Roma, Djokovic: "Non giocavo così da dieci mesi"

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Roma, Djokovic: “Non giocavo così da dieci mesi”

ROMA – “Ho ritrovato voglia di giocare. Stasera è un grande indicatore dei miei progressi. Ma è ancora un processo. Ho visto Zverev crescere”

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La seconda partita del giorno, ma forse la migliore dell’anno.
La migliore dell’anno, forse anche di più. Sono entusiasta e contento di ogni minuto che ho passato in campo oggi. Con del Potro e Thiem, ho fatto tutto quello che avevo in mente, forse di più. Ho aspettato e lavorato molto per sentirmi così, dopo un periodo non al top. Sono contento.

Come giudichi la sua performance?
Gli ultimi match li abbiamo giocati l’anno scorso, non avevo giocato bene come oggi ma comunque bene, gli toglievo il tempo. Giocare contro uno così bravo da fondo ti costringe a farlo spostare e cambiare ritmo. A volte è più facile a dirsi che a farsi perché è molto potente, serve bene, varia, non è facile trovare falle nel suo gioco. Ma stasera ci sono riuscito dall’inizio, non gli ho dato ritmo, ecco perché sbagliava di più. Se ha tempo e si sente bene è uno dei migliori al mondo specialmente sul rosso.

Cosa è cambiato questa settimana per te?
Niente di particolare, ho alzato il mio livello gradualmente fino a qui, non è stato improvviso. Sto giocando una buona stagione sul rosso: un buon torneo a Montecarlo, ho perso in tre con Goffin. Un’ottima settimana anche a Madrid. Col passare del tempo sto sempre meglio, sento di star colpendo bene la palla, come voglio. Questo match è frutto di un progresso che sta ancora proseguendo, non voglio fermarmi. Spero domani di giocare bene come stasera o almeno qualcosa di simile.

Sembri diverso, gioioso, avremmo potuto quasi prevedere avresti giocato così bene, dopo la vittoria di stamane con del Potro. Cosa pensi di Thiem? Come spieghi che un giorno domina con Nadal, il giorno dopo fa solo un game?
Rafa e io siamo giocatori diversi: ha speso molta energia per battere Nadal. Per batterlo sulla terra devi essere davvero al meglio in ogni aspetto, sono sicuro che averlo battuto lo ha prosciugato. Ma in ogni caso credo di aver iniziato benissimo io, prendevo le righe e gli toglievo il tempo. Non è riuscito a entrare nel match. Ho servito bene quando necessario, tutto è andato alla grande. Lui non ha giocato al meglio, ma io non giocavo così da molto tempo.

Cosa significherebbe per te vincere? Possiamo dire che sei tornato al top?
Mi piacerebbe vincere il torneo, ma domani non cambierà il modo in cui mi sento e percepisco i m io futuro. Sono nella situazione in cui vorrei essere, avevo perso un po’ di soddisfazione e gioia negli ultimi dieci mesi. L’avversario di domani è uno di quelli che viene etichettato come futuro campione. Sta giocando benissimo, ha vinto a Monaco, giocato bene a Madrid. Ha vent’anni ed è in formissima, ha tutta la vita davanti. Forse so cosa sta sentendo, ci sono passato, la prima finale in un torneo importante. È un bravo ragazzo, l’ho visto crescere perché conosco bene il fratello. Incredibile pensare a dieci anni fa quando era un bambino che andava in giro la racchetta e adesso gioca la finale in un Masters 1000. Merita di esserci, e io cercherò di fare in modo che lui non vinca.

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