Accadde Oggi: inizia la magica (e tragica) estate di Andre Agassi

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Accadde Oggi: inizia la magica (e tragica) estate di Andre Agassi

24 luglio 1995: Andre Agassi vince a Washington e inizia una cavalcata trionfale. 26 vittorie consecutive che si spegneranno solo al cospetto del suo grande rivale

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Il 1995 è stato insieme l’anno magico e tragico di Andre Agassi. Il 25 enne di Las Vegas incontra il n.1 Sampras tre volte nei primi tre mesi dell’anno e lo batte due volte, sempre in finale, prendendosi l’Australian Open e poi il “suo” torneo di Miami (che in carriera vincerà ben sei volte). Grazie all’affermazione in Florida Agassi sale anche per la prima volta sulla vetta del ranking ATP e affronta – senza successo – i primi due Slam della sua carriera come primo tennista del seeding: al Roland Garros viene sconfitto ai quarti, a Wimbledon in semifinale. La sua delusione sembra tangibile: “Non tornerò mai più a Parigi così giovane e con così tanta sicurezza. La mia occasione per vincere tutte e quattro le prove del Grande Slam è andata”. Si sbagliava, ma questa è un’altra storia.

Quando ritorna in campo sul cemento nordamericano letteralmente Agassi polverizza la concorrenza. La sua marcia trionfale inizia a prendere forma il 24 luglio, esattamente 22 anni fa, quando la finale del Legg Mason Tennis Classic contro Stefan Edberg si conclude in suo favore (6-4 2-6 7-5). Per Andre è il quarto titolo stagionale ma soprattutto è il primo di una serie di quattro allori consecutivi – seguiranno Montreal, Cincinnati e New Haven – che lo consacrano dominatore assoluto dell’estate 1995. Vince 20 partite consecutive, perde appena un set a torneo, batte chiunque gli capiti a tiro (compreso Sampras per la terza volta in stagione) e si presenta agli US Open come primo favorito. Il dualismo con Pete Sampras inizia a infiammare i tifosi yankees che sono sicuri di vantare i due più forti tennisti del pianeta.

Come in quelle trame che sembrano tele-guidate verso il finale che tutti attendono, il 10 settembre 1995 in finale a Flushing Meadows si materializza il derby dei derby: il n.1 Agassi contro il n.2 Sampras. Las Vegas contro Potomac, Nevada contro Maryland. Fare pronostici è sempre complicato, ma Agassi arriva a quella sfida con un alone di imbattibilità invidiabile: le vittorie consecutive sono diventate 26, e neanche un combattivo Becker è riuscito a frenarlo in semifinale. Un problema però gliel’ha procurato: un infortunio alla cartilagine delle costole, tanto invisibile quanto doloroso. È il lascito della battaglia contro il tedesco.

In finale la partita non comincia. Sampras non si lascia minimamente scalfire dalle tre sconfitte stagionali, Agassi appare pesantemente debilitato. Vince il terzo set ma è una breve parentesi nel dominio di Pete, che si avvia a conquistare il suo terzo Slam casalingo guidato da un servizio impeccabile. Per Andre la delusione è tanto forte da superare per intensità quella di Parigi, quando lo statunitense era certo di poter conquistare il Career Grand Slam.

Certi urti vengono assorbiti con il tempo ma il Kid di Las Vegas ce ne ha messo davvero parecchio per dimenticare quella finale. “Dopo la sconfitta contro Pete ho perso la voglia” è una delle frasi che gli sentiremo proferire in un 1996 in cui vince sì Miami, Cincinnati e le Olimpiadi, ma smette di battere Sampras e di impensierire la leadership che il suo rivale aveva riconquistato proprio al termine del magico-tragico 1995. Uno dei tanti saliscendi di Andre, da sempre e per sempre vittima delle sue insicurezze. Ma nel consesso dei grandi, nella ristretta cerchia di quei tennisti che per una manciata di partite o di settimane sono davvero sembrati imbattibili, può certamente trovare posto l’Agassi dell’estate 1995. Quella magica, ma per certi versi anche tragica, estate 

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