Nole, perché Agassi? Marketing, tattica o contrappasso? - Pagina 2 di 2

Opinioni

Nole, perché Agassi? Marketing, tattica o contrappasso?

La scelta di Agassi è tanto affascinante quanto misteriosa. E se Djokovic volesse Andre per ottenere un nuovo tirannico Mike Agassi? Anche in pochi giorni un risultato può raggiungerlo subito…

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Certo, non se la collaborazione si limita a una parte di Roland Garros. Anche con preziosi suggerimenti subito dopo i tre-quattro match che i due vivranno vicini non ci si può aspettare che il campione olimpico di Atlanta ’96 possa fare chissà cosa. Nessuno ha la bacchetta magica e un altro grande punto interrogativo di questa partnership è la durata risibile: facciamo un pezzo di Roland Garros insieme e poi vediamo come va… Quale dritta illuminante e divina deve dare Agassi a Djokovic in meno di 10 giorni perché il secondo venga folgorato sulla via di Damasco (o di Las Vegas, se preferite)? Vero è che Nole ha lasciato intendere che a Parigi vogliono conoscersi, come a voler sottolineare che i due hanno raggiunto tutti i presupposti per proseguire dopo il Roland Garros comunque vada a finire la difesa del titolo a Porte d’Auteuil. D’altra parte, Nole e Andre dovrebbero proprio non piacersi per nulla per interrompere la collaborazione già sulla Senna.

Può essere significativo il fatto che Agassi abbia già affrontato in carriera sia Federer (8-3 per Roger i precedenti) sia Nadal (2-0 per Rafa)? Probabilmente molto poco, sebbene talune analisi dell’americano su come mettere in difficoltà avversari che ben ricorda potrebbero comunque essere utili anche a chi li ha già affrontati rispettivamente 45 (23 vittorie e 22 sconfitte) e 50 volte (26 successi e 24 partite perse). A ben guardare, se la partnership sarà, come è quasi certo, prolungata almeno fino a Londra, l’apporto di Agassi sarà quello del nuovo coach di grande esperienza di campo che consentirà a Djokovic di giocare consapevole di aver finalmente girato pagina dopo la separazione da Marian Vajda e dal suo vecchio staff, pronto più che a dover vincere a tutti i costi a Parigi (il ranking si può sistemare soprattutto nella seconda parte di stagione, quando i punti da difendere saranno molti meno e quelli da conquistare molti di più) a gettare le basi per una collaborazione che nel medio lungo termine può ridare a Nole quella sicurezza smarrita dal disgraziato giorno in cui un americano molto meno noto e talentuoso di Andre lo sbattè fuori prematuramente dal tempio di Wimbledon.

Quanto invece a chi sostiene che è l’ennesima scelta dettata dal marketing, non va mai dimenticato che di fatto tutte le collaborazioni di grido recenti hanno finora dato esiti decisamente positivi per chi le ha intraprese. Roger ha allungato la carriera estremizzando il gioco offensivo con Edberg e poi è tornato prepotentemente al successo con Ljubicic a Melbourne, Indian Wells e Miami, Nadal ha ottenuto grande giovamento dall’affiancamento di Carlos Moya ed è il favorito n.1 a vincere quello che sarebbe il suo, sbalorditivo, decimo Roland Garros, Nishikori ha fatto il salto di qualità con Michael Chang, presente sin dal 2014, anno della finale allo US Open che perse da quel Marin Cilic allenato da Goran Ivanisevic, per arrivare agli ultimi progressi di Milos Raonic fino alla finale dell’ultimo Wimbledon, figli anche delle consulenze di John McEnroe. Insomma, può certamente rivelarsi una scelta glamour e poco redditizia, ma sarebbe la prima di una lunga serie.

Tornando ad Agassi come guida inflessibile, effettivamente un beneficio immediato in un lasso di tempo così breve può darlo al detentore di 12 Slam. Djokovic nell’ultimo periodo ha lasciato tutti, coach totem (Becker), coach storico, staff, persino sponsor di abbigliamento, passando a Lacoste, gli mancava solo l’abbandono della famiglia e poi aveva azzerato tutto… Tutto? No, domenica abbiamo notato al suo angolo, oltre a Yelena e al fratello minore Marko, il famigerato guru Pepe Imaz, che da quando segue il serbo ha rappresentato per lui e i suoi tifosi un’autentica disgrazia. Ecco, una guida inflessibile alla Mike Agassi non ci penserebbe due volte. Al secondo giorno insieme a Parigi, durante una pausa in allenamento, si avvicinerebbe alle orecchie di Novak per sussurrargli perentorio: “Nole, hai presente quello là, che dici che ti aiuta a meditare? Ecco, se domattina lo incontro un’altra volta me ne torno a Las Vegas da Steffi e i ragazzi in 5 minuti. Fai un po’ tu…

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