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Editoriali del Direttore

Orient Express verso le Finals

Inizia l’ultima parte di stagione. Federer e Nadal inevitabilmente favoriti, mentre ai piedi della top 10 è bagarre

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. È mancato l’acuto Slam, ma si può essere certi che sia solo questione di tempo: sarà impegnato anche a Milano per le NextGen Finals, particolare non da ridere in ottica Londra, ma dovesse reggere lo stress (era un po’ cotto contro Dzumhur a Shenzhen) potrebbe far bene già alla O2 Arena. Dominc Thiem, sorprendentemente, ha giocato più tornei di qualsiasi altro top 20 finora (22): titolo a Rio de Janeiro a finali a Madrid e Barcellona, sempre fermato da Nadal. Non una stagione brillantissima, specialmente considerando questa abitudine a giocare sempre e comunque pur non avendo la necessità di dover accumulare punti e soldi come se fosse agli inizi. Ha perso con Pella un match difficilmente spiegabile a Chengdu, ora è a Tokyo e giocherà quattro tornei nelle prossime cinque settimane pur avendo un discreto margine sul quarto della Race. Contento lui…

Gli ultimi tornei dell’anno, a partire da questo swing asiatico, saranno invece bollenti per gli scalatori della top 10, i protagonisti del “sì, però”: sei tennisti in meno di mille punti, un fazzoletto di classifica. Dimitrov e Cilic primi dei secondi, e non sono certo nomi inaspettati: Grisha ha vinto il suo primo Masters 1000 a Cincinnati superando un Kyrgios straripante durante la settimana (battuto Nadal) ma poi fiacco in finale. Brisbane e Sofia gli altri due successi della stagione, a cui va necessariamente aggiunta la semifinale in Australia, in cui costrinse Nadal a cinque set di livello altissimo prima di arrendersi; difficile vederlo superare anche solo i gironi a Londra. Cilic, al best ranking di numero 5 e con un solo titolo in bacheca quest’anno (Istanbul) farà probabilmente la sua silenziosa e dignitosa figura, ormai quasi rassegnato al ruolo di “quello che ha vinto gli US Open più assurdi della storia”, pur avendo conquistato con merito una finale poi di fatto non giocata a Wimbledon quest’anno, e mostrando un gioco di qualità con buona continuità.

Alzi la mano chiunque abbia scommesso su una bagarre di fine anno per le Finals, tra Carreno Busta, Querrey, Anderson e Goffin: se il belga, che ha vinto a Shenzhen poche ore fa e pare essersi del tutto ripreso dall’orrendo infortunio alla caviglia del Roland Garros, può senz’altro considerarsi valida alternativa ai mostri sacri, nessuno avrebbe mai ipotizzato di vedere gli altri nomi in corsa. Carreno-Busta ha giocato finora una stagione di rara costanza e umiltà: gioco a tratti scolastico ma completo, carattere da pugile e allergia alla fatica, che lo hanno portato alla semifinale degli US Open, nella quale era anche avanti di un set. Persa contro Kevin Anderson, che pur senza sollevare trofei ha inanellato piazzamenti ben più che dignitosi già prima dell’exploit di New York: partito ad handicap per un infortunio (è rientrato a febbraio a Memphis) ha raggiunto ottavi a Parigi e Wimbledon, finale nel 500 di Washington e in generale h arivestito egregiamente il ruolo di mina vagante un po’ ovunque. Agli US Open ha approfittato di un tabellone apertissimo dopo il forfeit di Murray, ma le due settimane della vita sono state condite da un tennis di potenza e precisione a tratti ingestibile. Sarà interessante vedere come affronterà il nuovo status di uomo da battere, o qualcosa di simile.

E Querrey? Due vittorie nel 2017, Los Cabos e sopratutto Acapulco dove in finale ha battuto Nadal con condizioni di gioco tutt’altro che banali: semifinale a Wimbledon fermato da Cilic. Come per Anderson, un nome che nessuno vorrebbe mai trovare accanto al proprio sul tabellone, ancor di più adesso che il suo gioco sembra aver preso una forma più versatile e meno polarizzata verso il mero power game: certo servizio e dritto sono il suo pane, ma negli ultimi anni la tenuta nello scambio è progressivamente migliorata. Nelle retrovie altri nomi di rilievo come Berdych e Tsonga, che però difficilmente riusciranno a fare una tirata tale da poter strappare il biglietto per Heathrow: ci aspetta un autunno tutt’altro che grigio. Colonna sonora: London Calling.

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