Ion Tiriac in difesa di Nastase: "Non è razzista"

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Ion Tiriac in difesa di Nastase: “Non è razzista”

Ion Tiriac spende parole in difesa del suo connazionale dopo averlo invitato a Madrid nonostante la sospensione provvisoria da parte dell’ITF

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Ion Tiriac ha recentemente “infranto” l’attuale sospensione nei confronti di Ilie Nastase invitandolo al torneo di Madrid e concedendogli inoltre l’onore di presenziare alla premiazione finale. Oltre a questo il magnate rumeno, oggi proprietario proprio del torneo spagnolo, ha speso più di un parola in difesa del connazionale nonostante la WTA abbia subito dopo Madrid stigmatizzato la decisione di Tiriac: “Non capisco come possano dichiararlo colpevole prima della sentenza – ha sottolineato, aggiungendo poi – Ilie è la persona meno razzista di questo mondo. In passato abbiamo fatto tante clinic di Arthur Ashe in Sudafrica per i bambini di colore. Era un tempo nel quale fare certe cose significava correre il rischio di essere arrestato. Lui è Arthur sono sempre stati molto vicini”. 

Oltre a questo Tiriac non condivide anche la scelta di Wimbledon che ha già fatto sapere di non invitare l’ormai ex capitano di Fed Cup romena: “Nastase, buono o cattivo, ha bisogno di un monumento a lui intitolato ovunque, anche in Inghilterra. Ha fatto uscire il tennis dai country club e lo ha portato tra la gente comune. Ora non gli è permesso andare a Wimbledon, nel Royal Box, ma è stato lui a rendere Wimbledon divertente giocando con l’ombrello”.

Tiriac, infine, non spende parole eleganti nemmeno per Johanna Konta: “Non dico che Ilie non sbotti più di quanto dovrebbe ma p il capitano è ha il diritto di chiedere quanto tempo si sia perso tra i punti. Sul 3-1 Konta ha iniziato a piangere e la partita è stata sospesa. Perchè? Questo non è nelle regole. Come può un arbitro sospendere un match perchè una giocatrice inizia a piangere? C’è una rivoluzione in corso? Non conosco Johanna Konta ma non mi sembrava piangesse quando poche settimane prima riceveva un assegno da più di un milione di dollari per aver vinto Miami. Questo è tennis non il balletto”. 

 

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