Focus
Settimana degli italiani: un solo acuto, questa volta Camila Giorgi
Nelle ultime settimane erano stati i maschietti, Fognini e Lorenzi ad alternarsi, a salvare l’onore azzurro. In Ohio ci ha pensato Camila Giorgi

La seconda settimana consecutiva del calendario tennistico dedicata ad un grande (categoria Masters 1000 per gli uomini, Premier 5 per le donne) e tradizionale (116°edizione per il torneo maschile, 89°per quello femminile) appuntamento dell’estate nord-americana, il Western and Southern Open di Cincinnati, ha portato qualche piccola soddisfazione al tennis italiano.
Dal Lindney Family Tennis Center di Mason, nell’area metropolitana di Cincinnati, è arrivato un sorriso per il nostro tennis grazie alla positiva settimana di Camila Giorgi, come sempre capace di qualunque risultato nel bene e nel male. Dopo i risultati deludenti di Washington e Toronto, la maceratese, partendo dalle quali, ha raggiunto gli ottavi, dove ha costretto al terzo set la numero 1 del mondo, Karolina Pliskova, confermando di non averla battuta casualmente a Praga lo scorso maggio. In precedenza, Camila aveva ottenuto belle vittorie contro tre top 50 come Rybarikova, semifinalista all’ultimo Wimbledon, Siniakova e Gavrilova: successi che confermano come la sua classifica nel corso del torneo, 82 WTA, sia ampiamente mortificante rispetto al suo talento.
La nostra numero 1, Roberta Vinci, invece, ancora non è al meglio dopo i problemi alla schiena patiti post-Wimbledon e non le si può chiedere di più di una buona vittoria contro Babos. Tra gli uomini, Fognini ottiene una buona vittoria nel suo esordio estivo sul cemento nord americano: sconfiggere Medvedev era tutt’altro che scontato, cosi come non era facilmente prevedibile la maniera netta con la quale è arrivata la sconfitta al turno successivo contro Thiem, non giustificabile integralmente con i problemi fisici che hanno accompagnato la sua partita con l’austriaco. Perdono all’esordio Lorenzi e Fabbiano contro due tennisti dalla miglior classifica: il primo cede di botto a Carreno Busta dopo un inizio di match equilibrato, ma tutto sommato ci può stare come risultato; il secondo, invece, è alla quarta eliminazione consecutiva al primo turno della sua estate, non sta giocando il suo miglior tennis e forse preoccupa maggiormente.
Passando all’approfondimento dei risultati dei nostri tennisti, è giusto tornare questa volta a partire dal settore femminile, questa settimana capace di fare meglio del maschile. Camila Giorgi giocava a Cincinnati per la quinta volta in carriera un torneo dove non aveva mai vinto due partite consecutive: è dovuta partire dalle qualificazioni per provare a invertire una tendenza negativa di risultati in questa estate sul cemento nord americano, dove aveva fatto male sia a Washington che a Toronto. Nel primo turno del tabellone cadetto ha sconfitto in 1 ora e 34 minuti, col punteggio di 7-6(3) 6-2, la 25enne nipponica Misa Eguchi, 312 WTA, mentre nel secondo si è tolta la soddisfazione di sconfiggere la semifinalista dell’ultimo Wimbledon, la 28enne slovacca Magdalena Rybarikova, 33 WTA, liquidata in 1 ora e 42 minuti col punteggio di 6-3 6-4.
Al primo turno del main draw Camila ha avuto facilmente la meglio sulla 21enne ceca Katerina Siniakova, 41 WTA, vincitrice dell’unico precedente sull’indoor di Mosca: Camila ha strappato il servizio in sette delle otto volte nelle quali l’avversaria ha servito, trovando cosi la strada spianata per un agevole successo con un duplice 6-2 in 66 minuti di partita. Anche nei sedicesimi l’avversaria della maceratese, Daria Gavrilova, 26 WTA, aveva vinto l’unico precedente (sull’erba di Eastbourne nel 2015), ma questa volta, a differenza del primo turno, è stata una battaglia: dopo aver vinto al tie break un primo set in cui la 23enne naturalizzata australiana era andata a servire per conquistarlo, Camila ha rimontato nuovamente da 3-5 nel secondo, ma in questo caso Gavrilova ha reagito, vincendo 7-5 il parziale. Nel terzo e decisivo set, l’azzurra è riuscita a prendere il largo, chiudendo al primo match point dopo 2 ore e 35 minuti col punteggio di 7-6(3) 5-7 6-3. Una curiosità statistica: la Giorgi in questo incontro ha vinto piu punti servendo la seconda (66%) che la prima (58), guadagnandosi gli ottavi e la prestigiosa sfida con la numero 1 del mondo, Karolina Pliskova, già sconfitta sulla terra rossa di Praga ad inizio maggio (i tre precedenti scontri diretti erano stati tutti appannaggio della ceca).
Camila ha fatto partita pari sin dal primo set, perso per un break concesso nel secondo gioco (nel quale aveva avuto tre palle per conquistarlo) e durante il quale aveva avuto tre palle break nel nono gioco per riequilibrarlo. Dopo aver portato a casa il secondo parziale convertendo l’unica palla break di tutto il parziale, arrivata nel decimo gioco, Camila ha forse pagato gli sforzi accumulati nelle 5 partite in 6 giorni disputate in Ohio e nel terzo è crollata, lasciando via libera a Pliskova, vincitrice 6-3 4-6 6-0 in 2 ore e 13 minuti. Anche contro la numero 1, Camila ha stranamente vinto piu punti servendo la seconda (65%) che la prima (49%).
Passando alla nostra numero 1, Roberta Vinci, ha giocato a Cincinnati per la nona volta consecutiva dal 2009, un torneo dove solo nel 2013 aveva ben figurato, arrivando ai quarti. In Ohio Roberta ha affrontato al primo turno la 24enne ungherese Timea Babos, 51 WTA, una tennista che la tarantina aveva già sconfitto in 5 dei 6 precedenti scontri diretti. L’inerzia è stata rispettata con Roberta brava, dopo aver chiuso a suo favore 7-5 il primo set in 46 minuti, a rimontare nel secondo dal 2-5, infilando una serie di cinque giochi consecutivi che le hanno regalato il primo successo dall’erba di Maiorca a giugno. Una vittoria vidimata con un doppio 7-5 in 90 minuti di partita, nella quale ha ben funzionato il servizio (6 ace a fronte di 1 doppio fallo, 76%di punti vinti giocando con la prima).
Nel secondo turno Roberta non è purtroppo riuscita a migliorare il misero (3 vittorie, 11 sconfitte) score nel 2017 contro top 50 e, contro Anastasija Sevastova, 16 WTA, mai affrontata in carriera, vi è stato reale equilibrio solo nel secondo set. Il primo, nonostante diversi giochi decisi ai vantaggi, era finito infatti dopo 38 minuti tra le mani della 27enne lettone, involatasi anche nel secondo sul 5-2. La reazione di Roberta, complice anche un calo dell’avversaria, (sintomatico il doppio fallo sul primo match point della Sevastova), l’ha rimessa in gara sul 5 pari, prima che Roberta perdesse il 12°game da 40-15, consegnando l’accesso agli ottavi alla lettone, vincitrice 6-2 7-5 in 1 ora e 32 minuti.
A Cincinnati è arivata anche Francesca Schiavone, come la Giorgi costretta dalla sua classifica, 76 WTA, a partire dalle qualificazioni, dove era accreditata della 22° testa di serie. Al primo turno ha avuto la meglio col punteggio di 6-7(1) 6-2 6-1 in 1 ora e 50 minuti sulla 24enne statunutense Nicole Gibbs, 118 WTA, che proprio a Cincinnati aveva battuto nell’unico precedente datato 2014. Il secondo turno è stato però fatale alla milanese, sconfitta dalla 24enne slovena Aleksandra Krunic, 84 WTA, la quale ha vinto 7-6(5) 4-6 6-2 in 2 ore e 22 minuti, portando a 2 a 1 in suo favore il bilancio degli scontri diretti.
Passando agli uomini, partiamo da chi ha fatto meglio, Fabio Fognini, il quale tornava per la settima volta in Ohio, dove, ad eccezione del 2014, quando era arrivato ai quarti, aveva vinto solo una partita nel main draw del Western and Southern Open. Era il suo primo torneo sul cemento all’aperto nordamericano dalla grande gioia della semifinale al Masters 1000 di Miami nello scorso fine marzo. All’esordio aveva un avversario ostico, il 21enne russo Daniil Medvedev, 51 ATP, mai affrontato in precedenza. Il ligure ha indirizzato probabilmente la partita nel primo set, quando è stato bravo a recuperare prima da 2-4 e poi a portare al tie-break Medvedev, che era andato a servire per il set sul 6-5. Una volta portato a casa il parziale dopo 56 minuti, Fabio si è trovato nuovamente a dover rimontare nel secondo: dal 1-3 si è trovato sul 5-3, prima di chiudere al decimo gioco, al settimo match point col punteggio di 7-6(5) 6-4 una partita durata 1 ora e 39 minuti.
Al secondo turno il numero 1 azzurro, apparso non al meglio fisicamente (ha avuto alcuni conati di vomito nel primo set) ha offerto una prova molto scialba e per certi versi svogliata contro la terza testa di serie del tabellone, Dominic Thiem, 8 ATP, che lo aveva gia duramente sconfitto – lasciandogli tre soli giochi – nell’ unico precedente datato 2015, sulla terra rossa di Monaco. Fabio, molto falloso durante la partita, specialmente col dritto, ha pagato una partenza lenta, cedendo la battuta nell’unico gioco del primo set finito ai vantaggi, durante il quale aveva anche avuto una palla per portarlo a casa. Ceduto dopo 31 minuti il primo set, Fognini è andato subito sotto nel punteggio nel secondo, condannandosi alla sconfitta in un match nel quale non è mai riuscito a giocare sui turni di servizio del 23enne austriaco, che ha vinto l’88% dei punti nei quali gli è entrata la prima e piu in generale il 79% dei punti quando era lui a servire. Dopo appena 66 minuti di partita è arrivata come conseguenza la vittoria di Thiem, col netto punteggio di 6-3 6-2.
Paolo Lorenzi era il secondo tennista italiano ammesso direttamente nel main draw di Cincinati, dove, come accaduto la settimana precedente al Canadian Open, faceva il suo esordio assoluto a quasi 36 anni, a testimonianza di un evoluzione – nella classifica e nella programmazione – che fortunatamente non accenna a interrompersi. A differenza di quanto accaduto a Montreal, però, l’esordio nel torneo non è stato bagnato da un successo: colpa anche di un sorteggio non fortunato, che lo ha accoppiato alla 11°testa di serie, Pablo Carreno Busta, 17 ATP, vincitore di quattro dei sei precedenti col toscano. Faceva sperare in una sorpresa la circostanza che le due vittorie di Lorenzi fossero arrivate sul duro all’aperto, ma va anche detto che era da tre anni che i due non si affrontavano e che all’epoca Carreno non era ancora esploso ad alti livelli. In Ohio, purtroppo, non vi è stata partita, se non nella prima metà del primo set: nel settimo game, con Paolo 40-0 e al servizio, si è spenta la luce per l’azzurro, che ha subito un filotto di 13 punti a 2 che gli è costato il primo set. Paolo ha provato a rimettersi in carreggiata nel secondo, ma la differenza di rendimento tra i due con la seconda di servizio (63% per Carreno, 41% per Lorenzi) non poteva non farsi sentire alla lunga. Il toscano, che non avrà una palla break in tutto l’incontro, ne salverà sei in due diversi turni di battuta del secondo, prima di capitolare all’ottavo gioco, concedendo a Carreno Busta il passaggio del turno, vidimato con un duplice 6-3 in 67 minuti di partita.
Un altro italiano faceva come Lorenzi il suo esordio a Cincinnati, Thomas Fabbiano: la sua classifica di 85°giocatore del ranking gli ha tuttavia imposto di giocare le quali, dove ha affrontato, da undicesima testa di serie del tabellone cadetto, al primo turno il 28enne croato Nikola Mektic, 566 ATP, sconfitto 7-5 6-4 in 1 ora e 32 minuti, per poi perdere al secondo contro il 23enne statunitense Mitchell Krueger, 244 ATP, il quale ha avuto la meglio con il punteggio di 6-0 6-4 in 74 minuti. Il ritiro di Roger Federer a tabellone compilato gli ha però comunque aperto le porte del tabellone principale, dove è stato ripescato come lucky loser. Thomas, contro Karen Khachanov, 32 ATP, non è riuscito a trovare la prima vittoria della carriera in un Masters 1000 né la prima nel circuito maggiore della sua estate sul cemento nord americano (era già stato eliminato al primo turno di Atlanta, Washington e Montreal). Contro il 21enne nato a Mosca, già vincitore in 4 set agli Us Open dello scorso anno nell’unico scontro diretto, a Cincinnati vi è stata davvero poca partita: Thomas, che non è riuscito a conquistarsi una palla break ed una sola volta è arrivato ai vantaggi quando serviva il russo, ha sofferto troppo con la seconda (33% di punti vinti quando non gli entrava la prima) e ha capitolato dopo 71 minuti, con Khachanov vincitore con un duplice 6-2.
Flash
Nicola Pietrangeli riceve il “Premio Enzo Bearzot” alla carriera
Consegnato nel corso della cerimonia di venerdì al Maschio Angioino di Napoli, per la prima volta il prestigioso riconoscimento va a un atleta di un altro sport: “Un altro dei miei record” ha commentato Pietrangeli

Una lunga ed emozionante standing ovation ha accolto Nicola Pietrangeli sul palco della Sala dei Baroni presso il Maschio Angioino di Napoli. Nel corso della cerimonia di consegna del “Premio Enzo Bearzot”, che in questo 2023 è andato al tecnico del Napoli Luciano Spalletti, alla leggenda del tennis italiano è stato assegnato il Premio Speciale alla Carriera. Per la prima volta nella sua storia il ‘Premio Bearzot’ valica i confini del suo sport e viene assegnato ad un atleta non legato direttamente al mondo del calcio. “Un premio calcistico per la prima volta ad un atleta di un altro sport: un altro dei miei record!”, ha dichiarato Pietrangeli visibilmente commosso.
Gli innumerevoli trionfi, su tutti due edizioni del Roland Garros e degli Internazionali d’Italia, il fondamentale ruolo avuto nella trionfale edizione 1976 della Coppa Davis, il suo passato da calciatore e la capacità di conquistare il cuore degli appassionali; questi i motivi che hanno spinto la giuria a scegliere Nicola Pietrangeli per il prestigioso riconoscimento.
“Il più grande tennista italiano di sempre arriva alla soglia dei 90 anni anche con la soddisfazione di aver vinto da allenatore – o come si diceva un tempo ‘capitano non giocatore’ – il suo mondiale, portando in Italia nonostante le polemiche e i venti contrari la famosa Coppa Davis del 1976 – si legge nella motivazione. Uomo dai tanti talenti, Pietrangeli ha sempre intrecciato la sua vita con il mondo del calcio, allenandosi per anni e con buoni risultati con la Lazio e con la Roma. Soprattutto, nell’alternare le palle da tennis al pallone ha piazzato nei primi anni Cinquanta un colpo vincente, inventando con un gruppo di amici il calcetto e regalando così meritoriamente un’opportunità di fare squadra e sport a generazioni di appassionati dopolavoristi italiani”.
Istituito nel 2011 per onorare la memoria del commissario tecnico della Nazionale Italiana Campione del Mondo nel 1982 in Spagna, il ‘Premio Nazionale Enzo Bearzot’ -promosso da ACLI e FIGC, quest’anno anche con il patrocinio della FITP- viene conferito ogni anno al miglior tecnico italiano.
L’albo d’oro:
2011 – Cesare Prandelli
2012 – Walter Mazzarri
2013 – Vincenzo Montella
2014 – Carlo Ancelotti
2015 – Massimiliano Allegri
2016 – Claudio Ranieri
2017 – Maurizio Sarri
2018 – Eusebio Di Francesco
2019 – Roberto Mancini
2020 – Paolo Rossi (alla memoria)
2022 – Roberto De Zerbi
2023 – Luciano Spalletti
(comunicato stampa FITP)
Qua potete ascoltare una chiacchierata tra Pietrangeli e il direttore Scanagatta:
Ancora Nicola e Ubaldo in nell’intervista in occasione del torneo di Firenze:
L’arguzia di Nicola:
Congratulazioni a Nicola per il meritatissimo premio da parte del direttore Ubaldo Scanagatta e da tutta la redazione di Ubitennis.
Flash
Per Leylah Fernandez l’equilibrio è tutto nel gioco mentale del tennis
La giocatrice canadese avrà un ruolo di primo piano nel progetto sull’inclusività Come Play nato dalla partnership tra WTA e Morgan Stanley

di Andy Frye, pubblicato da Forbes il 6 marzo 2023
La stella nascente del tennis Leylah Fernandez ama ricordare agli appassionati e agli osservatori del tennis un particolare che è lampante per chiunque si guadagni da vivere in campo. Che il tennis è mentale quanto fisico.
“Io credo che, quando la mente decide, il corpo la segua”, ha detto la giocatrice canadese durante un’intervista la scorsa settimana. “L’aspetto mentale di questo sport è estremamente importante e sono estremamente fortunata. Cerco di godermi l’opportunità il più possibile.
Fernandez si è affacciata per la prima volta alla ribalta mondiale durante la finale persa agli US Open del 2021 e aveva fatto il suo debutto negli Slam all’Australian Open del 2020, che si è svolto tra la fine di gennaio e il primo weekend di febbraio 2020. Una settimana dopo quel primo grande debutto sul palcoscenico mondiale, Fernandez ha conquistato la più grande vittoria della sua carriera alla Billie Jean King Cup, battendo l’allora numero 5 del mondo Belinda Bencic nel turno di qualificazione.
Tuttavia, essendo una delle giocatrici più giovani del circuito, Fernandez afferma che nessun numero di ore in campo sia mai troppo, sia che si tratti di perfezionare il suo swing oppure di lavorare sulla forma generale. “Ho sempre voluto giocare a tennis (professionalmente) e non credo che questo sport abbia un impatto fisico negativo su di me”. Attualmente, la ventenne professionista WTA è classificata tra le prime 50, precisamente al numero 49 della classifica WTA. Ha anche in bacheca due titoli di singolare.
Alla fine della scorsa estate, la giocatrice canadese ha raggiunto il suo best ranking, al numero 13, dopo una serie di buone prestazioni, tra cui i quarti di finale raggiunti al Roland Garros del 2022. Sempre lo scorso anno anno fa ha vinto l’Abierto GNP Seguros 2022 a Monterrey, in Messico.
Fernandez, insieme a Coco Gauff e Qinwen Zheng, è una delle poche professioniste del circuito di età inferiore ai 21 anni. È forse per questo motivo che è stata scelta come portavoce principale nella nuova partnership della WTA con Morgan Stanley.
La scorsa settimana, la WTA e il gigante finanziario globale hanno annunciato una nuova partnership pluriennale per celebrare il 50° anniversario della WTA. L’associazione ha affermato in una dichiarazione che l’obiettivo della partnership consiste nell’evidenziare la crescente inclusività del tennis, nonché l’impegno nel far crescere la partecipazione delle donne al gioco.
“Con una visione condivisa per promuovere l’inclusività e ampliare l’accesso al gioco del tennis, entrambe le organizzazioni sono orgogliose di accelerare il loro impegno per promuovere il progresso delle donne nello sport”, ha affermato la WTA. Morgan Stanley diventa anche il partner di presentazione esclusivo dell’iniziativa Come Play della WTA, che propone programmi di tennis per incoraggiare le ragazze di tutte le età e abilità a condurre una vita sana e produttiva dentro e fuori dal campo.
Il programma Come Play fa leva sulla scelta da parte di Morgan Stanley di fare di Leyla Fernandez il suo Brand Ambassador in qualità di volto della pubblicità “See It To Be It” dell’azienda.
L’iniziativa ha lo scopo di ispirare i giovani a visualizzare il successo offrendo loro un modello con cui identificarsi.
“Sostenere la prossima generazione e dare a tutti una possibilità di successo sono impegni che condividiamo sia con Leylah che con la WTA”, ha affermato Alice Milligan, chief marketing officer di Morgan Stanley. “Questa nuova partnership rappresenta i nostri continui sforzi per aiutare le ragazze nello sport deltennis con gli strumenti vitali di cui hanno bisogno oggi per essere le nostre stelle di domani”. “Siamo veramente lieti di annunciare questa partnership con Morgan Stanley”, ha dichiarato il presidente della WTA, Micky Lawler. “Mentre ci sforziamo di creare un ambiente più diversificato e inclusivo per donne e ragazze, le nostre due organizzazioni non vedono l’ora di fare la differenza attraverso gli eventi della community Come Play durante l’HologicWTA Tour e nella creazione di contenuti che amplifichino questo importante messaggio”.
“Il tennis non è per sempre”, ha detto Fernandez parlando apertamente della sua carriera di atleta. Fernandez, che ha guadagnato poco più di 3,4 milioni di dollari in premi alla carriera dal 2019 ad oggi, ha affermato che, nonostante la sua giovane età, costruire la stabilità finanziaria è fondamentale. “Questa partnership darà ai giocatori fiducia, nell’educarci sulla stabilità finanziaria, e darà ai giocatori la fiducia di trovarsi in un ambiente stabile.
Inoltre, dopo lo sport e le nostre carriere, per aiutare i giocatori nel loro futuro.
In particolare, il programma Come Play invita le attuali giocatrici WTA, stelle in pensione e allenatori a partecipare a corsi di tennis e attività per ragazze al fine di “aiutare a costruire la prossima generazione di leader”, ha affermato la WTA.
L’iniziativa include anche l’alfabetizzazione finanziaria e le risorse di pianificazione per i giocatori, oltre a una serie di contenuti in eventi WTA selezionati e altro ancora.
Fernandez ha aggiunto di essere onorata di essere coinvolta nei continui sforzi della WTA per coinvolgere più ragazze nel gioco e di essere scelta come modello per i giovani interessati a questo sport.
Equilibrio: la chiave per un grande tennis?
La mancina, diventata professionista nel 2019, ha un bilancio impressionante di vittorie e sconfitte a partire da marzo 2023 con 130-82. Fernandez è anche un’appassionata tifosa di calcio e durante la nostra intervista dell’anno scorso ha dichiarato di essere cresciuta giocando a quello che il defunto Pelé una volta chiamava “o jogo bonito”.
Fernandez sottolinea anche che ha una vita al di fuori del tennis che, secondo lei, contribuisce al suo successo in campo. “Cerco di bilanciare un po’ la mia vita.Sì, gioco a tennis, ma sono anche una studentessa universitaria, e questo mi aiutato a separarmi dall’idea di essere solo una giocatrice di tennis”, ha aggiunto “Mi ha aiutato a rimettere a fuoco le priorità e a godermi le piccole parti della vita che non sono il tennis”.
Ma Fernandez riesce ancora a mantenere i rapporti con il suo primo altro amore sportivo, il calcio? “Sì, mi è permesso giocare”, ha detto, con un accenno di risata. “Sono fortunata ad avere allenatori che mi incoraggiano a praticare diversi sport.Diversificare aiuta nel tennis.Ogni volta che torno su un campo, tirare calci a un pallone con mia sorella aggiunge benefici al mio tennis”.
Traduzione di Alessandro Valentini
Flash
Coco Gauff, dal tennis alle scarpe personalizzate: “Mi sento una privilegiata”
La 19enne americana ha espresso la sua opinione sulla musica in sottofondo durante le partite: ” Forse un po’ di rumore, lo gradirei”

E’ stata una vittoria autoritaria quella di Coco Gauff contro Rebecca Marino. La statunitense, che a Miami è di casa, affronterà al prossimo turno la russa Anastasija Potapova. Ecco la conferenza stampa post partita.
D: Coco, puoi parlare della partita e dei tuoi pensieri generali sulla tua prestazione?
COCO GAUFF: “Sì, oggi è stata una partita altalenante, onestamente. Molte pause. Ho fatto bene in risposta, considerando che è una grande battitrice. Sono davvero contenta di come ho giocato. Non è un’avversaria facile. Fa un sacco di colpi importanti, non ti dà molto ritmo. In un certo senso devi solo resistere”.
D. Quattro anni fa hai vinto la tua prima partita. Sei sorpresa di quanto hai ottenuto in così poco tempo?
COCO GAUFF: “Sì e no. Mi sento in un certo senso come se mi avvicinassi a ogni partita credendo di poter vincere. Quindi non sono sorpresa. Ma se faccio un passo indietro e guardo alle cose nell’insieme, sì. Sento di aver lavorato molto duramente. Quindi, quando vinco partite, sento decisamente di meritarmelo. Ma anche chi mi conosce sa che voglio sempre di più. In un certo senso, non sono soddisfatta”.
D. Come è nato ‘Homecoming’? Hai memorizzato le tue battute? Parlaci dell’intero processo.
COCO GAUFF: Quel processo non è stato come immaginavo. Siamo stati lì dalle 5 del mattino fino alle 8 di sera. Non mi ero resa conto di quante volte dovessi ripetere ogni scena più e più volte. Soprattutto nella prima scena dello spettacolo, che tecnicamente è l’ultima scena che abbiamo girato, ero davvero stanca. Fanno davvero un ottimo lavoro. Era tipo, Oh, mio Dio, è Coco Gauff. Sono solo seduta lì, l’abbiamo fatto tipo 20 volte, ti ho già incontrato tipo 30 ore fa (risate). Quindi sì. Ma penso che abbiano contattato e il mio agente abbia aiutato a organizzarlo. C’è il tennis incorporato nello spettacolo. È stato piuttosto interessante. Mi hanno descritto in modo non tennistico. Penso che la sceneggiatura fosse completamente adattata a come sono fuori dal campo, quindi è per questo che ero disposta a farlo. Era quasi meglio. So che la prima volta che avremmo dovuto filmare, avrei dovuto giocare a tennis. Ma mi sono qualificata per le finali WTA, quindi abbiamo dovuto cancellarlo e poi fare questo episodio. È stato davvero bello. Il cast erano persone davvero simpatiche. Geffri, Camille, tutte persone con cui lo rifarei solo per incontrarle di nuovo. Non so se lo rifarei per la parte della recitazione. Guardarmi in TV è stato probabilmente il dolore più straziante che abbia mai dovuto provare. Lo odiavo (risate). Mia madre ha un mio video”
Q. Per quanto riguarda Jimmy Butler, ami gli sport qui nel sud della Florida. Cosa ti viene in mente quando giochi sul campo dello stadio davanti a lui?
COCO GAUFF: Non lo so. Sento solo che entrare in campo è proprio una pazzia perché ho guardato le partite qui per tutta la vita. Beh, quando ho visto Jimmy Butler, voglio dire, è stato davvero bello perché adoro guardare gli Heat, sono la mia squadra. Ha quella mentalità, quella ferocia in lui, qualcosa che ammiro davvero molto. Spero che lui lo veda in me. Sì, ho anche incontrato un paio di giocatori della NFL che giocavano per i Bulls. Sono contenta che siano rimasti a guardare la mia partita. Non lo so, oggi onestamente penso che sia stata davvero una bella giornata, non per la vittoria, ma mi sento come se avessi il privilegio di quelle persone che mi guardano. Per loro volerlo fare, specialmente per uno sport come il tennis che generalmente la maggior parte di loro non capisce, è davvero fantastico.
D. Quanto è importante per te sentire la palla che colpisce le corde di un avversario per il modo in cui vuoi giocare il tuo colpo? Lo chiedo perché Frances Tiafoe ha sostenuto che dovrebbe esserci più libertà di movimento per gli spettatori.
COCO GAUFF: Ho visto quello che ha detto.
D. Come ti senti a riguardo?
COCO GAUFF: Dirò che in realtà ho fatto una esibizione con Ash Barty. Avevamo della musica in sottofondo per una parte dell’incontro. Sicuramente influenza il modo in cui segui la palla e il suo suono, di sicuro. Non so se saremmo in grado di farcela con la musica costante. Ma ho sempre detto che il tennis non ha bisogno di essere completamente silenzioso. Inoltre, crescendo, ho giocato al Pompey Park. Loro hanno sempre partite di baseball, allenamenti di basket, nuoto. Era così rumoroso laggiù. Mio padre mi ha sempre detto, fin da quando avevo otto o nove anni: non voglio mai sentirti lamentarti del rumore durante una partita. Non sono la giocatrice particolare che si lamenterà del rumore. Non so se potremmo usare musica a tutto volume. Ma è molto interessante quello che ha detto Frances. Sicuramente penso che sarebbe più divertente per i tifosi, specialmente allo stadio, ma non so come i giocatori potrebbero fare.
D. Che dire delle persone che si alzano e si muovono, l’aspetto del rumore da un lato, ma il movimento?
COCO GAUFF: Penso che il movimento sia sicuramente fattibile per me. Per me personalmente, non mi dà fastidio. Non mi importa se c’è qualcuno in giro o altro. A volte, se dico qualcosa, forse è solo per rallentare il ritmo della partita, ma non perché la persona sia effettivamente in piedi. Sarò onesta, a volte hai solo bisogno di un reset. Penso che il movimento sia sicuramente più tollerabile del rumore.
D. C’è qualcosa della tua ultima partita contro la Potapova che ricordi e che terrai in mente per la prossima partita?
COCO GAUFF: L’ultima volta che penso di averla affrontata è stata a Montreal. Sono abbastanza sicura che si sia ritirata in quella partita. Non la conto davvero perché non era completamente al 100%. Non ricordo quale fosse il punteggio. Non credo di poter davvero prendere qualcosa da quello nella partita di sabato.
D. Volevo chiederti della tua scarpa firmata, le CG1. Cosa ti ha spinto a dedicarti specificamente alle calzature?
COCO GAUFF: “Penso che soprattutto nel tennis non molte persone lo abbiano fatto. Ci sono pochissimi tennisti con la propria sigla. New Balance, onestamente, me l’ha portato. Ovviamente sono d’accordo se qualcuno vuole darmi la mia scarpa. È stato davvero bello. Non volevo che sembrasse una scarpa da tennis. Volevo avere, tipo, un po’ di atmosfera da campo da basket. Onestamente, le adoro. Non lo dico perché è la mia scarpa, perché ero una grande detrattrice quando è uscito il primo prototipo. Hanno funzionato molto bene con me. Il team di gioco di New Balance è incredibile. Sono stati in grado di apportare tali modifiche. Cercano sempre costantemente di evolversi”
D. Sei l’unica tennista in attività con la sua scarpa. Come ti fa sentire?
COCO GAUFF: Molto privilegiata. Voglio dire, sento che molti atleti in questo tour se lo meritano sicuramente, quindi mi sento molto privilegiata che New Balance mi stia dando questa opportunità, e lo apprezzo molto. Non so se forse un altro marchio l’avrebbe fatto, soprattutto per il mio impatto. Tutto ciò che indosso in campo, praticamente tutto ciò che ottengo da loro, probabilmente l’ho visto con un anno di anticipo e ho praticamente individuato ogni dettaglio che non mi piaceva. Sono molto felice che siano così accoglienti in quello che voglio. Molti marchi non sono sempre così con tutti i loro atleti. Sono grata di poterlo fare. Le persone che acquistano il prodotto possono in qualche modo capire quando un giocatore mette tutto se stesso in qualcosa. Penso che sia ciò che rende speciale il rapporto che ho con New Balance.