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WTA Tokyo: Wozniacki, viva la settima. Finisce la maledizione in finale
Dopo sei finali perse Caroline Wozniacki spezza l’incantesimo battendo Anastasia Pavlyuchenkova e vince il Premier giapponese. Adesso per le Finals è praticamente fatta

[3] C. Wozniacki b. A. Pavlyuchenkova 6-0 7-5
Al Toray Pan Pacific Open si affrontano in finale Caroline Wozniacki, testa di serie n. 3 e n. 6 del ranking, e Anastasia Pavlyuchenkova, n. 23 del ranking WTA. La danese conduce negli scontri diretti per 5 a 1, ma l’ultimo precedente risale al 2012 e ad affermarsi fu la tennista russa. Wozniacki va a caccia del primo trofeo stagionale dopo aver disputato sei atti conclusivi senza successo, mentre Pavlyuchenkova insegue la terza vittoria dopo Monterrey e Rabat.
Il primo set parte subito in salita per la russa, che nel secondo game commette due doppi falli consecutivi e offre due palle break a Wozniacki, annulla la prima con un rovescio lungolinea vincente, ma sbaglia il rovescio in uscita dal servizio. La danese gioca molto bene, confermando l’ottima prestazione di ieri contro Muguruza. Al contrario, Pavlyuchenkova commette molti errori, non riuscendo a sfondare il muro eretto dalla sua avversaria. L’ex n. 1 del mondo è molto propositiva e conquista un altro break con una smorzata dopo aver comandato il punto. Caroline è scatenata e con un vincente di dritto in avanzamento si procura un set point con la russa al servizio; il bagel non si fa attendere e con un passante di rovescio legittima il dominio del primo parziale. Per Wozniacki è il primo set vinto nelle sei finali disputate in questa stagione.
Pavlyuchenkova non ha niente da perdere e gioca un secondo set in crescendo. Sebbene sbagli ancora molto, prende più spesso l’iniziativa, risponde meglio e mette a segno un buon numero di vincenti, facendo partita pari anche con la complicità dell’avversaria, che gioca con meno intensità i primi game. Il colpo in più di Wozniacki quest’oggi è il servizio, che non la abbandona nelle rare situazioni di difficoltà. Nel settimo game, infatti, va sotto 0-30, ma con due ace spegne le velleità di break della russa. Pavlyuchenkova prende sempre più fiducia col passare dei game e non tira indietro il braccio quando nel decimo game si ritrova ad annullare un match point, concesso con un dritto in rete dopo una grande difesa di Caroline. In quell’occasione comanda il punto e costringe all’errore la danese. Nel dodicesimo game Anastasia manda fuori lo schiaffo al volo e offre altre due palle match a Wozniacki: la prima la cancella con la combinazione servizio-dritto lungo linea, ma la seconda è ben giocata dalla n. 6 del mondo, che con un’accelerazione di rovescio mette in difficoltà Pavlyuchenkova, la induce all’errore di dritto e può alzare le braccia al cielo.
Il muro danese ha retto benissimo anche oggi e finalmente, al settimo tentativo, può tenere in mano il trofeo spettante alla vincitrice. La vittoria non è arrivata solo grazie alla difesa e alla solita tenuta mentale. Wozniacki ha servito bene, non concedendo alcuna palla break, e non si è limitata ad attendere l’errore dell’avversaria. Per l’ex numero 1 del mondo si tratta del ventiseiesimo trionfo in carriera e della decima stagione consecutiva arricchita da almeno un titolo; è la terza affermazione a Tokyo dopo le edizioni del 2010 e dello scorso anno. Wozniacki rimane al sesto posto nel ranking ma si avvicina sensibilmente a Venus Williams, sorpasso già effettuato nella Race to Singapore: con un margine di quasi 1800 punti sulla prima esclusa dalle WTA Finals (Mladenovic) Caroline può dirsi quasi certa di prendere parte al torneo di fine stagione.
Pavlyuchenkova paga l’inizio negativo dell’incontro e fallisce così l’occasione di vincere l’undicesimo torneo in carriera; non è bastato giocare un buon secondo set per superare la seconda ex n. 1 del mondo consecutiva dopo Kerber in semifinale. Da domani salirà in classifica portandosi alla posizione n. 19.
evidenza
Roland Garros: semaforo rosso per Jasmine Paolini, perde in due set con Olga Danilovic
L’azzurra era 5-1 nel secondo ma viene sconfitta dall’ottima serba Olga Danilovic. A rappresentare l’Italia nel tabellone femminile rimane solo Elisabetta Cocciaretto

O. Danilovic b. J. Paolini 6-2, 7-5
Semaforo rosso per Jasmine Paolini eliminata in due set da Olga Danilovic con il punteggio di 6-2, 7-5 in un’ora e 36′. Dopo aver vinto il trofeo di Firenze ed eguagliato il suo miglior risultato negli Slam, la lucchese subisce la giornata di grazia della sua avversaria. Gara decisa dai colpi della serba che ha fatto il bello e il cattivo tempo. La toscana ripenserà a lungo a quel turno di battuta sul 5-1 che, invece, di catapultarla al terzo set, l’ha portata lentamente fuori dal Roland Garros. Nel tabellone femminile rimane la sola Elisabetta Cocciaretto a rappresentare i colori italiani; mentre Danilovic è la prima tennista serba a raggiungere il terzo turno parigino da Ana Ivanovic nel 2016.
I presupposti per fare gara pari c’erano tutti, ma è stata brava la n. 105 del ranking a comandare gli scambi e a trovare 22 vincenti a fronte dei 6 dell’azzurra.
Sarà una questione di genetica, ma anche il padre, Sasha Danilovic, in questo periodo era ancora più letale del resto dell’anno. Come in quel 31 maggio di 25 anni fa, decise un derby scudetto di basket tra la sua amata Virtus e la Fortitudo con un famoso tiro da “quattro punti” (canestro da tre più tiro libero) che diede altra inerzia a quella serata bolognese.
Come un “tiro da quattro punti”, il dritto di sua figlia Olga, la sua tenacia e anche la capacità di chiedere sempre di più a sè stessa hanno messo in campo delle qualità che hanno fatto soffrire Paolini.
Primo set a senso unico con l’azzurra sempre in difficoltà sui suoi turni di battuta, per merito della risposta di Danilovic che sin dal primo colpo ha cercato di mettere in difficoltà l’avversaria. A fronte del 72% di prime palle messe in campo, porta a casa solo il 50% dei punti. Sfumate due palle break nel primo gioco, la serba trova nel quarto gioco il break decisivo nell’economia del primo set. Ne arriva un altro anche nell’ottavo gioco e gli applausi sono tutti per lei.
Nel secondo set, comincia malissimo la serba che sbaglia tantissimo e rimette in gioco la sua avversaria. A dispetto di quanto visto nel primo set, le urla del secondo parziale sono di una giocatrice che cerca di scuotersi. Paolini ne approfitta e vola via sul 5-1, limitando gli errori. Da fondo campo la classe 2001 torna a trovare vincenti importanti che lentamente torna a sbagliare meno e a far male con i suoi colpi. A due punti dal secondo set, Paolini sbaglia due colpi e alimenta il ciclone Danilovic che infila un parziale di 10-1 per ritrovare la parità. Altre tre chances, la toscana le ha nell’undicesimo game, ma anche qui col servizio la serba si aiuta a salire 6-5. L’ultimo sforzo, vede Paolini protesa a cancellare il primo di due matchpoint, ma sulla spinta della serba può davvero poco. Ora per Danilovic c’è Ons Jabeur.
Flash
Al Roland Garros Sabalenka messa alle strette sulla guerra in Ucraina. Ecco la sua (non) risposta
Le tenniste ucraine non le stringono la mano, i giornalisti ucraini la incalzano in conferenza. Gli influssi negativi della guerra sulla numero due del mondo

C’è chi pensa che basterebbe un gesto, una stretta di mano tra atleti ucraini e russi per cominciare ad allontanare i venti di guerra. Ma, fin qui, al dolore e alla disperazione, fa seguito tanta distanza e gelo tra le atlete in campo. Siamo lontani da Città del Messico, quando nel 1986, durante la cerimonia di premiazione per la finale olimpica dei 200 metri, Tommie Smith e John Carlos sul podio alzarono il pugno in segno di protesta. Dietro quel gesto c’è la battaglia per i diritti civili degli afroamericani, la stessa che va in scena oggi dalla costa Est a quella Ovest degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Quando si parla di conflitto Ucraina-Russia nel mondo del tennis è spesso Aryna Sabalenka a finire al centro dell’attenzione. La sua presunta amicizia con il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko (o quantomeno, sembra appurato che il dittatore stimi particolarmente questa atleta), la porta ad esser vista male e con disprezzo dalle colleghe ucraine, malgrado Aryna abbia sempre sostenuto – in termini generali – di essere contro la guerra. Vincitrice degli Australian Open 2023, bandita dall’edizione 2022 di Wimbledon, nel primo turno ha nuovamente incrociato i colori gialloblu dell’Ucraina: Marta Kostyuk a fine gara ha filato dritto senza incrociare né lo sguardo di Aryna né le sue mani. Parlandone in conferenza stampa aveva dichiarato: “Posso farci poco se non vuole stringere la mano, probabilmente è qualcosa che la fa sentire meglio, anche in relazione a quanto fatto dai suoi connazionali. Credo che la politica non dovrebbe mischiarsi con lo sport, ma io non ho potere in questo“.
La guerra in Ucraina ha tenuto banco anche nella conferenza stampa tenutasi al termine della vittoria di Sabalenka sulla connazionale Iryna Shymanovich nel secondo turno del Roland Garros. Un giornalista ucraino l’ha incalzata sui temi della guerra, rinfacciandole un presunto sostegno a Lukashenko e chiedendole di condannare esplicitamente l’invasione di Russia e Bielorussia ai danni dell’Ucraina. La n. 2 del ranking non ha rilasciato dichiarazioni, dicendo ripetutamente: “Non ho commenti per te, grazie per la domanda”, mentre si è espressa sul modo in cui il mondo dei social, per quanto le riguarda, è cambiato negli ultimi sedici mesi, da quando, cioè, è cominciato il conflitto. “E’ stata davvero dura. Quando la guerra è iniziata, ovviamente, ho raccolto molto odio. Sto cercando di stare lontana dal lato negativo dei social network e mi sto concentrando sulle persone che sono veramente interessate alla mia vita, alla mia carriera e alla mia personalità. Ci saranno molte persone che ti odieranno e ci saranno molte persone a cui piaci, quindi mi sto concentrando sugli aspetti positivi”. Sono situazioni che di certo tolgono serenità a una tennista che di certo non può incidere sulle scelte del suo governo. Ma, dall’altro lato, il tennis ha una grande responsabilità nel promuovere e diffondere messaggi positivi: pone continuamente uno di fronte all’altro russi o bielorussi contro ucraini separate da una rete. Che basti una stretta di mano per far cambiare i venti di guerra?
Flash
Il torneo WTA San José si trasferisce a Washington e dà vita al primo combined 500
Il WTA 500 californiano si trasferisce nella capitale: sarà il primo evento al mondo combined ATP-WTA 500

L’ufficialità è arrivata nella giornata odierna dal sito della WTA: il torneo WTA San José è stato trasferito a Washington D.C. e si svolgerà dal 29 luglio al 6 agosto prossimo in contemporanea all’evento maschile. Diventerà così il primo combined del circuito di categoria “500” e si terrà presso il William HG Fitzgerald Tennis Center di Washington, DC’s Rock Creek Park della capitale statunitense. Il torneo si svolgeva a San José dal 2018, mentre dal 1971 (anno della fondazione da parte di Billie Jean King) fino al 2017 si è disputato a Stanford.
Queste le parole del CEO e presidente della WTA, Steve Simon: “La Bay Area ha ospitato tanti momenti indimenticabili in uno dei tornei più longevi di livello WTA. L’eredità di questo evento tanto amato continuerà a vivere nella sua nuova casa, a Washington, DC, dove sono entusiasta di vedere le stelle WTA e ATP competere insieme per la prima volta a livello 500, creando nuovi ricordi per molti altri anni venire“. Sparirà di conseguenza il WTA 250 di Washington, che si svolgeva nella stessa settimana del Citi Open maschile: quest’anno ci sarà quest’evento di categoria 500 che si chiamerà Mubadala Citi DC Open.