US Open: Stephens continua il sogno, semi Slam dopo quattro anni

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US Open: Stephens continua il sogno, semi Slam dopo quattro anni

NEW YORK – Prosegue il gran momento della statunitense. Tre set per superare la sorpresa Sevastova. Torna in semi dopo Melbourne 2013. Ora Venus Williams

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S. Stephens b. [16] A. Sevastova 6-3 3-6 7-6(4) (da New York, il nostro inviato)

Comincia bene la caccia a due all-American semifinals per il tennis americano femminile. Dopo un match pieno di paure e quasi buttato al vento ad inizio terzo set, Sloane Stephens è riuscita a far valere la maggiore facilità di accelerazione dei colpi in un drammatico finale di match conclusosi sul filo di lana. Sloane conquista così il settimo incontro su sette al terzo set dopo il suo rientro nel circuito in seguito alla sua frattura da stress al piede.

L’inizio del match è la fotografia della tensione: entrambe sono consapevoli di avere una grande occasione per arrivare in semifinale, ed i colpi ne risentono. Sloane Stephens perde il primo turno di battuta a zero con un paio di gratuiti da principiante, e pochi minuti dopo la sua avversaria la imita, fallendo la palla per il 2-0 e concedendo l’immediato controbreak. Il match stenta a decollare, forse anche per la giornata decisamente calda (la più calda e umida del torneo), ma è Stephens a prendere con più insistenza il controllo degli scambi: gli slice di Sevastova non sembrano creare sufficienti problemi all’americana, che vi si appoggia con relativo agio. Stephen allunga sul 4-1, non concretizza la chance del 5-1 e poi si issa comunque sul 5-2 scampando ad una delicata palla del controbreak.

Mentre le note di Ariana Grande provano a far ballare gli spettatori dell’Arthur Ashe vagamente assonnati dal pomeriggio di canicola, Sevastova riceve la visita del fisioterapista che le pratica un massaggio sulla coscia destra. Qualche gratuito dopo finisce un primo set francamente dimenticabile durato 46 minuti.

Nonostante un parziale in cascina, Stephens fa molta fatica a mantenere una certa continuità, mentre Sevastova inizia a trovare il ritmo ed i colpi per muovere l’avversaria per il campo. Un paio di palle corte di rovescio “delle sue” le consentono di allungare con un break sul 3-1, sfruttando poi qualche altro errore di Sloane per consolidare il 4-1, non senza però essersi presa uno smash diritta al “bersaglio grosso” durante un corpo a corpo a rete. Dalla sua posizione preferita, un paio di metri dietro la linea di fondo, la lettone palleggia apparentemente senza pressione dissipando la potenza dei colpi avversari. Dopo aver sciupato piuttosto distrattamente due chance del 5-1, Sevastova non si scompone, continua con il suo gioco controllato anche se la sua avversaria mette a segno qualche bel vincente, e pungendo con la battuta (tre punti diretti) porta a casa il secondo set in 38 minuti.

Il fisioterapista lavora ancora sulla gamba di Sevastova prima dell’inizio del terzo set, ma la lettone non sembra palesare alcuna menomazione nel suo gioco a causa dell’infortunio, nonostante ad ogni punto perso si tenga la gamba dolorante. Al terzo game la lettone riceve in dono due palle break, gentile concessione di tre errori gratuiti di Stephens, refrattaria anche agli incoraggiamenti del pubblico (siamo pur sempre in America, dopo tutto): con uno splendido diritto in cross anticipato Sevastova si prende il vantaggio e consolida subito dopo sul 3-1. Non è una bella partita, nessuna delle due sta giocando al massimo, ed i loro stili di gioco richiederebbero una maggior qualità di tennis da parte di entrambe per poter generare un buon spettacolo. Il drop-shot di Sevastova, giocato quasi sempre di rovescio, è però perfidamente efficace: raramente riesce ad ottenere il punto diretto contro una giocatrice veloce come Stephens, ma spesso rimescola lo scambio in modo da dare alla lettone ottime aperture per un successivo colpo vincente. Un diritto titubante affondato in rete sulla palla del 4-1 pesante costa a Sevastova l’inerzia del match, e probabilmente anche il match stesso, perché passata la paura Stephens comincia a giocare meglio ed in un amen riacciuffa il 3-3. Il match ora è più bello, anche se si procede a strappi (perché non abbiamo più voglia di chiamarli break): prima due servizi ceduti, poi quattro game di battuta tenuti senza patemi, e ci si ritrova 6-6 al tie-break decisivo.

Dopo un minibreak per parte si cambia campo sul 3-3; è sicuramente il tie-break che entrambe abbiano mai giocato, ed il nervosismo porta errori. Un rovescio in rete di Sevastova dà il 5-3 a Stephens, che poi subisce un nastro vincente, ma arriva a match point sul 6-4 dopo un errore di diritto della lettone. La prima occasione è quella che buona: un rovescio lungolinea vincente chiude il match, dopo 2 ore e 27 minuti, mandando Sloane Stephens in semifinale contro Venus Williams.

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