Cilic: "Federer? Sempre meglio. Ho pianto perché..."

Interviste

Cilic: “Federer? Sempre meglio. Ho pianto perché…”

Wimbledon: R. Federer b M. Cilic 6-3 6-1 6-4. L’intervista del dopo partita a Marin Cilic

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Non è stata una giornata fortunata per te. Sembravi sofferente in campo, soprattutto sul 3-0 del secondo set. Sentivi molto dolore? Hai preso in considerazione l’eventualità di abbandonare il match?

Beh, oggi non è andata come volevo. Ho una vescica molto dolorosa sotto il piede. Avevo già sentito del dolore durante la semifinale contro Querrey. Vorrei comunque ringraziare i fisioterapisti che sono qui, Alejandro, Graham  e Dr. Phill. Nelle ultime 30 ore mi hanno aiutato molto. Hanno fatto tutto quello che potevano, ma purtroppo sentivo ancora dolore. Mi creava costantemente problemi quando dovevo muovermi lateralmente. Ho provato comunque a fare del mio meglio.

Hai mostrato grande coraggio. Quali erano i tuoi pensieri mentre il match progrediva?

È stata dura pensare al match, concentrarmi su ciò che stavo facendo in campo. La mia mente era bloccata dal dolore che in quel momento provavo. Era difficile concentrarmi sulla tattica da adottare in campo, su ciò che avrei dovuto fare. Non ho servito bene oggi a causa di tutto ciò. Non ero in grado di arrivare correttamente sulla palla e così non si può affrontare un match. Detto ciò vorrei comunque che questo non sminuisse il successo di Roger. Non ho avuto nemmeno il tempo in campo per congratularmi con lui. Ha meritato completamente. Complimenti a lui e al suo team per l’ennesimo successo di questa stagione.

Quando al cambio campo, nel secondo set, sei stato travolto dall’emozione, cosa hai detto a te stesso per continuare la partita e vincere il game successivo?

Ho solo provato a concentrarmi per fare del mio meglio, non pensare al dolore. Ovviamente ero un po’ frustrato per quello che stava accadendo. È dura in quei momenti. Sei consapevole di avere poche chance di portare a casa il match.

Prima del match sapevi già che non saresti stato in grado di fare del tuo meglio o sono sensazioni che hai provato solo una volta sceso in campo?

Sì, sapevo che non sarei stato al 100%. Prima di scendere in campo abbiamo provato a lenire il dolore con alcuni anestetici, ma in quell’area non è semplice perché lì la pelle è molto dura. Mi ha aiutato, ma sentivo ancora dolore. Anche durante il riscaldamento ho testato la mia condizione. Ho capito che sarebbe stata dura nei cambi di direzione. Ero troppo lento per reagire. Ci ho provato.

Quando credi che Roger abbia intuito il tuo malessere? Lo ha capito subito o quando hai chiamato il fisioterapista?

Credo di aver cominciato a dare qualche segnale sul 5-3. Ma anche se ero ancora attaccato alla partita sapevo che non approcciavo bene i colpi. E pian piano diventavo sempre più consapevole di questo. Ovviamente in queste situazioni non è semplice nemmeno per il tuo avversario. Ho provato a giocare sull’uno-due, tirando tutto, ma lui era davvero solido da fondo e ha sempre servito alla grande.

Ci sai dire cosa rende Roger un talento così incredibile, un ambasciatore di questo sport?

Credo sia dovuto alla sua capacità, al suo desiderio di voler continuare a migliorarsi. Alla sua età sta ancora progredendo. Sfida se stesso per migliorare ancora. Mettendo da parte la finale di oggi, il suo percorso per arrivare qui è stato incredibile. Non ha lasciato per strada un solo set. Ha vinto anche ad Halle. Si può parlare solo bene di Roger Federer. Un gentiluomo e uno dei grandi ambasciatori di questo sport.

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