Accadde oggi: quando Gulbis spaventò Nadal durante il concertone di Roma

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Accadde oggi: quando Gulbis spaventò Nadal durante il concertone di Roma

1 maggio 2010: semifinale degli Internazionali d’Italia. Nadal deve sudare sette camicie per avere ragione di Ernest Gulbis, che sembra pronto a diventare un crack

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Questo articolo è stato scritto nel 2017, viene ri-pubblicato oggi con i dovuti aggiornamenti


C’era una volta Ernests Gulbis. Quello che “hey ragazzi, questo qui se vuole può mettere in riga tutti“. Quello che alla fine non è riuscito neanche a mettere in riga se stesso, quasi intrappolato in una spirale di comportamenti autolesionisti e cambiamenti stilistici del movimento del dritto, già visto in tre versioni differenti (nel dettaglio pre-Bresnik, Bresnik e post-Bresnik) che a loro volte si suddividono in altre sotto-fasce di assestamento.

Adesso – meglio, quando si giocava – il lettone è un tennista che annaspa tra qualificazioni dei tornei maggiori e challenger, quelli che una volta sembravano essere una dimensione a lui poco congeniale perché destinato a fare grandi cose sui grandi palcoscenici. Occupa la posizione 162 del mondo grazie al successo nel challenger di Pau, che abbiamo seguito come fosse un torneo più importante per via della finale con un altro desaparecido della racchetta – Janowicz.

Esattamente dieci anni fa, era il primo maggio 2010, mentre in piazza del Popolo c’era Paolo Nutini ad accaldare le folle, sui campi del Foro Italico andavano in scena le semifinali degli Internazionali d’Italia. In una delle due si affrontavano proprio Ernests Gulbis e Rafa Nadal. Vinse lo spagnolo ma fu un grande, grande Gulbis. Nelle cronache di quel giorno abbondarono i “subisce il gioco del lettone“, “Gulbis sciupa il vantaggio” a testimonianza di una partita in cui era stato decisamente Gulbis a tenere le redini dello scambio. Potente, a tratti straripante. Tutti sapevano della sua tendenza a rovinare l’incredibile efficacia dei colpi con comportamenti sopra le righe, ma gli stessi si auguravano che potesse riuscire prima o poi a cavalcare le sue stesse intemperanze.

Se quel Gulbis avesse scritto una lettera al Gulbis di oggi beh, probabilmente avrebbe confezionato una missiva a vuoto. La quadra del cerchio non è arrivata, nonostante molte altre volte abbia confermato sul campo di poter schiaffeggiare quasi chiunque. Fosse anche lo stesso Nadal, come riaccaduto a Roma nel 2013 prima che il campo decretasse ancora una volta la vittoria del giocatore che aveva più spesso tenuto la testa sott’acqua. Nadal poi non lo ha mai battuto, nonostante le ben sette occasioni. Ha battuto Djokovic, Federer, ma non il maiorchino. Ultimo acuto la semifinale al Roland Garros 2014. E dire che nel 2020 le cose sembravano andare meglio, con il terzo turno all’Australian Open e il già citato successo di Pau. Tempi duri, caro Ernests. Ma come tutti avrai ancora modo di dire la tua.

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