US Open: Anderson-Carreno Busta, la semi Slam delle prime volte

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US Open: Anderson-Carreno Busta, la semi Slam delle prime volte

Prestazione impeccabile di Pablo Carreno Busta, che non ha ancora smarrito un set. Fuori a testa alta Schwartzman. Anderson vince la battaglia dei servizi contro Querrey

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[28] K. Anderson b. [17] S. Querrey 7-6(5) 6-7(9) 6-3 7-6(7) (Antonio Ortu)

Nel secondo quarto di finale di giornata, Kevin Anderson con una prestazione granitica elimina Sam Querrey e centra la prima semifinale in un Major della carriera. Il sudafricano ha meritato il successo, più incisivo col servizio e più carico nei momenti caldi, nonostante Sam avesse i favori del pubblico. Diventa così il primo semifinalista Slam sudafricano da Wayne Ferreira (Australian Open 2003) e il primo dell’Era Open a Flushing Meadows (Cliff Drysdale si qualificò tra gli ultimi quattro, ma nel 1965). Sfiderà Pablo Carreno Busta in una semifinale del tutto inedita e inaspettata. Anderson aveva già giocato i quarti qui, nel 2015, l’anno in cui eliminò Andy Murray. Querrey invece, autore di un match di qualità molto inferiore rispetto a quello fantastico giocato due giorni fa, non interrompe il digiuno a stelle e strisce, che non vedono un loro giocatore in semifinale dal 2006 e manca l’appuntamento con la seconda semi Slam consecutiva. Era inoltre il quarto di finale più “alto” dell’Era Open, con i due metri e 3 di Anderson e il metro e 98 di Querrey.

Per tutto il primo set, Anderson mantiene percentuali straordinarie alla battuta, servendo l’80% di prime in campo, perdendo il punto solo in due occasioni. Querrey invece si limita solo al 50%, ma l’impressione iniziale è che abbia qualcosa in più negli scambi da fondo. Certo, il suo match nei primi dodici giochi non ha nulla a che vedere con quello irripetibile giocato quarantotto ore fa contro Mischa Zverev. Dopo un’ora di scambi lampo e servizi vincenti, è inevitabile che il primo set si concluda al tie-break. Kevin forza la seconda sul 2-2, ma gli scappa in larghezza. Il primo doppio fallo della partita potrebbe costargli il set, perché il californiano si porta in vantaggio 5-2. La reazione di Anderson è invece ottima, con servizio e rovescio lungolinea si rifa sotto. Poi Querrey, un po’ troppo passivo, al servizio per vincere il tie-break, perde entrambi i punti alla battuta. Con una prima vincente, il sudafricano conquista il quinto punto di fila per prendersi il primo set del quarto di finale. Morale alle stelle per Anderson, che non ha mai smesso di darsi la carica per tutti i 45 minuti della prima frazione.

Secondo set che inizia male per Big Sam. Da sotto 15-40 (prime palle break del match) è comunque bravo a mettere in campo un ace e viene poi graziato da una risposta di Kevin appena sotto il nastro. L’errore tattico più influente di Sam è insistere un po’ troppo sul rovescio del primo giocatore del Sudafrica, anche quando prova ad attaccare. Sul 2-2 proprio coi vincenti dal lato sinistro, Anderson si guadagna altre due palle break e stavolta Querrey concede il primo break dell’incontro e lo consolida, 4-2. Ma l’americano non ci sta e di prepotenza arriva per la prima volta a palla break su servizio Anderson, che commette un doppio fallo e finisce per perdere il break di vantaggio. Nonostante un piccolo calo del numero 28 del tabellone, anche questo set va al tie-break. Nel primo punto, un passante di dritto in corsa strepitoso di Querrey fa schizzare in piedi tutto l’Arthur Ashe. Il dritto di Kevin invece è molto più ballerino e manda Zio Sam sul 3 a 0. Col servizio si guadagna quindi cinque palle set di fila, sul 6-1. Anderson annulla tutte le prime quattro e un doppio fallo di Querrey rimette tutto incredibilmente in parità. Punto pazzesco sul 6-6, con Anderson che a rete non chiude e finisce per spedire lunga una facile volée. Si salva ancora col servizio e anche Sam è costretto ad annullare una palla set, che potrebbe portare Anderson sul 2-0. Poi sfrutta una sua ingenuità per salire 10-9. Querrey sfrutta quindi l’ottavo set point per portare il match in parità vincendo un set durato un’ora. Un tie-break a testa.

Come nel set precedente, il giocatore che perde il tie-break si disunisce un po’ nel game d’apertura, concedendo una palla break. Querrey, che potrebbe mettere in discesa il quarto di finale, sbaglia una risposta non impossibile e il 31enne di Johannesburg inizia a fare gara di testa nel terzo. I turni di battuta del californiano non sono però così rapidi come nei primi due set e inizia a commettere qualche doppio fallo di troppo. Proprio con due doppi falli, non sfrutta due palle del 3-3 e concede ad Anderson il break. Sopra 5-2, il sudafricano ha anche un set point sul servizio di un Querrey poco convinto e in balia dell’avversario. Annullata la palla set, non può però far nulla nel nono game. Kevin incassa il 6-3 e si porta in vantaggio due set a uno.

Quando si avvicina lo scoccare dell’una di notte a New York, inizia il quarto set e Sam ritrova qualche buon servizio che lo rimette in moto. Forse Anderson, un po’ preventivamente, si risparmia in apertura e rischia anche qualcosa, ai vantaggi nel quarto gioco. Per il resto, il set è quasi la fotocopia del primo set, salvo un settimo game che Querrey porta a casa ai vantaggi, faticando. I due si ritrovano per la terza volta al gioco decisivo nell’incontro. Kevin parte meglio e gira in vantaggio sul 4-2, ma commette un non forzato che riporta Querrey in gioco. Il californiano salva un match point sul 6-5 col servizio, si vede annullare un set point (guadagnato dopo uno scambio a rete a dir poco pazzesco) e poi Anderson ritorna a match point. Con un errore di rovescio di Sam si chiude il match. Dopo quasi tre ore e mezza, Kevin Anderson è con merito in semifinale, per la prima volta in un torneo del Grande Slam, quando a New York sono quasi le due di notte. Sfiderà Carreno Busta venerdì, in un match che nessuno si sarebbe mai azzardato a pronosticare a inizio torneo. Il sudafricano è in vantaggio 2-0 nei precedenti, l’ultimo vinto in due set all’Open del Canada qualche settimana fa.

[12] P. Carreno Busta b. [29] D. Schwartzman 6-4 6-4 6-2 (da New York, il nostro inviato Luca Baldissera)

Siamo arrivati ai quarti di finale dello US Open 2017, sia nel tabellone maschile che in quello femminile, sono rimasti in gara otto uomini e otto donne. Ogni partita ora è importantissima, le palle pesano, la tensione sale alle stelle. Ma due combattenti come lo spagnolo Pablo Carreno Busta (26 anni, 19 ATP) e l’argentino Diego Schwartzman (25 anni, 33 ATP) non dovrebbero avere problemi al riguardo, sono giocatori abituati a dare tutto in qualsiasi situazione. Non ci sono precedenti, abbastanza inusuale essendo tennisti quasi coetanei. Altro aspetto curioso, il fatto che lo spagnolo finora abbia incontrato solo qualificati. Inutile nascondercelo, non si tratta certo di un cosiddetto “match di cartello”, e il pubblico, mentre Diego e Pablo stanno già palleggiando, inizia appena a entrere sulle tribune dell’Arthur Ashe. Ma come detto, la posta in gioco è altissima.

Non di certo il pubblico delle grandi occasioni, oggi nell’Arthur Ashe Stadium

I primi due game della partita non fanno presagire nulla di buono per il simpatico Schwartzman, le cui condizioni fisiche sono un’incognita dopo la contrattura alla coscia destra patita durante gli ottavi con Lucas Pouille. Per un piccoletto che fa della corsa e della rapidità di piedi le basi del suo peraltro ottimo tennis di pressione e contrattacco da fondo, non essere al 100% diventa un problema serissimo. Pablo, giustamente, fa la sua partita, brekka in avvio, e spingendo in modo efficace incassa diversi errori dell’argentino, che in 25 minuti si trova sotto 5-2, con 2 break subiti a fronte di un’unica occasione sprecata. Alla battuta per chiudere il primo set, Carreno si contrae un poco, e va sotto 30-40, consegnando il game con un doppio fallo, 5-3. Anche per uno freddo e concentrato come lui la tensione si fa sentire, evidentemente. L’ottimo Diego, che sarà pure alla frutta fisicamente ma è un vero guerriero se ce n’è uno, servendo molto bene e affondando con il dritto accorcia sul 5-4. Ma Pablo non è il tipo da farsi sfuggire due occasioni di fila, e senza problemi chiude 6-4, un set a zero per lui.

Schwartzman ci mette il cuore, e si vede, ma qualcosa in meno del solito in reattività, specialmente in allungo e difesa dal lato del rovescio c’è, e si vede pure quello. Intendiamoci, corre comunque il triplo di quanto abbia mai fatto un Isner, per esempio, ma rischia di non essere sufficiente per contrastare il tennis geometrico e percentuale di Carreno. Lo spagnolo va avanti di un break anche nel secondo parziale, Diego di pura grinta lo recupera e arriva al 2-2, annulla poi due palle break , sale prima 3-2 e poi 4-3, si prende addirittura due palle break per andare 5-3, le fallisce, e qui in pratica finisce il set. Un gran parziale di 8 punti a 1, infatti, con break a 15, porta Carreno avanti 5-4, e il doppio 6-4 in favore del solido Pablo è servito. Ora stanno iniziando a scendere anche la velocità e la consistenza del servizio di Schwartzman, che già di suo non è ovviamente un bombardiere. Il grintoso argentino, pur apparentemente condannato a una sconfitta inevitabile, si rifuuta di lasciare strada libera all’avversario, è un vero esempio. Si capisce bene perchè i tifosi argentini, che quando lo incitano gridano “Peque! Peque!” (il suo soprannome, da “pequeno“, piccolo, in senso vezzeggiativo e affettuoso), lo amano appena meno dell’eroe nazionale del Potro.

Sotto di un “early break” anche nel terzo set, il mitico Peque ancora non molla, da 0-2 arriva a due palle break del pareggio, ma non ce la fa a concretizzare, e Carreno sale 3-1. Che di arrendersi non se ne parla lo abbiamo ormai capito tutti, l’argentino è a dir poco ammirevole, e per l’ennesima volta accorcia, 3-2, spingendo e lottando con tutto quello che ha. Pablo, da parte sua, è ottimo e giustamente concentrato nel mantenere il vantaggio, il tennis che ne deriva non è spettacolare ma terribilmente solido, con le ciliegine (anche di lucidità tattica) di diverse combinazioni palla corta – pallonetto, ovviamente letali per un piccoletto non al meglio con le gambe come Diego. Il game lottatissimo a cui l’argentino costringe Carreno, ben 14 punti – senza palle break – per tenere il servizio del 4-2, però, è davvero l’ultimo sforzo che Diego è in grado di produrre. Gli costa infatti il break del 5-2, e poco dopo il match, chiuso dall’ottimo Pablo con un game di battuta tenuto a zero. Risultato della carriera per Carreno Busta, tanti applausi per Schwartzman. Pablo attende in semifinale Kevin Anderson (2-0 i precedenti per il sudafricano).

Risultati:

[12] P. Carreno Busta b. [29] D. Schwartzman 6-4 6-4 6-2
[28] K. Anderson b. [17] S. Querrey 7-6(5) 6-7(9) 6-3 7-6(7)

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