Zverev, alto è bello?

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Zverev, alto è bello?

La lista dei numeri 1 della storia del tennis ci dice che 198 centimetri sono troppi. Sascha saprà invertire la tendenza?

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Facciamo un gioco. Procuriamoci due PC e, simultaneamente, guardiamo in internet immagini di una partita di tennis antecedente gli anni ’70 e di una dei giorni nostri. A parte la qualità delle immagini e le dimensioni delle racchette, balzerà subito agli occhi che tra i protagonisti di allora e quelli attuali ci sono evidenti differenze fisiche e che tali differenze si ripercuotono sul loro modo di giocare. Spicca di solito la differenza in altezza a vantaggio dei giocatori contemporanei. La finale di Instanbul 2017, ad esempio, è stata disputata da due giocatori alti più di 195 cm (Raonic e Cilic) e, in generale, è sempre più comune trovare sui campi da tennis professionisti un tempo dediti esclusivamente al basket o alla pallavolo. Ai recenti Memphis Open, ad esempio, c’erano ai nastri di partenza tre atleti (Karlovic, Opelka, Isner) oltre i 205 centimetri di statura.

Ma esiste una “statura-ideale” per raggiungere il Sacro Graal, ovvero la prima posizione del ranking? Il fattore verticale in relazione alla prima posizione in classifica è argomento attuale, dal momento che Alexander Zverev dall’alto dei suoi 198 centimetri far sempre più parlare di sé da parte degli addetti ai lavori e non, come del futuro numero uno del tennis. Nella seguente tabella abbiamo quindi riportato l’altezza ufficiale di ognuno dei 26 giocatori che in ordine cronologico hanno ricoperto la prima posizione mondiale ATP a partire dal 1973, anno in cui è entrato in vigore l’attuale metodo di attribuzione delle posizioni nel ranking.

La media è di 184,6 cm. Solo Guga Kuerten e Marat Safin – peraltro non i più durevoli numeri uno di sempre -superano i 190 centimetri, ma restano a debita distanza dal finalista di Halle e vincitore degli ultimi Internazionali d’Italia. Possiamo quindi ipotizzare che per essere il miglior giocatore del mondo esiste uno specimen fisico ideale che è compreso tra i 180 e i 190 cm di altezza e che, pertanto, tale traguardo sarà precluso a Zverev jr? Oppure ci troviamo di fronte a un mero dato statistico che attende un nuovo dato per essere aggiornato? Riteniamo che il campione preso in esame sia sufficientemente ampio per escludere che si tratti di una semplice casualità.

Le statistiche (ancora loro!) ci informano altresì che nel corso degli ultimi 25 anni la statura media dei primi cento giocatori ATP è cresciuta mediamente di oltre due centimetri; quella dei top player nel medesimo lasso di tempo è rimasta costante. Allargando il campo di indagine ad altri tennisti apicali, constatiamo che gli unici sopra i 195 cm capaci di conquistare una prova dello Slam dal 1973 ad oggi sono stati Krajicek, del Potro e Cilic, il primo a Wimbledon e gli altri due agli US Open, ovvero su superfici veloci favorevoli a giocatori dotati di un grande servizio, fondamentale sul quale la statura ha un impatto positivo. Geometria euclidea alla mano, un tennista alto 180 cm per servire con lo stesso angolo di battuta di uno alto 195 cm dovrebbe entrare dentro il campo di circa un metro. La velocità con la quale la palla esce dalle corde della racchetta, inoltre, è direttamente proporzionale alla lunghezza dell’arto esteso, racchetta inclusa. In altre fasi del gioco, però, essere molto alti può rappresentare un handicap. Per rendercene conto pensiamo alla posizione che assume Djokovic, forse il miglior ribattitore al mondo, quando attende il servizio dell’avversario e poi immaginiamo Ivo Karlovic che provi a imitarlo dall’alto dei suoi 210 cm; immaginiamo poi Milos Raonic intento a trasportare i suoi 196 centimetri di altezza e 98 chili di peso da una parte all’altra del campo e infine rivediamo mentalmente Alexander Zverev costretto letteralmente a piegarsi in due per colpire gli slice sull’erba ripetutamente e perfidamente propostigli da Federer ad Halle e Gilles Muller a ‘s-Hertogenbosch. Esempi che sono più convincenti di qualunque dimostrazione scientifica.

Nel confronto tra vantaggi e svantaggi derivanti dalla statura, però, da che parte pende la bilancia? Meglio avere una grande risposta al servizio, oppure un grande servizio? Una risposta incontrovertibile non esiste. Ma se scorriamo l’elenco dei ventisei migliori giocatori di sempre notiamo che sono in netta maggioranza quelli che avevano nella risposta e nella mobilità in campo il loro punto di forza. Solo Becker, Sampras e Roddick avevano nella battuta un’arma totale e comunque, soprattutto i primi due, non difettavano di altre frecce nel loro arsenale tecnico, risposta inclusa. Ce la farà quindi il giovane Zverev dall’alto dei suoi quasi due metri a raggiungere la cima della montagna, oppure no? A deporre a favore del fatto che possa farcela ci sono fattori importanti: la concorrenza non proprio irresistibile dei suoi coetanei, l’inevitabile tramonto degli attuali top player nell’arco di pochi anni e il talento donatogli da madre natura che, oltre alla fisiologica predisposizione al servizio, lo ha dotato anche di un grande timing alla risposta e di agilità inconsueta per un atleta così alto. Ma, fossimo nel suo staff atletico, ci guarderemmo bene dal seguire la vox populi che insiste sul fatto che il giovanotto debba aggiungere peso alla sua carrozzeria, oltre a quello che lo scorrere del tempo gli porterà ineluttabilmente in dote. Meglio non scherzare troppo con le leggi della statistica.

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