Interviste
Schiavone: “Dopo New York deciderò se continuare”
PARIGI – Dopo la sconfitta al primo turno: “Un giorno mi direte cosa vi ho lasciato in eredità”

Primo turno difficilissimo. Come pensi di aver giocato?
Oggi è stata durissima. Ho giocato bene, ma penso di essermi svegliata troppo tardi, il primo set è andato via troppo velocemente. Darle un set di vantaggio è stato troppo. Nel secondo ho avuto opportunità.
Hai detto che questo è stato il tuo ultimo Roland Garros. Cosa ti è passato per la testa?
Nei primi tre games direi che si è visto che ero emozionata, sembravo una quindicenne. Mi dicevo: “Dai, è la diciottesima volta che vieni qui!”. Sono fatta così. Sono orgogliosa di quello che ho fatto, adesso continuerò a vedere il torneo da fuori.
Possibilità che tu possa tornare il prossimo anno?
Può darsi, no si può mai sapere. Al momento voglio vivere quest’anno, vedere come sto fisicamente: non è facile svegliarsi, correre sei ore, sfidare me stessa. Dopo gli US Open mi chiederò cosa voglio fare.
Bel cambiamento dall’inizio dell’anno, dicevi sarebbe stato l’ultimo.
Sì, ma non voglio dire cose false. Non ci penso onestamente, pensavo al Roland Garros e giocare questo match, ora mi fermo un po’ e poi Wimbledon.
Muguruza ha detto che non pensa di arrivare a giocare alla tua età. Quando eri giovane, avresti mai pensato che saresti arrivata così, a questo punto?
No, ma immaginavo avrei giocato a tennis: non avrei programmato di arrivare dove sono arrivata. Lo fai giorno dopo giorno, e puoi farlo solo amando il gioco, come Venus: vederla è fantastico, è un grande esempio. Dipende da come vivi il tennis.
Hai sempre amato il tennis come sembri farlo adesso?
No, a volte l’ho odiato. È una relazione difficile, come un matrimonio.
Parlando degli infortuni. La decisione sarà dovuta al fisico o all’aspetto mentale?
Quando ho iniziato la preparazione a novembre mi concentravo su entrambi. Mi dicevo: “Questa è l’ultima volta”. La decisione deriva da tutta una serie di cose, ancora non so, non ho ancora finito. Oggi sono stata colpita dalle emozioni che ho provato.
Quanto ti ha dato fastidio l’interruzione? Sembravi rientrare, poi 19-1 per lei.
Mi sentivo meglio, la facevo correre, secondo me un po’ mi ha distratto. Ma ogni volta che gioco con lei succede qualcosa. Ho visto la signora cadere davanti a me. Ma tocca a me riconcentrarmi ogni volta.
Come è stato entrare sullo Chatrier?
Non pensavo di provare queste cose, quando vivi un amore a un certo punto diventa una relazione particolare, si trasforma. Alla base c’è sempre l’emozione però. Sono entrata calda, poi però ho subito i due break ed è stata dura.
Non sai se è la tua ultima volta. Se lo fosse, quali sono i ricordi più importanti, oltre ovviamente al trofeo?
Ho avuto la fortuna di giocare bene sempre, fino al 2011, anche se perdevo. Forse il momento più duro è stato non esprimermi al meglio negli ultimi anni: non farlo è dura, fa male. Un anno non ho manco visto la Champs Elysees, sono arrivata e sono andata via il giorno dopo.
Se giocassi l’anno prossimo, potresti saltare una parte della stagione, come Federer?
Magari potessi pensare come lui. È un genio, fa una programmazione perfetta. Non credo di poter fare come lui, ma eventualmente valuterò cosa fare.
Era importante per te giocare sullo Chatrier?
L’importante era esserci, non giocare sullo Chatrier. Sarò una pazza a ripeterlo, ma ci sono alcune emozioni che altrove non trovo. Risentirmi felice e correre è la cosa più bella.
Pensavi al passato?
Molto di più quando mi allenavo. Girarmi e vedere gente entusiasta oggi mi ha fatto effetto, ma pensavo al presente.
Cosa ti porti dietro da questa esperienza? Cosa pensi per il futuro?
Ma non siete stanchi? (ride) Quest’anno è stata un’esperienza fantastica, ho condiviso questi giorni con Arantxa Sanchez, è stato un onore. Sto ricevendo tanto da questo sport. A livello tennistico, penso di essere in condizione ottimale. Mi assento a volte, sono un po’ un diesel: oggi non ho avuto la possibilità di esprimermi. Mi porto a casa la consapevolezza di poter competere ad alto livello: vincere è un altro passaggio.
Sette anni dopo, qual è l’eredità che speri di poter lasciare con il tuo successo?
Già sette anni! Dovete dirmelo voi. Forse l’amore, la passione, la disciplina. Non è solo il match, ma la preparazione. Un giorno mi direte voi, cosa vi lascio.
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Roland Garros, Musetti: “La partita del 2021 contro Djokovic è stata memorabile e formativo” [VIDEO]
“Vincere contro un n°1 del mondo era mio un obiettivo” ha dichiarato Musetti. Sullo Slam parigino: “Ho chance per andare avanti”

Con il Roland Garros alle porte, Lorenzo Musetti è uno dei cinque italiani pronti a fare il loro esordio nel day 1 dello Slam parigino. Prima di concentrarsi sul suo match di primo turno contro Mikael Ymer, il n°18 del mondo ha concesso una breve intervista ad Eurosport, parlando principalmente di due partite contro Djokovic che hanno segnato in modo particolare la sua carriera.
“Il match del 2021 contro Djokovic è stato memorabile e formativo per la mia carriera, anche se ho perso” – ha esordito Lorenzo, che aveva vinto i primi due splendidi tie-break di quell’incontro salvo poi cedere di schianto. “Mi ha permesso di crederci e di avere una motivazione in più per poi finalmente riuscire a batterlo quest’anno“.
A Montecarlo è certamente arrivata la vittoria più importante e prestigiosa della carriera di Musetti, la prima contro un n°1 del ranking. “Novak è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Battere il n°1 al mondo era un obiettivo che avevo, ma raggiungerlo contro di lui era doppiamente difficile perché resta pur sempre Nole. Partite come quella mi servono molto per la mia crescita e per il mio percorso, che credo stia andando per il verso giusto“.
Fino a questo momento (escludendo la parentesi sudamericana) è stata una stagione su terra più che positiva per l’azzurro, fermato da Stefanos Tsitsipas tanto a Barcellona quanto a Roma: “Sto giocando bene sulla terra, specialmente nell’ultimo periodo. Credo di avere chance per andare avanti, mi sento bene fisicamente e questa è la cosa più importante. Giocare in Italia è sempre bello per un italiano, ma ho già avuto bellissime esperienze anche qua a Parigi, tanto al Roland Garros quanto a Parigi Bercy. Ho sempre avuto un tifo molto speciale, spero di conquistarmelo anche quest’anno“.
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Roland Garros, Rybakina: “Con Swiatek e Sabalenka due belle rivalità. Se sono al 100% posso battere chiunque”
“È bello vedere i tuoi progressi testimoniati anche dalla classifica” ha dichiarato la nuova n°4 del mondo e regina di Roma Elena Rybakina

“Fatico ad immaginare una vincitrice diversa da Swiatek, Rybakina o Sabalenka“ – ha detto il direttore Scanagatta presentando il tabellone femminile del Roland Garros. È molto difficile in questo momento avere un’opinione diversa, anche perché le nuove big3 del circuito femminile hanno praticamente monopolizzato i tornei più importanti del 2023, arrivando sempre almeno in finale in tutti i WTA1000/Slam finora disputati. Anche Iga Swiatek sembra sempre più convinta della formazione di un nuovo trio delle meraviglie: nel corso del media day parigino si è espressa anche una delle altre componenti, ossia Elena Rybakina. Dopo il successo agli Internazionali d’Italia, la kazaka è finita nuovamente nella metà di tabellone della n°1 del mondo. Di seguito alcune sue considerazioni in conferenza stampa.
D: Finalmente sei riuscita ad entrare in top5. Questo risultato ti porta più fiducia, pressione o entrambe le cose?
Elena Rybakina: “Non penso troppo al ranking, anche se chiaramente è bello vedere che i tuoi progressi sono testimoniati anche dalla classifica. Anche lo scorso anno però penso di aver giocato bene, anche se adesso sono più continua. Spero di continuare così”.
D: Il tuo gioco si adatta bene a tutte le superfici: quali aggiustamenti hai apportato per fare in modo di riuscire ad esprimerti al meglio anche sulla terra?
Elena Rybakina: “Sulla terra ho vinto il mio primo titolo WTA, quindi già sapevo di poter giocare bene su questa superficie. Ho solo bisogno di prepararmi in modo diverso e, forse, necessito di più tempo. Sono migliorata tanto fisicamente, ho giocato molto quest’anno. Indipendentemente dalla superficie percepisco molta fiducia, stiamo lavorando a tutto tondo e stiamo procedendo nella direzione giusta. So che se riesco a giocare al meglio delle mie possibilità – che è una cosa impossibile da fare ogni singola partita – posso battere chiunque su qualsiasi superficie“.
D: Hai battuto Serena Williams qui un paio di anni fa (6-3 7-5 nel 2021, ndr), che ricordi hai di quella partita?
Elena Rybakina: “È sempre bello ricordare di aver giocato contro Serena, allora raggiunsi i quarti di finale ed era il mio miglior risultato in uno Slam. Avevo raggiunto la seconda settimana e quel successo mi ha dato fiducia per potermi esprimere ancora meglio sul rosso”.
D: Che cosa ne pensi della situazione attuale del tennis femminile? Sembra che tu, Swiatek e Sabalenka siate riuscite a mettervi in posizione avanzata rispetto alle altre giocatrici. Senti di star sviluppando rivalità importanti con loro?
Elena Rybakina: “Onestamente io non ci penso molto, me ne rendo conto specialmente quando me lo fate notare e mi chiedete un’opinione a riguardo. Certamente abbiamo fatto tutte e tre molto bene fino ad ora, ma credo che ci siano state anche tante altre giocatrici che hanno avuto una buona continuità. L’anno è ancora lungo, dopo il Roland Garros ci saranno ancora altri due Slam: io mi auguro di continuare su questa strada. Per quanto riguarda le rivalità sì, per adesso direi di sì anche in base ai nostri risultati. Ci spingiamo a vicenda a dare il massimo”.
D: Quali sono i tuoi hobby quando non giochi a tennis?
Elena Rybakina: “Mi piace rilassarmi guardando qualche film. Per me la cosa più importante è passare del tempo con la famiglia e gli amici. Siamo sempre in viaggio e non li vedo così spesso, quindi ogni volta che ne ho l’occasione cerco di approfittarne”.
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Roland Garros, Medvedev: “Ho più aspettative del solito. Le condizioni sembrano più lente rispetto agli altri anni”
“A Roma ho giocato il miglior tennis su terra in carriera, ma se avessi incontrato Karatsev forse mi avrebbe battuto anche lì” ha dichiarato Medvedev

Manca sempre meno all’inizio del secondo Slam stagionale, con i giocatori che scaldano i motori in vista del Roland Garros, pronto a partire domenica 28 maggio alle ore 11. C’è ovviamente grande attesa per i favoriti, tra cui quest’anno non può non essere annoverato anche Daniil Medvedev, fresco di titolo agli Internazionali BNL d’Italia e che – parole sue – a Roma ha giocato il miglior tennis della carriera su terra battuta. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni nella conferenza stampa pre torneo.
D: Dopo aver vinto il tuo primo titolo sulla terra, senti che questa è forse la prima volta che arrivi al Roland Garros con reali possibilità di vincere il torneo?
Daniil Medvedev: “Non saprei rispondere, non vorrei mettermi troppa pressione. È ancora incredibile pensare a quanto successo a Roma, anche perché ho battuto tanti grandi giocatori come Zverev, Tsitsipas, Rune, Zapata Miralles e Ruusuvuori, che ha costretto Alcaraz al terzo set a Madrid. Sicuramente ho più aspettative del solito per quanto riguarda il Roland Garros, ma devo cercare di usare questa motivazione in modo positivo, senza il pericolo di diventare arrogante. Già al primo turno si può perdere”.
D: A Roma hai detto apertamente che ti sentivi molto bene già prima del torneo e poi lo hai vinto. Che sensazioni hai a Parigi? Di solito ti accorgi subito se sei in forma o no o questa sensazione può cambiare durante il torneo?
Daniil Medvedev: “Credo possa cambiare molto, il tennis è uno sport troppo mentale. A volte, parlando con alcuni amici del tour, hai la sensazione o la superstizione che quanto meglio giochi prima del torneo tanto peggio farai durante la gara, ma può benissimo accadere anche il contrario. Mi è già anche capitato, ad esempio di rompere una racchetta in allenamento e di impazzire totalmente. Non riesci a mettere una palla in campo e poi finisci per vincere il torneo. Per ora a Parigi mi sento bene, magari non meravigliosamente come a Roma, ma l’importante saranno le sensazioni all’esordio”.
D: Negli anni passati hai spiegato come il Roland Garros fosse il tuo torneo preferito visto che era un pochino più veloce rispetto agli altri campi. Che sensazioni hai quest’anno?
Daniil Medvedev: “Devo dire che i campi sono diversi da Roma, le palle sono più pesanti. Penso ci saranno molti più scambi rispetto agli altri anni. Non so stabilire con certezza se sono le palle o i campi, ma da cosa ho sentito dagli altri giocatori siamo tutti d’accordo nel dire che le condizioni sono molto più lente degli anni passati. L’unico aspetto negativo potrebbe riguardare le spalle e il gomito, molti giocatori hanno sofferto in Australia”.
D: Gli spogliatoi e l’area giocatori sono un po’ diversi quest’anno senza Rafael Nadal?
Daniil Medvedev: “Credo che il torneo in sé sia diverso dal solito. Gli spogliatoi sono strapieni visto che siamo ancora ai primi turni. In un certo senso il tennis ha una memoria molto corta, ognuno pensa principalmente al suo avversario, a che ora giocherà, su quale campo, ecc. Ma sicuramente qualcosa di diverso ci sarà. Non vedremo Nadal in TV, lo facevano sempre vedere perché giocava sul Centrale. Può esserci un vincitore nuovo senza di lui? Chi lo sa: con Rafa in gioco sicuramente le chance di tutti diminuivano“.
D: Quanto credi che il tuo successo sulla terra sia dovuto ad alcuni cambiamenti a livello mentale e quanto invece a miglioramenti da un punto di vista fisico?
Daniil Medvedev: “Non ho una risposta esatta. Mi piacerebbe dire che sono cambiato al 100% a livello mentale, ma non è così. Se mi sentissi come gli altri anni sulla terra sicuramente avrei regalato qualche altro commento divertente a Tennis TV (ricorderete il celebre ‘Non voglio giocare su questa superficie!‘ esclamato a Madrid 2021, ndr). Penso però che aver iniziato bene l’anno, escludendo la parentesi australiana, mi ha aiutato ad ottenere fiducia in me stesso e a spronarmi di più: ‘ok, non mi piace la terra, però cerchiamo di fare qualcosa di grande‘ – mi sono detto. Ho iniziato molto bene a Montecarlo, poi a Madrid ho trovato Karatsev che credo mi avrebbe potuto battere anche a Roma, dove ho giocato il mio miglior tennis di sempre sul rosso“.