ATP Montecarlo: Nadal è Principe Rafa X [AUDIO]

ATP

ATP Montecarlo: Nadal è Principe Rafa X [AUDIO]

MONTECARLO – Battuto Ramos in una finale senza storia. Decimo titolo nel principato. 70 trofei in carriera, 50 sul rosso (superato Vilas), 29 Masters 1000. Tornerà numero 5

Pubblicato

il

 

da Montecarlo, il nostro inviato

[4] R. Nadal b. [15] A. Ramos-Vinolas 6-1 6-3

Nemmeno il più fantasioso degli sceneggiatori credeva al finale a sorpresa, per la quarta finale tutta spagnola nella storia del torneo di Montecarlo: la risposta del pubblico rispecchia i pronostici sbilanciati, le tribune sono tutt’altro che gremite e al mattino si trovano ancora biglietti a 44 euro. Per una finale di Masters 1000, sono prezzi stracciati. Il primato per la finale meno combattuta resta però ancora nelle salde mani dell’edizione 2010, quando Fernando Verdasco ottenne un misero gioco contro Nadal, all’epoca alla sesta affermazione. Ci ha provato il buon Albert Ramos, l’antieroe che in semifinale aveva battuto il beniamino di casa Pouille e da domani sarà 19 ATP, suo best ranking. Prima ancora, il successo più importante della sua carriera contro il numero 1 Andy Murray. Aveva battuto solo altri due top 10 in 29 occasioni totali: Federer a Shanghai 2015 e Raonic al Roland Garros dello scorso anno, il torneo “dopo il quale tutto è cambiato. Ora sono molto più consapevole, gioco molto meglio”. Ha fatto il possibile ma non è riuscito a smentire la legge di Rafa, che contro i connazionali non ha mai perso in finale: 15 vittorie in fila, otto delle quali giunte contro il povero David Ferrer, che sta progressivamente sparendo dai radar. Sopratutto, non ha potuto nulla contro la spaventosa supremazia che Nadal sembra aver ritrovato nel Principato: decimo titolo in undici finali, per un totale di quattordici partecipazioni (la prima da ragazzino nel 2003, perse da Guillermo Coria in ottavi). A tratti preoccupante la differenza di caratura tra i due mancini, Ramos non può nulla contro un avversario che gioca alla sua stessa maniera, ma decine di volte meglio: l’incontro non si schioda dal solco dello scambio da fondo, e quando c’è da fare a sganassoni Nadal è superiore con enorme margine. Rafa torna a vincere un torneo dopo quasi un anno (Barcellona 2016), griffando la quattordicesima stagione consecutiva con almeno un trofeo; la prima affermazione nel defunto torneo di Sopot, nel 2004, battendo in finale l’argentino Acasuso. Sono passate ere. L’unico sussulto si ha di fatto in avvio, quando Nadal si rifugia dal fisioterapista per ottenere del collirio, a causa di una nuvola di terra rossa che gli aveva annebbiato la vista; Ramos si issa da 0-40 nel primo turno di battuta, ma dal successivo è in volo senza paracadute verso un parziale di 9 giochi a 2. Apprezzabili ma vani i tentativi di prendere in mano lo scambio, alla luce della ottima tenuta di Nadal con tutti i fondamentali: “Il colpo di cui sono più soddisfatto in questa settimana è il rovescio” aveva detto nella conferenza stampa di ieri, dopo il contestato successo in semifinale contro David Goffin (“Ma non è un punto che decide una partita”). Il resto del secondo parziale è burocrazia, Nadal termina senza concedere palle break e concedendo un solo 0-30 nell’intero incontro, nel quindicesimo game, poi chiuso con quattro punti in fila.

Si chiude in 76 minuti, prima dei numeri che probabilmente qualcuno giocherà al Casinò: 70 i titoli complessivi in carriera, 50 quelli su terra rossa (ora in vetta solitaria in questa speciale classifica, un trofeo in più di Guillermo Vilas). 29 Masters 1000, a una sola lunghezza da Djokovic. Sopratutto, una grossa iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione, della cui difficoltà lo stesso Nadal era consapevole in settimana: “In questi mesi difendo la stragrande maggioranza dei punti, vincere qui è fondamentale”. A maggior ragione dopo la spirale negativa in finale in cui era incappato dall’inizio dell’anno: tre sconfitte patite, dalla leggendaria Australia a Miami, sempre con Federer, passando per l’inaspettato stop contro Querrey ad Acapulco. I raccattapalle formano un 10 con i loro corpi, mentre sul video scorrono foto d’archivio che ripercorrono i successi di Nadal fino alla doppia cifra di quest’anno. Ramos tributa i doverosi complimenti al “più grande giocatore della storia sulla terra rossa”, prima di ringraziare famiglia e team. Diplomatico Nadal, che ringrazia l’organizzazione e il suo staff, sotto lo sguardo serioso di Didier Dechamps e Patrice Evra: poi il ricordo del 2003, la prima partecipazione in cui da qualificato raggiunse gli ottavi. “Dopo tanti anni siamo di nuovo qui, è incredibile”. Incredibile davvero. Ora caccia alla Decima, sì, ma a Parigi.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement