WTA, aspettando la quinta regina (Semeraro)

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WTA, aspettando la quinta regina (Semeraro)

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Wta, aspettando la quinta regina (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Nel tennis il 2017 è già l’anno delle quattro regine. Ma non è finita qui, visto che lunedì prossimo potrebbe esserci una quinta numero 1 nel ranking mondiale: sarebbe un record, all’interno dello stesso anno solare, e la certificazione statistica di un’anarchia ormai cronica nel circuito rosa. Da gennaio a metà maggio ad alternarsi in cima al ranking sono state Angelique Kerber e Serena Williams; a luglio è subentrata la ceca Karolina Pliskova, che 1’11 settembre ha ceduto lo scettro a Garbine Muguruza. La spagnola, a sua volta, dopo la prematura sconfitta al primo turno del China Open, da La Muguruza, subito ko in Cina, può essere scavalcata dalla Halep, dalla Pliskova o dalla giovanissima Svitolina (se vincerà il torneo) lunedì rischia di consegnarlo o nelle mani di Simona Halep, o di nuovo in quelle della Pliskova (a entrambe basta arrivare in finale a Pechino), oppure in quelle giovanissime di Elina Svitolina, che però dovrà vincere il torneo.

Da quando fra le ragazze esistono le classifiche computerizzate (1975) solo nel 2008 erano state in quattro a passarsi la corona: Maria Sharapova, Ana lvanovic, Serena Williams e Jelena Jankovic. Stavolta la cinquina è non solo possibile, ma anche probabile, vista l’incertezza del panorama e la maledizione che sembra colpire puntualmente chi riesce a mettere la testina avanti. Non appena salita al soglio, dopo il trionfo agli Us Open 2016, Angelique ha smesso di vincere: zero tituli in tredici mesi. Serena, arraffati gli Australian Open, si è messa in maternità. La Pliskova da n.1 non ha mai alzato una coppa, come pure la fragile ragazzona Garbine che a Pechino, dove è arrivata mal messa, è scesa in campo, ritirandosi dopo 40 minuti contro la Strykova, solo per onore di firma: quella sull’assegno da 200.000 dollari che, stante le lucrose (e complesse) regole che vigono nella Wta, ha intascato garantendo la sua partecipazione ad un determinato numero di tornei. Aggiungeteci, come contorno, che la vincitrice del Roland Garros, Jelena Ostapenko, dopo Parigi ha vinto solo nel torneino di Seul, rimediando per strada anche due primi turni; e che Sloane Stephens, la campionessa degli Us Open, dopo aver conquistato il suo primo Slam non ha ancora portato a casa una partita.

A Pechino la grande chance per il n.1 tocca ancora una volta alla Halep, l’attuale n.2, che però stamattina se la deve vedere con Maria Sharapova, fuoriclasse autentica anche se un po’ arrugginita, oltre che contro un autentico tabù. Quest’anno la romena è stata a un passo dal n.1 in almeno quattro occasioni, finendo sempre per tappare: al Roland Garros in finale, da favoritissima, contro la Ostapenko; a Eastbourne, battuta nei quarti dalla Wozniacki; a Wimbledon, sgambettata dalla Konta quando le bastava una vittoria; infine a Toronto, sorpresa dalla Svitolina in un torneo dal quale teoricamente addirittura in cinque (oltre a lei Pliskova, Kerber, Svitolina e Wozniacki) avrebbero potuto uscire da numero 1. A quanto pare, insomma, non ci sono più le regine di una volta (…)

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