WTA Tashkent: Bondarenko, un digiuno lungo nove anni

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WTA Tashkent: Bondarenko, un digiuno lungo nove anni

Battuta Timea Babos con un doppio 6-4. Secondo titolo in carriera per l’ucraina (Birmingham 2008)

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K. Bondarenko b. [2] T. Babos 6-4 6-4

Nell’ultima settimana di settembre il circuito femminile, in attesa di trasferirsi a Pechino per l’ultimo Premier Mandatory della stagione, ha fatto tappa a Wuhan e Tashkent. Nella capitale dell’Uzbekistan – città che ha dato i natali al ciclista Abdoujaparov, protagonista con il nostro Cipollini di entusiasmanti duelli sulle strade dei grandi giri, si è disputato il Tashkent Open, torneo giunto alla diciannovesima edizione, il cui albo d’oro annovera tra le passate vincitrici anche l’azzurra Karin Knapp. Campionessa uscente è la meno blasonata di casa Pliskova, Kristyna, quest’anno accreditata della testa di serie numero uno ma incapace di confermarsi ai livelli del 2016. A contendersi il titolo sono oggi la seconda favorita del seeding Timea Babos, per la ventiquattrenne ungherese di tratta della terza finale in stagione con una vittoria in bacheca, e la ritrovata ucraina Kateryna Bondarenko, sette anni di più all’anagrafe e un’ottantina di posizioni il suo ritardo nel ranking, di nuovo all’atto conclusivo di un torneo WTA a distanza di nove anni dal trionfo di Birmingham.

Tutto facile sino a qui per Babos: per lei, infatti, percorso netto e nessun set lasciato per strada. Meno agevole, invece, l’avvicinamento alla finale della sua rivale, brava nel venire a capo di una maratona nei quarti e anche un po’ fortunata nell’approfittare del ritiro di una rediviva Zvonareva in semifinale. Non si tratta di un inedito assoluto: sono due i precedenti tra le due giocatrici, con una vittoria per parte. Favori del pronostico tutti per Timea e bookmaker che lasciano a Bondarenko davvero poche speranze di vittoria. Ma, come vedremo, i pronostici spesso sono fatti per essere sbagliati.

Dopo la pioggia caduta copiosamente nei giorni scorsi, c’è il sole a riscaldare un Tashkent Tennis Center per l’occasione piuttosto deserto. Si comincia con Babos al servizio. È Bondarenko a farsi preferire in avvio, ma sul suo conto pesano le palle break, due, non capitalizzate nel primo e nel terzo game. Entrambe le giocatrici si dimostrano efficaci con il servizio e, di fatto, con in campo la prima palla le percentuali di conversione positiva sono pressoché bulgare, ciò a garanzia di un piacevole equilibrio. Almeno fino al tre pari quando, con Babos alla battuta, una palla contestata – non c’è hawk-eye – cambia l’inerzia del game che l’ungherese, stizzita, finisce malamente per cedere. Break, subito confermato, e primo allungo di giornata targato Bondarenko. Il parziale si decide qui perché, dopo un gioco interlocutorio, l’ucraina, nonostante un doppio fallo sul primo set point, non trema e, complice un diritto sparacchiato in corridoio dall’avversaria, incamera con merito la partita iniziale.

Le brutte notizie per Babos, tuttavia, non finiscono qui. Evidentemente scossa dall’epilogo del set precedente, Timea perde ancora la battuta in avvio di secondo e, in un attimo, Bondarenko è già sul due a zero. La differenza nel linguaggio del corpo ora è abissale; Kateryna non perde occasione per mostrare il pugno con lo sguardo di Timea, a far da contraltare, sempre più rivolto verso il basso. Inevitabile il doppio-break che avvicina la numero 133 del mondo al triangolo rosso dell’ultimo chilometro. Il campo è sferzato da un vento fastidioso ed è la Babos che pare maggiormente risentirne. Interessanti alcuni lunghi rally condotti a buon ritmo sulla diagonale del diritto e qualche tentativo di variazione con lo slice da parte di entrambe ma, almeno in questa fase, è quasi sempre Bondarenko a portare a casa il quindici. Il servizio, a differenza del primo set, smette di essere un fattore e il numero degli errori gratuiti si fa apprezzabile. Avanti quattro giochi a uno, Bondarenko, con alle spalle tutta l’inerzia del mondo, sciupa l’occasione di mandare l’avversaria a servire per restare nel match e Babos, con due game in fila, caparbiamente riapre un parziale che sembrava in ghiaccio. Se non in qualità, la partita cresce in quanto a emozioni. Babos, ancora una volta in apnea con il servizio, cancella un match point e resta in scia, accorciando sul quattro a cinque. La maggiore esperienza della veterana ucraina ha però presto il sopravvento. Nel corso del decimo gioco, un diritto in cross in avanzamento, al termine dello scambio forse più duro della giornata, le vale la seconda palla match: è quella buona. Kateryna segue con lo sguardo l’ultima palla uscire dalle righe e, quasi incredula, può inginocchiarsi in un’esultanza liberatoria.

La finale si chiude, dunque, con un periodico 6-4 a favore della trentunenne ucraina, capace quest’oggi di interrompere un digiuno lungo ben nove anni. Per Babos c’è da registrare una prestazione decisamente sottotono dopo una settimana, qui a Tashkent, condotta senza sbavature. L’ungherese potrà comunque consolarsi con la vittoria ottenuta in doppio (in coppia con Andrea Hlavackova) contro Hibino/Kalashnikova.

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