al prossimo turno per lei ci sarà Vika Azarenka, battuta già due volte (nel 2014 e nel ’18).
Bjorklund, invece, superando Paolini, ha ottenuto la prima affermazionein un 1000 al primo tentativo, confermandosi bestia nera per le nostre portacolori: ora sono 13 le sue vittorie contro giocatrici italiane a fronte di sole tre sconfitte. Questo è inoltre il suo settimo successo contro una top 100. Per Jasmine si tratta invece della terza eliminazione consecutiva al primo turno dopo quelle di Dubai e di Indian Wells.
C. Giorgi b. K. Kanepi 7-6 (4) 6-7 (4) 7-6 (4)
Primo set – Giorgi si complica la vita ma il tie-break è suo
L’inizio del match di Giorgi è fulminante: l’azzurra serve benissimo concedendo un solo punto nei primi due turni di battuta e brekka Kanepi alla prima occasione utile approfittando di due doppi falli dell’avversaria. Camila ha l’occasione per ipotecare il set già nel quarto game, ma l’estone si salva dopo aver annullato tre palle break. L’azzurra viaggia spedita al servizio, almeno fino al 4-2 quando la sua percentuale di prime in campo si abbassa repentinamente (scendendo ben al di sotto del 50%). Fortunatamente, però, la seconda non le crea troppi problemi e il numero di doppi falli rimane contenuto. Le difficoltà con la prima di servizio continuano anche sul 5-3, ma Camila arriva comunque a un punto dal primo parziale: qui, però, commette un grave errore colpendo un dritto senza appoggiare bene i piedi sul campo. Kanepi, allora, non si fa pregare e picchiando con il rovescio da fondocampo rientra nel set. Sul 6-5 Giorgi ha un’altra occasione per chiudere: l’esito è però uguale a quello del primo set point. Nel tie-break la giocatrice estone si porta in un amen sul 3-0, ma la marchigiana rimane lucida e poi sono due doppi falli dell’avversaria e un nastro fortunoso a portarla avanti: il terzo set point, dopo un’ora un quarto di gioco, è quello buono.
Secondo set – Ancora tie-break ma questa volta Kanepi è perfetta
La prima a servire, dopo un lungo toilet break di Giorgi, è Kanepi: sembra un game interlocutore con Kaia avanti 30-0, ma a Camila basta poco per rimettersi in corsa e arrivare alla palla break. Sulla prima la numero 57 del mondo si salva con l’ace, ma sulla seconda l’azzurra entra nello scambio e sfonda con il dritto. I game tranquilli si succedono fino al 3-2 quando l’estone torna a fare paura in risposta: Giorgi, però, è brava (ace sporco sulla prima palla break) e fortunata (rovescio che sembrava destinato a rete ma che supera il nastro dopo avergli dato un bacino) e resta in vantaggio. Sul 4-3, invece, Camila è incosciente perché in due momenti delicati tira la seconda come fosse una prima: sul 30-30 trova l’ace, mentre sulla parità il doppio fallo. Purtroppo non è nemmeno il solo del game: ne arriva infatti un altro più doloroso (e più sfortunato per via del tocco beffardo del nastro) sulla seconda palla break per Kanepi. Come nel primo parziale c’è quindi da soffrire fino in fondo. Anche perché sul 6-5 per Kaia, la marchigiana deve annullare un set point dopo aver sprecato un vantaggio di 40-15 per guadagnarsi il tie-break. Il livello si alza rispetto a quello del primo, e in particolare è l’estone a giocare bene: la numero 57 del mondo è impeccabile al servizio e, dopo aver ricevuto in dono da Camila il mini-break, si prende il set con una risposta di rovescio che lascia ferma l’azzurra.
Terzo set – Camila scappa via subito ma soffre fino all’ultimo
L’inizio del parziale conclusivo è un film già visto: anche in questo caso, infatti, Kanepi si fa brekkare immediatamente. E lo fa sbagliando tutto il possibile anche di più: due dritti e un rovescio sparacchiati oltre la linea di fondocampo e un doppio fallo danno il vantaggio all’azzurra, senza che quest’ultima metta a segno colpi vincenti. La grande differenza tra i primi due set e questo sta però tutta nel quarto game: finalmente Giorgi riesce infatti ad allungare in modo deciso conquistando il secondo break. In realtà è più Kaia a consegnarsi all’avversaria: l’estone è palesemente a corto di energie e non riesce più a trovare il campo con il dritto, giocato praticamente da ferma. Camila sale così sul 4-0 e poi si porta a un passo dalla chiusura dopo aver tenuto agevolmente il servizio.
Senza il brivido finale, però, non sarebbe un match in linea con la storia della 31enne di origini argentine: il game del 5-1 e poi quello del 5-3 sono da vietare ai giovani di qualsiasi scuola tennis. Giorgi cade infatti nell’incubo dei doppi falli (5 in questi due turni) e fa così rientrare in partita l’avversaria che ha il merito di non regalare nulla in questi due giochi. A rimonta quasi completata, però, l’estone torna a commettere gratuiti figli della stanchezza e concede così un match point ma nemmeno questa è la volta buona: si va avanti. Sul 5-5 Camila interrompe quantomeno la striscia negativa e si assicura il tie-break che comunque non riesce a evitare. Il primo mini-break è dell’azzurra che vince un bel braccio di ferro sulla diagonale di dritto. Quasi incredibilmente, Giorgi amministra il vantaggio senza sbavature e riesce finalmente a porre fine a un match estenuante.
[Q] M. Bjorklund b. J. Paolini 4-6 6-4 6-4
Primo set – Paolini in controllo ma chiude con il brivido
Prima palla break per Paolini che prende subito il vantaggio su Bjorklund: 2 giochi a 0. Tutto molto semplice fino ad ora per l’azzurra che tiene il turno di servizio successivo a 0 ed in soli 9 minuti va a sedersi avanti 3 a 0. Si sblocca ai vantaggi la svedese riuscendo a portare a casa finalmente il primo game: 3-1 Paolini. Entrambe tengono i turni di servizio successivi e Paolini sopra 5-2 va a rispondere per provare a portare a casa il primo set. Ma la numero 149 del mondo non è ancora pronta ad arrendersi e tiene il servizio per accorciare le distanze: 5-3 Paolini che ora può servire per il primo set. Arrivano però le prime due palle del contro break a favore della svedese.
Paolini annulla la prima con un dritto al volo da manuale, e la seconda con un altro dritto vincente. Il nastro protagonista di questo game non aiuta l’azzurra che deve annullare una terza palla del contro-break. Questa volta però la tensione non da scampo a Paolini che commette un fatale doppio fallo e va sedersi sopra 5-4. Ma poco dopo Bjorklund restituisce il favore all’italiana e le regala due palle break, ovvero due set point. Paolini sbaglia la prima ma con grande coraggio porta a casa la seconda: 6-4.
Secondo set – Fuga Bjorklund: Jasmine si ferma a un passo dalla rimonta
Le difficoltà palesate da Jasmine in battuta nella parte finale del primo set si ripresentano anche in avvio di secondo: la svedese trova il giusto timing in risposta e riesce così a entrare bene nello scambio. Dall’altro lato, l’azzurra è meno solida rispetto alla prima mezz’ora di gioco e Bjorklund, che invece ora sbaglia molto poco, ne approfitta per iniziare il parziale con il break. Il momento complicato di Paolini non si esaurisce qui perché anche nel turno di battuta successivo, sul 2-0 per la numero 149 del mondo, abbondano le palle break. La giocatrice di Stoccolma si porta infatti sullo 0-40 ancora grazie a una serie di risposte incisive. Jasmine reagisce annullandole tutte ma poi sulla parità Mirjam effettua un paio di recuperi quasi impensabili e, sulla quinta palla break, la toscana non ha la calma di scambiare e spedisce in rete una palla corta di rovescio. Sulle ali dell’entusiasmo, la svedese domina i suoi turni di servizio contando su un grande feeling con il dritto.
Bjorklund arriva così a servire per il set sul 5-2. La tensione, per lei che è all’esordio in un main draw di un torneo 1000, si fa sentire e Jasmine se ne accorge: l’azzurra spinge sul rovescio dell’avversaria e raccoglie i frutti di questa strategia penetrando poi dall’altro lato. Uno dei due break di svantaggio è così recuperato, ma la svedese ha una seconda opportunità per portare la partita al terzo sul 5-4. Il braccio di Mirjam trema ancora, mentre Jasmin combatte punto su punto e si guadagna l’opportunità per riportare in equilibrio il set. Qui Bjorklund trova il soccorso del servizio e nei due punti successivi mette da parte la tensione pescando due vincenti imprendibili prima con il rovescio e poi con il dritto che le valgono e le fanno meritare il parziale.
Terzo set – Paolini spreca un break di vantaggio. Bjorklund ne ha di più nello sprint finale
Paolini inizia il set conclusivo con il piede giusto tenendo un turno di servizio tanto cruciale quanto complicato: l’azzurra, infatti, tiene alto il ritmo ma la svedese sembra ormai reggerlo nella maggior parte delle occasioni. Questa impressione si conferma anche sull’1-1 con Jasmine che spesso fatica a leggere la direzione del dritto dell’avversaria. Con caparbietà, però, la toscana resta lì e annulla una palla break con un servizio vincente. Da qui Jasmine trova le energie per riprendere in mano il controllo degli scambi e, con grande intensità combinata alla regolarità, si va a prendere di forza il break. Sembra la svolta decisiva del match anche perché la nostra portacolori ha due occasioni per salire sul 4-1: proprio nel momento di consolidare il vantaggio, però, Paolini perde completamente le misure del campo con il dritto in uscita dal servizio. Bjorklund, costantemente incitata dal fidanzato e a tratti anche coach Shapovalov, viene così rivitalizzata dagli errori di Jasmine e ritrova il coraggio per essere aggressiva in risposta: il set torna quindi in equilibrio.
L’italiana sembra comunque avere il controllo della partita e infatti costruisce bene i punti. A mancarle è però la mazzata definitiva. Oltretutto, quando la svedese si trova con le spalle al muro, dal suo cilindro esce sempre fuori un colpo imprendibile, come quando pesca l’ace sulla palla break nell’ottavo game. Dopo l’ennesima occasione non colta, allora, tocca a Mirjam avere l’opportunità per brekkare e un dritto in corsa spedito a rete da Jasmine manda la giocatrice di Stoccolma a servire per il match. La toscana è a corto di energie e infatti è piuttosto passiva in risposta, ma il discorso vale anche per Bjorklund. Paolini ha così due chance per rimandare la fine dell’incontro ma è nuovamente troppo attendista in entrambe le occasioni. Con coraggio, invece, la svedese arriva a match point: il primo è annullato da Jasmine con un dritto vincente dopo un scambio estenuante, mentre sul secondo l’azzurra deve cedere al pressing continuo dell’avversaria. Termina così il torneo di Paolini dopo un primo turno da oltre due ore e venti di gioco che non può non lasciare l’amaro in bocca. Prossima avversaria di Bjorklund sarà Ostapenko.
(con la collaborazione di Margherita Sciaulino)
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WTA Miami: vincono Begu e Mertens, Marino elimina Putintseva
Prima giornata molto tranquilla in Florida, pochi scossoni al tabellone

Prima giornata di incontri del Miami Open e primi verdetti. La giapponese Nao Hibino, proveniente dalle qualificazioni, ha sconfitto in due set (6-3 6-3) la montenegrina Danka Kovinic in 1 h e 12′ di gioco. Una partita in controllo quella giocata dalla Hibino che ha mantenuto costantemente alta la percentuale con la prima palla di servizio (83%). Nel primo set ci sono stati diversi break, sei in tutto, ma quello decisivo lo piazza la giapponese nel nono game che chiude il primo set. Nella ripresa la musica non cambia: Hibino breakka due volte, nel secondo e nell’ottavo gioco, per assicurarsi l’approdo al secondo turno.
Vittoria anche per la romena Irina-Camelia Begu, 6-2 7-5, contro la diciassettenne filippina Alexandra Eala, presente in tabellone grazie ad una wild-card. Dopo un primo set a senso unico, dove nonostante il break iniziale Eala racimola solamente due game, la filippina si riprende nel secondo set. La diciassettenne infatti riesce a strappare il servizio per ben tre volte a Begu che però risponde sempre. La maggior esperienza alla fine premia la romena – in modo particolare nel nono game, molto tirato- che infila il break decisivo sul 5-6 per poi chiudere nel gioco successivo al primo match point utile.
Vittorie nette per Elise Mertens (6-1 6-4 all’americana Parks) e la canadese Rebecca Marino, quest’ultima ha eliminato Yulia Putintseva (7-6 6-2)
Il tabellone aggiornato con tutti i risultati
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WTA Miami: continua la maledizione del primo turno per Elisabetta Cocciaretto. Si arrende in due set a Kostyuk
L’azzurra non sfrutta nemmeno una palla break e si arrende ad una solida Marta Kostyuk. L’ucraina troverà la russa Potapova al secondo turno

M. Kostyuk b. E. Cocciaretto 6-3 6-2
Come a Indian Wells, il torneo Miami Open di Elisabetta Cocciaretto si ferma subito al primo turno dopo aver perso contro Marta Kostyuk 6-3 6-2. Speravamo di vederla tornare nella usa forma migliore, quella che all’inizio del 2023 ci ha fatto credere che questo sarebbe stato il suo anno. Invece, l’italiana numero 49 del mondo ha fatto di nuovo troppa fatica in quello che è stato il primo confronto con la 20enne ucraina Kostyuk al Masters 1000 di Mami.
Un’avversaria molto ostica, numero 38 del ranking WTA, che oggi ha saputo gestire perfettamente i momenti difficili. Nonostante un primo set con qualche difficoltà a tenere i suoi turni di servizio, Kostyuk è riuscita a chiuderlo con l’84% dei punti con la prima di servizio, contro poco più del 30% di Cocciaretto. Nel secondo set invece l’ucraina è stata decisamente più incisiva e senza concedere neanche una palla break alla marchigiana, ha chiuso con estrema solidità in un’ora e 17 minuti un match meritatissimo ed in gran parte dominato. Al secondo turno l’aspetterà Anastasia Potapova.
Primo set
Apre Cocciaretto con un rovescio lungolinea splendido. Primi due game ai vantaggi ma alla fine entrambe portano a casa i rispettivi turni di servizio senza concedere palle break: 1 pari. Nel quarto gioco arrivano le due prime palle break del match a favore di Kostyuk guadagnate con personalità a rete. Il brutto errore dell’italiana in uscita dal servizio le costa caro: 3 giochi a 1 Kostyuk. Nonostante un game successivo complicato per l’ucraina, Cocciaretto non recupera lo svantaggio: 4-1. Dopo aver accorciato le distanze 4 giochi a 2, Cocciaretto va a prendersi le prime 3 palle break consecutive a suo favore. Ma senza tremare, Kostyuk le annulla tutte e tre in maniera quasi perfetta: vince a rete il terzo degli ultimi quattro punti consecutivi e va a sedersi avanti 5-2. L’ucraina serve per il primo set avanti 5 giochi a 3 e si guadagna subito 3 set point. Sbaglia il primo, ma il secondo è suo: 6-3 Kostyuk.
Secondo set
Chiude sul 40-30 la marchigiana un primo game importante per ritrovare fiducia: 1-0. Nel secondo game Cocciaretto sembra aver preso il comando degli scambi ma l’ucraina lotta e alla fine tiene il suo turno di servizio: 1 pari. Gli errori con la smash di Cocciaretto le stanno costando cari oggi, e Kostyuk si guadagna di nuovo due palle break. Ne basta una all’ucraina: 2-1. Tutto facile per la numero 38 del mondo nel game successivo: consolida il vantaggio avanti 3 a 1. Limita i danni Cocciaretto e accorcia le distanze portandosi sotto 3-2. Nel settimo gioco del set, l’italiana al servizio sotto 4 a 2 salva una palla break a favore di Kostyuk che aveva tutta l’aria di essere un match-point. Arriva un altro errore di Cocciaretto, e questa volta l’ucraina non sbaglia e si porta avanti 5 giochi a 2 per andare a servire per il match. Al primo match point chiude Marta Kostyuk 6-2 in un’ora e 17 minuti.