#AskUbitennis: pre-qualificazioni Roma, sì o no?

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#AskUbitennis: pre-qualificazioni Roma, sì o no?

Con #AskUbitennis i lettori interrogano i nostri esperti. Questa settimana Vanni Gibertini risponde a Francesco Chiarelli: il dilemma delle pre-qualificazioni per il Foro Italico. È giusto assegnare così le wild card?

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Nessuno degli italiani usciti dai tornei di pre-qualificazione è riuscito a superare le qualificazioni degli Internazionali. Secondo voi è opportuno assegnare le wild card in questo modo? (Francesco Chiarelli)

Dal 2011 la FIT ha fatto la scelta di distribuire buona parte delle wild-card per gli Internazionali BNL d’Italia attraverso il torneo di pre-qualificazione. In un paese come l’Italia nel quale la meritocrazia sembra avere un ruolo marginale, questo tipo di approccio potrebbe essere considerato come un encomiabile sforzo di trasparenza per dare una chance a chiunque di reclamare un posto sul massimo palcoscenico tennistico italiano. D’altronde non si tratta di una iniziativa unica: anche la USTA porta avanti un’iniziativa simile dal 2010 (ma che verrà interrotta dopo il 2017), e ci sono parecchi Paesi nei quali la partecipazione olimpica viene decisa attraverso i Trial, competizioni apposite che qualificano i vincitori per la rassegna a cinque cerchi.

Nel caso delle pre-qualificazioni per gli Internazionali BNL d’Italia, però, sembra che la competizione in sé abbia assunto un’importanza tale da diventare un evento a sé stante, quasi indipendente dal premio finale che ne legittima l’esistenza. Nel 2017 più di 17.000 tennisti hanno preso parte ai vari tornei regionali ed alla fase nazionale del Foro Italico, distribuendosi la non trascurabile cifra di 469.205 euro, più o meno il montepremi di un torneo ATP 250. Le fasi finali, poi, hanno avuto tabelloni di singolari a 48 giocatori, con le prime 16 teste di serie avanzate di un turno, richiedendo quindi ad un giocatore non testa di serie che volesse arrivare in fondo l’impegno di sei partite in sette giorni, in aggiunta alle eventuali partite giocate nei tornei di qualificazione regionali in precedenza (necessarie per qualificarsi alla fase nazionale per quelli non compresi tra i 12 invitati dalla FIT direttamente al torneo conclusivo del Foro Italico).

Una competizione così lunga ed articolata, che distribuisce sì decorosi premi in denaro, ma che non assegna punti ATP o WTA, non ha certo favorito la partecipazione di quei giocatori impegnati a migliorare la propria classifica nei tornei ITF o Challenger, come quello di Roma Garden che si è svolto contemporaneamente alle pre-qualificazioni del Foro Italico. Di conseguenza il campo di partecipazione non ha compreso tutti i migliori tennisti italiani, arrivando ad assegnare le wild card in palio a tennisti che sicuramente hanno apprezzato molto l’opportunità di giocare in un torneo così importante, ma che magari non sono ancora all’altezza di tale palcoscenico.

Altro aspetto rivedibile della formula attuale delle pre-qualificazioni è l’assegnazione di ben 12 wild card (4+4 per i due tornei di qualificazione, 3 inviti per il main draw ATP ed 1 per il main draw WTA), cosa che innanzitutto nega la natura intrinsecamente selettiva della competizione, e che inoltre lega eccessivamente le mani agli organizzatori, lasciando loro poche carte a disposizione per cercare di aumentare l’appetibilità del campo partecipanti. Quest’anno, soprattutto in campo femminile, la FIT è stata colta in contropiede dalla “necessità” di dover utilizzare una wild card per avere una campionessa di assoluto valore come Maria Sharapova e dalla contemporanea discesa in classifica di Sara Errani, che ha costretto ad una impopolare scelta tra la bolognese e l’ex campionessa del Roland Garros Francesca Schiavone.

In conclusione, se l’idea delle pre-qualificazioni in principio è da considerarsi da un lato encomiabile, perché mette a disposizione di tutti (in linea teorica, ovviamente) un posto al sole in un grande torneo professionistico, dall’altro la sua esecuzione si è dimostrata sicuramente perfettibile. A nostro avviso sembrerebbe quindi auspicabile una riduzione del numero di wild card in palio per preservare il principio di selettività della competizione, la limitazione degli inviti a disposizione di tutti gli amatori a quelli per il tabellone di qualificazione, e la creazione di un evento separato, più ristretto (massimo 8 partecipanti, ammessi secondo criteri di ranking) e più limitato nel tempo per assegnare le wild card per il tabellone principale, in modo da consentire a tutti i migliori di parteciparvi senza dover sacrificare eccessivamente l’attività internazionale.

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