James Blake testimonia contro l'agente che lo aveva aggredito

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James Blake testimonia contro l’agente che lo aveva aggredito

Era accaduto nel 2015: l’ex tennista statunitense veniva arrestato per errore da un agente in borghese. Da allora un processo penale, poi estinto, e una lunga battaglia amministrativa

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Il 9 settembre 2015, davanti a un hotel di Manhattan, l’ex tennista statunitense James Blake subiva un’ingiustificata aggressione da parte di un agente di polizia, James Frascatore. La vicenda, riassunta qui, è stata chiarita in quasi tutte le sue parti. Blake sta attendendo la transportation per raggiungere i campi di Flushing Meadows mentre l’agente Frascatore, avendolo scambiato per uno dei membri di un’organizzazione di frodi informatiche, lo coglie di sorpresa per atterrarlo e successivamente ammanettarlo. L’equivoco si chiarisce quasi subito, ma l’azione dell’agente di polizia è immortalata da questo video di una telecamera di sorveglianza.

Nonostante l’evidente assenza di dolo nella condotta di Blake, che dell’accaduto è totalmente vittima, l’ex tennista decide di non intraprendere azioni legali nei confronti del suo aggressore. Consapevole però di quanto il problema dell’eccessiva autorità delle forze di polizia sia tangibile negli Stati Uniti, continua a farsi portavoce di questa battaglia affinché, almeno dal punto di vista dei regolamenti interni, si possa fare completa luce sulla questione ed evitare che circostanze simili si ripetano. Riesce a ottenere così la creazione di un ufficio legale preposto ad accogliere le denunce di coloro che hanno subito abusi dalle forze di polizia.

Niente processo giudiziario per James Frascatore, ma l’approfondimento amministrativo della vicenda non ha ancora raggiunto la sua conclusione in questi due anni. L’agente è inizialmente allontanato dall’attività sul territorio, successivamente – pochi mesi fa – gli viene proposto di rinunciare a 10 giorni di ferie per alleggerire la sua posizione nel procedimento interno aperto dal Dipartimento di Polizia, ma Frascatore rifiuta. Si giunge quindi all’avvio effettivo del procedimento amministrativo a oltre due anni dall’accaduto. Nella giornata di martedì sono infatti state ascoltate le parti in causa.

James Blake ha confermato la sua versione dei fatti, che sembrerebbe congruente con le immagini. Secondo l’ex tennista l‘agente non si sarebbe mai identificato prima di atterrarlo ed arrestarlo, e una volta chiarito l’equivoco si sarebbe limitato a togliergli le manette senza neanche scusarsi dello scambio di persona. Dal canto suo l’agente si è difeso rigettando questa versione dei fatti, e spiegando che la sua azione furtiva e improvvisa era motivata dal tentativo di cogliere di sorpresa quello che ai suoi occhi era un pericoloso sospettato, probabilmente armato. “Volevo semplicemente tenere la situazione sotto controllo” e la conferma di aver proferito la formula di routine “Polizia, non muoverti“.

Il dibattito si è anche allargato ai rispettivi avvocati difensori. Il legale di Frascatore, Stephen C. Worth, sostiene che l’accaduto ha avuto una tale risonanza “solo perché James Blake era un personaggio pubblico“. All’epoca dei fatti James Blake aveva anche ottenuto un incontro personale con il sindaco di New York Bill De Blasio. Non è dello stesso avviso il procuratore Jonathan Fogel, che presa visione delle dinamiche dell’arresto del vero sospettato per cui Blake era stato scambiato, ha evidenziato come in quel caso lo stesso agente Frascatore non avesse utilizzato la stessa violenza né perquisito l’uomo (Jermaine Gray) alla ricerca di armi.

Una nuova udienza è stata fissata per la giornata di mercoledì, nella quale verrà ascoltato l’ex tenente della polizia di New York Daniel Modell.

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