La tempesta prima della tempesta

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La tempesta prima della tempesta

ROMA – Il diluvio di ieri sera ha interrotto Djokovic-del Potro. Stamattina ancora maltempo, ma il tennis può cominciare

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da Roma, il nostro inviato

La sala stampa del Foro Italico si trova all’interno del Campo Centrale: ne percorre il girovita per metà, dalla zona dedicata ai fotografi fino all’ampia sala interviste. Finto legno e taraflex rosso compongono il pavimento che si interrompe sulla plastica della parete esterna: il materiale crea una effetto serra a tratti insostenibile quando il sole africano della prima parte della settimana picchia per dieci ore al giorno. Le file di desk sono disposte ordinatamente, separate in due macroaree assegnate a stampa italiana e estera: una separazione quasi da ghetto, che trasmette sensazioni non sempre positive quando anche un “good morning” viene considerato appena da quelli che sarebbero colleghi, almeno per sette giorni.

Nel mezzo, una sorridente barista gestisce la zona ristoro, con bancone, tavolini e sgabelli in acciaio, districandosi alla grande in un inglese contaminato dal romanesco, gioviale e coinvolgente. Appena prima della sala interviste c’è la postazione dell’ufficio stampa, dove ogni mattina vengono distribuiti comunicati, ordine di gioco, rassegna stampa e tutto il necessario per poter essere aggiornati. La metà del cerchio che non è accessibile, è destinata ai giocatori: i divanetti bianchi del Social Media Space, dove c’è tutto l’occorrente per riprese pubblicitarie e selfie con gli sponsor; l’accesso alla VIP Lounge cui si accede con una rampa di scale verso il basso, per poi scendere ancora fino agli spogliatoi. E gli uffici degli addetti alla comunicazione ATP e WTA, che coordinano ogni movimento dei giocatori, dalle interviste, alle conferenze, alle richieste di televisioni e radio.

Il diluvio di ieri è proseguito fino a questa mattina, a tratti accompagnato dall’inquietante musica di spaventosi tuoni: le gocce violente rimbombavano sulle pareti della sala stampa, creando un’atmosfera cupa ma apprezzabile. Sopratutto nelle prime ore di lavoro, con pochi presenti alle scrivanie, sembrava di essere nella propria stanza da letto, a leggere o ascoltare musica mentre fuori infuria il temporale.

All’esterno il Foro Italico si era trasformato in uno scenario spettrale ma al tempo stesso affascinante: le frotte di persone accalcate sui campi secondari, come nei primi giorni, erano sostituite da addetti ai lavori intenti a smontare i primi stand, inutilizzabili per il mal tempo. Niente più appassionati distesi all’ombra, lunghe file al chiosco delle specialità siciliane, o calca attorno al vialetto dove passano i giocatori quando arrivano, per chiedere loro foto o firme. Pochissime voci, per lo più rattristate dalle nubi, ma comunque speranzose per le previsioni che danno sole da ora di pranzo in poi.

Gli unici che restano sorridenti e gioviali, sempre, sono i men in black: ve ne avevamo parlato due anni fa, raccontando gli sforzi e la dedizione che questi angeli custodi profondono nell’arco di tutta la giornata. “Abbiamo orari davvero duri, pause di dieci minuti per un panino o una sigaretta”, dice una delle addette alla tribuna stampa, aggrottando le sopracciglia attorno agli occhi azzurrissimi. È un continuum di benvenuti, controllo di biglietti, lotta per evitare che i seggiolini dedicati ai giornalisti siano occupati da chi non ha l’accredito. Certo qualcosa di positivo resta, tiene a precisare un voce colorata dal caldo accento del sud: “Conosciamo molte persone, è bello stare in un ambiente di squadra”. Sono smistati da un’agenzia, danno disponibilità part-time o senza limiti: da tutta Italia, con maggioranza ovviamente di Roma, riconoscibile dal “Ma de che” che si sente quando si indaga sulla soddisfazione economica. Quattro euro l’ora.

Quando il cielo si calma e viene tolto il telone dal rosso del Centrale, si accelerano i tempi per mettere in moto pc e telefoni: Mario, Jeremy e Jacopo sono frecce, che si muovono senza sosta dal press office con le loro radioline per riportare avvisi, annunciare conferenze, coordinare gli addetti. Andrea, abbronzatissimo con la sua inflessione emiliana, già raccoglie le richieste per le transportation di fine giornata. Gli spalti iniziano a popolarsi, i tifosi indaffarati ad asciugare le proprie postazioni scrutano in continuazione in su, preoccupati da un possibile nuovo rovesciamento. All’improvviso il sole, come se un interruttore avesse fatto clic: i gradini ai piedi del Centrale si affollano nuovamente, tornano a fioccare granite, palline giganti per autografi, “Regà i nostri posti dove sò?”. Per questioni di regolamento, il quarto di finale tra Djokovic e del Potro interrotto ieri potrà riprendere non prima delle 13.30, al termine della prima semifinale femminile tra Halep, caldissima dopo Madrid, e la sorprendente Kiki Bertens. Dominic Thiem, vincitore contro Nadal ieri in un match di qualità stellare, attende il vincitore, nella sfida clou del serale, non prima delle 20. Durante la giornata, Zverev-Cilic e Muguruza-Svitolina. Sperando che il tempo regga, e che la tempesta si scateni solo in campo.

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