Schiavone: "17° Wimbledon? Adoro il n.17 e amo l'Inghilterra, giusta la Brexit"

Interviste

Schiavone: “17° Wimbledon? Adoro il n.17 e amo l’Inghilterra, giusta la Brexit”

WIMBLEDON – Francesca in conferenza stampa dopo la vittoria contro Minella: “Noi degli anni ’80 ancora quelle da battere”. Gianna Nannini ospite d’onore nel suo box. Sulla Brexit: “Bella la scelta di essere indipendenti”

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Un gruppo di giornalisti italiani e lei, Francesca Schiavone. La fuoriclasse milanese è arrivata sorridente e soddisfatta nella saletta n. 5 della sala stampa. E con tanta voglia di chiacchierare. Ne è scaturita una bella conversazione intorno a un tavolo bianco, con Francesca che non smetteva di ammirare una foto suggestiva dei campi dell’All England Club: “Scusate guardo sempre verso questa foto perché è davvero bellissima!” esclama lei spiegando come, con il passare del tempo, il fascino di Wimbledon sia aumentato ai suoi occhi,i n particolare dopo la vittoria al Roland Garros. Si è parlato di un po’ di tutto: le tenniste anni ’80, Gianna Nannini, il numero 17, il fascino discreto di Wimbledon e la Brexit. Sarà probabilmente il suo ultimo slam sull’erba ma, per ora, è ancora qui a Church Road e sta giocando alla grande. Godiamocela.

Al di là dei 17 Wimbledon, oggi hai fatto vedere che i numeri e la matematica sono relativi…
Guarda, io il numero 17 lo amo. Quando ho vinto il Roland Garros ero n. 17; ma poi ci sono tante altre coincidenze. Ce l’ho nel cuore. Ma forse tu intendevi che sono passati tanti anni… (ride).

No no per carità. Però, per esempio, se pensiamo a Venus, che è al suo 20esimo Wimbledon, e che ha vinto oggi, questo vuol dire che oggi siete ancora voi le giocatrici da battere…
Beh sì, però se parliamo di Venus, è una campionessa eccezionale; sono quelle atlete che nascono uniche, fanno cose fantastiche e non so se ce ne sarà un’altra come lei. È bello vederla vincere. È straordinaria. Ma è vero che le tenniste della generazione degli anni ’80 riescono ancora a vincere e a fare cose fantastiche.

A proposito di generazioni, la prossima avversaria sarà Svitolina. È molto giovane, ha vinto Roma, è una giocatrice in continuo miglioramento e potrebbe anche conquistare il n. 1. Come si affronta una tennista così?
In realtà non ci ho ancora pensato. Però per le sue caratteristiche tecnico-tattiche, era da tanto che non si vedeva una giocatrice di così grande qualità. Con tenniste così, si ha la possibilità o di salire di livello o ci si fa sorprendere e si rimane lì. Vedremo. Per quanto mi riguarda, è una bellissima occasione; innanzitutto perché giocherò su un campo straordinario. Poi perché mi fanno più paura i primi turni, è sempre più difficile rompere il ghiaccio; e infine perché è un’ulteriore occasione per migliorare ancora il mio tennis.

Nel tuo box c’era un ospite prestigioso, Gianna Nannini. Ce ne parli?
Sì, conosco Gianna da alcuni anni e siccome vive a Londra, le ho proposto di venire a Wimbledon, anche perché poi tra poco parte per il tour. È un grande onore averla avuta qui oggi e che abbia visto la mia arte, io invece ero già andata ai suoi concerti, almeno quattro volte, senza che lei lo sapesse. Sono cresciuta con la sua musica.

Immagino che il Roland Garros sia il tuo torneo preferito. Ma come vedi Wimbledon? Che cos’ha di speciale?
Quando ero piccola, ho sempre sognato il Roland Garros. Poi, quando ho vinto a Parigi, ho cominciato a considerare Wimbledon in modo diverso. Venivo qui e mi dicevo che era davvero un gran bel posto. Certo, io non sono una giocatrice da erba, non faccio il punto con ace o servizio e dritto; però so che posso giocarci bene, ho cercato di adattare un po’ il mio gioco alla superficie. Cos’ha di speciale? A parte il fatto che io amo tantissimo l’Inghilterra… e poi, secondo me, hanno fatto proprio una bella scelta ad essere indipendenti. Sono sempre stati forti e figuriamoci adesso, probabilmente ci supereranno ancora. E poi è un torneo che si migliora sempre, ogni anno. Lo si vede da tanti dettagli, negli spogliatoi, nei campi. Insomma, ogni anno c’è sempre qualcosa in più, si vede che c’è sempre la voglia di crescere.

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