Wimbledon, spunti tecnici: prime impressioni dai campi

(S)punti Tecnici

Wimbledon, spunti tecnici: prime impressioni dai campi

Roger Federer è concentrato e tranquillo, Milos Raonic sta bene. Kei Nishikori, Feliciano Lopez e Camila Giorgi lavorano allenando tanto il servizio, come quasi tutti sull’erba

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Wimbledon: tabellone maschile – tabellone femminile

dal nostro inviato a Londra

Innanzitutto, e come sempre, benritrovati a bordocampo. Un campo diverso dal solito cemento americano e australiano di cui mi sono occupato negli ultimi anni: signore e signori, ecco a voi l’erba di Wimbledon. L’All England Lawn Tennis (And Croquet) Club, AELTC per gli amici, Church Road, Londra, è la sede dell’unico torneo al mondo tanto famoso da potersi permettere di non usare il proprio nome, definendo il torneo stesso semplicemente “The Championships”, I Campionati, con sussiego terribilmente britannico, e un malcelato seppur assolutamente non arrogante senso di superiorità. Entrando per la prima volta al “court level” della Rod Laver Arena a Melbourne ho detto “però, che roba!”, dentro l’Arthur Ashe Stadium di New York ho esclamato “wow, ma è enorme!”, quando mi sono ritrovato nel Centre Court di Wimbledon sono rimasto letteralmente muto. Poco da fare, l’atmosfera, la tradizione e la storia non si comprano al supermercato, e qui la respirano, la sentono e la rispettano tutti, a partire dai giocatori. Che sono andato a vedere con gran curiosità durante il mio primo giro tra i verdissimi, e perfetti a livello irreale, campi di gioco. Quelli di allenamento un po’ meno, ma d’altronde li stanno maltrattando da mattina a sera da una settimana.


Roger Federer, sul lontano e irraggiungibile (manca un vialetto laterale al campo, che è su un terrapieno) court 5 della “practice area”, quindi non il court 5 dell’impianto principale, ha giocato con Jiri Vesely. Qui sopra, lavoro sul dritto, a destra uno dei suoi caratteristici inside out a sfilare il corpo dalla palla.


Qui sopra, lavoro sul super rovescio che tante soddisfazioni gli ha dato in questo 2017, ovviamente il mancino Jiri gliene ha fatti giocare una marea, tirando come al solito fortissimo, l’impressione è che Roger volesse esattamente quel tipo di allenamento lì. Apprezziamo come sempre l’eleganza dei gesti, da notare la testa e lo sguardo del giocatore ancora fissati sul punto di impatto dopo che la palla è già stata colpita.


Qui sopra, una bella conclusione di sbracciata, e uno slice tagliatissimo, da notare la testa della racchetta che affetta l’aria dopo averlo fatto con la palla, rimanento orizzontale ad accompagnarne la traiettoria. Visto così, e Roger qui è pure un attimo rigido di gambe, sembra un gesto banale, ma provate voi a farlo su una catenata carica diagonale dal centro del campo di un mazzuolatore come Vesely. Sempre splendido.


Poco più in là, campo 7, Kei Nishikori ha lavorato tanto, ma tanto sul servizio, evidentemente consapevole dell’importanza di questo colpo specialmente sui prati. Mi è sembrato a posto fisicamente, ma con Kei non si sa mai. Il movimento risente ancora di un eccessivo distanziamento della racchetta dal corpo in fase di caricamento, la “trophy position” che vedete nel frame a sinistra.


Guardate qui sopra come ce lo fa vedere bene Feliciano Lopez, che si allenava nel campo adiacente: osservando il frame di sinistra, possiamo notare come la testa della racchetta, a fine rilascio del lancio di palla, sia più chiusa in avanti di 45 gradi buoni. Il resto dell’esecuzione di “Deliciano” è ineccepibile, chissà se la vittoria recente al Queens lo avrà caricato a dovere, perchè vederlo giocare sull’erba è veramente notevole.


Sul campo 14, che ho notato essere uno dei pochi “courts” principali tra quelli dove si giocherà il torneo, a venire utilizzato anche per gli allenamenti (mentre i campi dal 4 al 12 hanno spesso sessioni di training programmate), Milos Raonic ha provato anche lui parecchi dei suoi fulminanti servizi, e su questa superficie devo dire che schizzavano via in modo impressionante. Anche il canadese, come Nishikori, mi è parso stare bene.


Infatti, come vediamo qui sopra, non si è risparmiato, andando a recuperare con ottimo scatto un drop-shot che lo aveva mandato in corridoio (frame a sinistra). In ogni caso, quando c’è da tirare su uno slice ben giocato, che su erba letteralmente non rimbalza ma striscia via (frame di destra, guardate quanto bassa sta la palla, siamo all’altezza dei calzini di Milos), un lungagnone come Raonic ha i suoi bei problemi da risolvere.


Infine, qui sopra, una simpatica immagine di Sergio e Camila Giorgi intenti a perfezionare il movimento di inizio caricamento del servizio. Come mi ha detto lo stesso Sergio, facendo due chiacchiere mentre rientrava negli spogliatoi, Camila tende a stare troppo interna con il gomito sinistro preparando il lancio di palla, che per questo risulta a volte irregolare. Comunque, si vede bene che l’erba a Camila piace, ottima per esaltare il suo tennis anticipatissimo e basato sull’uno-due, la sua rapidità di piedi, e la leggerezza degli appoggi. Speriamo di poter avere qualche soddisfazione da lei.

Per concludere questa prima rubrica tecnica “erbivora”, mi sembra giusto farvi vedere per bene e da vicino la protagonista indiscussa del torneo: ovviamente, l’erba stessa.


Qui sopra, il borsone di Thanasi Kokkinakis, ditemi se non sembra appoggiato su un tappeto artificiale. Qui sotto, uno scorcio del campo 15, ancora in allestimento e senza rete.

Giuro che ho dovuto toccarla con la mano, per convincermi che non fosse finta. Questi non sono campi, sono tavoli da biliardo (finchè durano). Comunque, siamo a meno 2 dal via: tra poco per questa magnifica erbetta la vita si farà davvero dura, con le bestiacce armate di racchetta che ci galopperanno sopra a mille all’ora, e ce ne dispiace. Ma in cambio di tale sacrificio estetico e botanico, avremo certamente un grande spettacolo di tennis da ammirare.

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