Pagelle Roma: Nole non Sascha ma... raddoppia

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Pagelle Roma: Nole non Sascha ma… raddoppia

Zverev è il nuovo imperatore, ma Djokovic corre ai ripari. Le vacanze di Nadal, la mondanità di Federer e la paternità di Fognini. Svitolina su tutte mentre Parigi è alle porte

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E così alla fine, tanto tuonò che piovve. Dopo anni a cercare invano l’erede dei fab-four proprio il maggio romano ci regala l’ascesa al trono di Sascha Zverev (9), lucido, freddo, algido e determinato: una seria minaccia per il futuro del tennis. Chiaramente Novak Djokovic (7,5) fino a martedì era un giocatore finito come Roger e Rafa, mentre sabato, dopo aver annichilito Dominic Thiem (7) era già pronto per catturare i tre slam stagionali che mancano e da ieri…boh? Saprà Andre Agassi emulare Boris Becker? Saprà il Kid di Las Vegas fare meglio del Guru?

Lo scopriremo solo vivendo, a partire dall’imminente Roland Garros. A proposito dei francesi (3), mannaggia a loro! Non si fa in tempo a fargli un complimento – per non aver dato la wildcard a Maria Sharapova ( 6) a differenza di Madrid e Roma – che subito si rendono ridicoli. E si, perchè Maria Sharapova è tanto buona e cara ma purtroppo la sua squalifica non è in linea con i valori del torneo e dunque niente scorciatoie, mentre l’ottimo Lestienne, sette mesi di squalifica (poi ridotti)  per aver scommesso giusto giusto su 220 partite di tennis, in quanto francese merita una wildcard per le qualificazioni: insomma ci sono valori e valori, se poi sei francese…Vive Monsieur Chauvin!

Ma torniamo al quinto slam, in fondo tra qualche buca di troppo sui campi (3), i servizi igienici promiscui (2) tra giornalisti e spettatori, è stato il consueto bagno di folla. E alla fine, bisogna ammetterlo, ha avuto perfettamente ragione il Presidente Angelo Binaghi, che aveva fatto spallucce quando Roger Federer aveva annunciato il suo forfait, tanto che ce frega di uno che a Roma non aveva mai vinto, di uno anzi che qui aveva perso partite che avrebbe dovuto vincere, insomma di una pippa: ed infatti la pippa frequenta le altre pippe e quindi dove poteva trovarsi  Roger nel corso del torneo?

La bella notizia della settimana è ovviamente l’arrivo di Federico Fognini, sulla cui data di nascita l’intero foro italico ha scommesso per tutta la settimana: abbiamo visto giornalisti impegnati a scrutare gli orari dei voli di andata e ritorno da Barcellona, calcolare di quante calorie aveva bisogno il povero Fabio (7) per battere Murray (4), andare a Barcellona, emozionarsi, abbracciare Flavia e il piccolo, tornare a Roma, battere Raonic e Zverev, ritornare a Barcellona, tornare a Roma, battere Isner (7,5), sfasciare 5-6 racchette, insultare Ubaldo Scanagatta, litigare con Palmieri, tornare a Barcellona, rientrare a Roma, asfaltare Djokovic, non addormentarsi durante i discorsi di Pericoli e Pietrangeli e…. purtroppo però quei cattivoni degli organizzatori gli hanno piazzato il match contro Zverev alle 12.00 sotto un sole cocente che notoriamente favorisce i giocatori tedeschi rispetto a quelli latini e il sogno è svanito.

Ma insomma, abbiamo finalmente rivisto un buon del Potro (6,5), constatato che Stan Wawrinka (4,5) non ha digerito la carbonara, mentre una settimana di vacanza romana sulla strada della Decima a Rafa Nadal (5,5) non si può non concederla, con buona pace del suo primo tifoso da tempi non sospetti. E forse a Roma, visto come è finita, Nishikori (5) e Raonic (6) hanno cominciato ad intuire che i buoi sono ormai scappati.

Dovremmo poi parlare del torneo femminile, un torneo che ha avuto come spettatrice pagante una tale Francesca Schiavone, cosa che in verità capitò qualche anno fa anche ad un’altra signora, tale Raffaella Reggi che questo torneo l’aveva pure vinto (ah no, a Taranto si giocava…perciò le hanno fatto pagare il biglietto).

Ehm, ecco diciamo che ha vinto con merito Elina Svitolina (9), bella, brava, simpatica ma soprattutto capace di far svitolinare prima il collo della rediviva Muguruza (6,5), poi la caviglia di Simona Halep (8), francamente l’unica che meriti i galloni di favorita per Parigi. Ah Parigi, siamo quasi pronti a partire, non sarà il quinto slam, non ci saranno l’amatriciana, le statue del Pietrangeli e nemmeno Roger Federer ma, chissà, forse si scriverà un’altra pagina della storia del tennis.

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