Federer: "Match molto pulito, non cambio programma per il numero 1"

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Federer: “Match molto pulito, non cambio programma per il numero 1”

Roger commenta il trionfo di Shanghai: “Se sono così ben preparato, accadono cose buone. Deciderò in settimana il programma per il resto dell’anno”

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È stato un anno lungo e dopo questo mancano pochi tornei alla fine. Come ti senti fisicamente?
Sì l’anno è stato lungo ma io non ho giocato tanto per la verità. Fisicamente sto bene, rimetterò in ordine le idee quando sarò tornato in Svizzera domani. Quindi mi troverò con il mio team e decideremo cosa fare dandoci delle priorità a seconda di come mi sentirò nei prossimi giorni. Ma finora tutto bene, sono contento di come mi sento, è stata una settimana dura, giocare 5 match di seguito è sempre un test e una sfida per qualsiasi giocatore, anche perché la pressione sale di giorno in giorno in un evento come questo. A metà della settimana prossima saprò cosa fare.

Ti aspettavi che il match andasse via così liscio? Sei sembrato in controllo fin dal primo gioco…
Non sapevo cosa aspettarmi entrando in campo anche perché immaginavo di partire piano perché avevo finito tardi ieri sera, quindi il tempo è volato. Mi sono svegliato, ho preso la macchina e sono arrivato qui presto per allenarmi ed essere pronto per la partita. Non ero nervoso e questo mi ha aiutato, penso di aver avuto bene in mente come giocare questo match. Poi sono partito bene e mi sono rilassato ancora di più. Sono sempre consapevole che Rafa può sempre tornare in gioco in ogni momento se trova ritmo anche se deve recuperare da 0-40, ma ho giocato un match pulito. Non mi ha sorpreso tantissimo perché mi sono sentito bene tutta la settimana e paga sempre arrivare ad un torneo con largo anticipo per prepararlo. Sono arrivato giovedì scorso di sera, quindi ho avuto 5/6 giorni per prepararmi al primo match del mercoledì successivo, quindi ero pronto.

 

Hai mai colpito la palla meglio di oggi negli ultimi mesi o anni?
Sicuramente è stato un match pulito, non ho dato chance a Rafa sul mio servizio, quindi quando andavo a rispondere non c’era motivo di andare nel panico. Sai che prima o poi avrai una palla buona, un game buono dove cercare di fare il break. Essendo così preciso e concentrato, sapevo che sarebbe stata dura per lui nei momenti decisivi se avessi fatto un break presto. Sicuramente è stato il mio miglior torneo dopo Wimbledon, Montreal è stato difficile da giocare e dopo Montreal con il problema alla schiena non potevo più essere lo stesso. Lo US Open è stata una sofferenza in realtà, alla Laver Cup ho giocato del buon tennis ma qui è diverso perché devi giocare bene cinque giorni di seguito, quindi sì mi ha ricordato un po’ Wimbledon in qualche modo.

Hai battuto Nadal cinque volte di seguito per la prima volta in carriera. Cosa è cambiato in questo confronto? Che cosa ti riesce più facile oggi che in passato?
Sto servendo meglio perché mi è più facile generare potenza con la RF97. Sto anche colpendo meglio il rovescio con continuità. Prima dovevo usare di più lo slice perché la racchetta di prima era ottima per lo slice e colpire da sopra, ma steccavo troppe palle e quindi non potevo attaccare costantemente col rovescio. Adesso sembra che non sia quasi più un problema ma non solo con Rafa, con tutti. Oggi di norma rispondo con il rovescio coperto e qualche volta uso lo slice. Prima era il contrario. Inoltre adesso non sono così segnato dalle precedenti partite come prima. Non che fossi segnato in modo grave dalle sconfitte ma il fatto di averci perso così tanto sulla terra mi ha un po’ bloccato. Penso ancora di aver perso quella finale a Wimbledon 2008 per la lezione che mi aveva dato al Roland Garros poche settimane prima e questo mi ha fatto giocare male i primi due set di quella partita. Poi sono stato fortunato a vincere il terzo ma avessi iniziato meglio sarebbe stato un altro match. Chiaramente evitare di incontrarlo sulla terra battuta mi ha aiutato però certo, sto giocando bene contro di lui sul cemento o le altre superfici veloci. Ma va detto che in Australia ho avuto un po’ di fortuna, è stato un match deciso sul filo di lana.

Tra la sconfitta a New York e la Laver Cup hai fatto qualcosa di diverso per sciogliere la schiena o è stato il normale processo di recupero? Come sei riuscito a tornare a stare così bene qui?
Per essere pronto per lo US Open avrei avuto bisogno di un’altra settimana probabilmente. Ho giocato come potevo nelle condizioni in cui ero. Poi ho iniziato con due partite al quinto set e questo ha causato ovviamente molto stress al mio corpo. Non ho mai potuto giocare in modo libero, ad essere onesto. Ho giocato meglio con Kohlschreiber e Lopez e ma una volta che arrivi a incontrare uno forte come delPo, inizi a prendere le decisioni sbagliate o comunque le metti in dubbio perché il tuo avversario non è solo quello dall’altra parte della rete ma anche il tuo stesso corpo che non è al 100%. Quindi invece di chiudere il set point vai a perderlo e questo fa la differenza. I margini sono molto sottili, onestamente. Quindi mi sono preso una settimana di riposo senza quasi trattamenti, ho giocato solo mezz’ora con un mio amico e per il resto mi sono dedicato alla mia famiglia, ai miei figli etc. Quando sono tornato in Svizzera ho cominciato a prepararmi per la Laver Cup ed ero contento perché stavo meglio e quindi era un passo nella giusta direzione anche se ero un po’ preoccupato perché le partite sarebbero state di livello sia in singolare che in doppio con gente come Querrey e Kyrgios. Quel match di domenica con Kyrgios mi ha dato tanta fiducia perché ho giocato una vera partita di 2 ore sentendomi forte fisicamente. Il giorno dopo ero già in campo ad allenarmi e non potevo crederci. Ma quello era il mio programma e l’ho rispettato. Ho lavorato bene tutta la settimana e sono arrivato qui come ho detto molto presto e questo alla fine ha pagato, quindi sono molto contento e mi sento bene ora.

I tuoi piani per il resto dell’anno?
Non so ancora con precisione. L’unica cosa certa è che giocherò la Hopman Cup e l’Australian Open a gennaio. Questo lo so per certo.

Dopo queste 5 vittorie punti a recuperare il divario negli scontri diretti con Rafa?
Non accadrà mai. Non ci restano abbastanza anni di carriera e abbiamo una classifica troppo alta per incontrarci se non in finale in questo momento. E rimarrà così ancora per un po’ di mesi. Non posso pensare di vincerle tutte con Rafa, è troppo forte come giocatore. Quello che è successo in passato è passato, sono solo contento di questa striscia che ho messo insieme ma non so nemmeno quanto mi servirebbe fare per prendere il N.1 di fine anno. Mi pare che lui sia molto vicino a chiudere il discorso, come ho detto la mia programmazione non cambia in funzione del N.1, quando sarò a casa deciderò. Comunque non ho giocato troppo e ho ancora energie nel serbatoio. Come ho detto prima sono contento che questa strategia abbia pagato. Quando sono preparato mentalmente e fisicamente di solito succedono cose buone per me. In passato credevo, io come tanti altri, che giocare tornei fosse importantissimo ma ora so che se sono pronto, sono pronto. Non importa se non ho giocato tornei prima come in Australia. Sono molto contento della mia stagione finora. Gli scontri diretti? Certo vorrei che il bilancio fosse diverso ma ho il massimo rispetto per Rafa. È sempre stato un confronto molto difficile per me e ho fatto del mio meglio. Ci ho giocato tantissimo sulla terra all’inizio della mia carriera e va bene, ci ho provato, sono anche arrivato vicino in molte occasioni ma lui è più forte sulla terra. Ho provato a vincere quelle che ho potuto sulle altre superfici e quest’anno è andato tutto bene e ne sono felice.

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ATP

Roland Garros, Fognini si gode la vittoria: “Il mio tennis gira bene. Obiettivo seconda settimana”

Dopo il successo su Kubler il tabellone offre una grande opportunità a Fabio che però non vuole sottovalutare Ofner: “A questo punto chiunque affronti, gioca bene”

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Fabio Fognini - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Sono passati meno di due mesi dall’infortunio accusato da Fabio Fognini nel match contro Cecchinato nel 250 dell’Estoril. Tutto sembrava andare male al ligure che si apprestava a lasciare la top 100 per la prima volta in quattordici anni. La stagione sul rosso, quella che lo ha portato a vincere un Masters 1000 e a raggiungere i quarti in uno Slam, era appesa a un filo pronto a spezzarsi definitivamente quando Fabio ha iniziato ad allenarsi al Foro italico: il suo fisico non dava risposte positive e l’azzurro era sul punto di rinunciare alla wild card riservatagli. Quando, però, nello sport si combinano talento e forza di volontà, le cose possono cambiare molto rapidamente e così oggi Fabio è al terzo turno del Roland Garros senza aver perso nemmeno un set (cosa che gli era successa solo altre quattro volte) e il tabellone lo ha ripagato con un abbinamento tutt’altro che sfavorevole. Sarà infatti il qualificato Ofner (n. 118) il suo prossimo avversario.

 “Lo conosco poco, arriva dai Challenger – ha detto Fabio ai microfoni di Eurosport – so che è stato nei primi 100 ma poi si è fatto male. A questo punto chiunque affronti, gioca bene. Ora voglio semplicemente godermi la vittoria oggi e recuperare l’energia. Da domani penseremo all’austriaco”. Vietato sottovalutare un giocatore che ha già vinto cinque match (l’ultimo con la 24esima testa di serie Korda) tra qualificazioni e tabellone principale, ma è chiaro che l’occasione è ghiotta. L’ultimo ottavo di finale di Fabio al Roland Garros è infatti datato 2019: “Sto bene, il tennis gira bene. Sono di nuovo al terzo turno a Parigi. L’obiettivo è andare nella seconda settimana del mio Slam preferito”. Quando lo ha fatto, il ligure ha sempre regalato spettacolo: nel 2011 l’indimenticabile ed epico match contro Montanes vinto 11-9 al quinto set, nel 2018 un’altra maratona – questa persa – con Cilic e poi nel 2019 un’ottima prestazione contro Zverev. Quest’anno potrebbe essere sfida con Tstitsipas, ma meglio non correre troppo.

Nel frattempo, scenderà sui campi dello Slam parigino anche Flavia Pennetta che insieme a Francesca Schiavone cercherà di difendere il titolo nel doppio delle leggende: “Lei soffre molto a vedermi giocare da casa – ha scherzato Fabio –  La prima cosa è sperare che non si faccia male, visto che non gioca da tempo. Poi l’obiettivo suo e di Francesca è semplicemente quello di divertirsi”.

 

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Roland Garros, Giorgi: “Peccato per il ginocchio, in futuro mi piacerebbe insegnare ai bambini”

Nonostante il ritiro per dolori al ginocchio destro Camila Giorgi sorridente e loquace in conferenza stampa

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da Parigi, il nostro inviato

Il problema al ginocchio destro ha costretto Camila Giorgi al ritiro dopo aver perso il primo set per 6-2 contro la numero 3 del mondo Jessica Pegula nel secondo turno del Roland Garros. “È un periodo in cui stavo giocando bene, è un peccato. È un problema al menisco che mi sto portando dietro da un po’ di tempo, già al primo turno mi ha dato fastidio e ho avuto dolore. Ho giocato tanto, forse avrei dovuto fermarmi un po’.  Dovrò  stare un po’ a riposo ora, non c’è bisogno di operarlo. Giocherò a Nottingham in prossimo torneo, per fortuna c’è un po’ di tempo per provare a recuperare“.

L’imminente stagione sull’erba che culminerà con i Championship’s in Church Road è notoriamente la preferita di Camila e l’auspicio è che ci sia tempo a sufficienza per rimettersi a posto fisicamente. Si curerà a Firenze perché ” I medici sono come i parrucchieri, vanno tenuti vicino casa” dice sorridendo. “Mi auguro giocare tante partite sull’erba, mi trovo molto bene, è diversa dalla terra dove ci vuole tanta pazienza e io con il mio gioco non ne ho tanta”.

 

Nonostante la sconfitta ed il ritiro, Camila è insolitamente loquace e si apre anche sul futuro dopo il ritiro dai campi da gioco.

” Ho ancora voglia di giocare per qualche anno. Ma ho tante passioni fuori dal campo e ho dei progetti per quando smetterò di giocare.  Mi piacerebbe insegnare ai bambini e anche averne di miei! Adoro i bambini e anche gli animali”

Nell’immediato invece Camila ha bisogno di riposo e serenità. “Adesso vado a fare un giro a Parigi, poi starò un po’ a casa. Ho bisogno di stare a casa per qualche giorno in più del solito perché ogni volta non ho nemmeno il tempo di disfare la valigia che subito devo farne un’altra. In futuro mi piacerebbe anche vivere a Roma.” 

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Flash

Roland Garros, Iga Swiatek compie 22 anni e punta al bis a Parigi: “So come affrontare la pressione”

La campionessa polacca dopo la vittoria al primo turno contro Bucsa: “Non penso a inseguire i record, ma solo a vivere la mia vita”

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Iga Swiatek - Roland Garros 2023 (Twitter @rolandagarros)
Iga Swiatek - Roland Garros 2023 (Twitter @rolandagarros)

Una candelina in più sulla torta di Iga Swiatek. La tennista polacca compie ventidue anni e, alla vigilia del suo compleanno, anche quest’anno ha voluto farsi un auto-regalo, il suo preferito: una vittoria. Stavolta a rimetterci è stata la spagnola Cristina Bucsa, battuta in due set (6-4 6-0) al primo turno del Roland Garros. Ecco di seguito un estratto dell’intervista alla testa di serie numero uno durante la conferenza stampa.

D. Iga, parlaci dei tuoi pensieri sulla partita. La prima per te qui quest’anno, come ti sei sentita?

Swiatek: “Beh, sicuramente all’inizio è stato complicato, ma sono soddisfatta di essere riuscita a giocare sempre meglio. Nel secondo set ho capito cosa avevo sbagliato nel primo e sono contenta di essere stata più solida. Comunque, come ho detto all’inizio, è stato un match complicato”.

 

D. Per il vento o anche perché è stata la tua prima partita?

Swiatek: “Penso entrambi. Non è mai facile giocare un primo turno, specialmente nel Grande Slam. Il vento si è sicuramente aggiunto (a complicare le cose, ndr), è stato un po’ diverso rispetto ai campi esterni dove mi sono allenata”.

D. So che stiamo saltando avanti, ma se vinci di nuovo il Roland Garros andrai a tre titoli, pari a Serena Williams, Monica Seles e Arantxa Sanchez Vicario. Questi record ti motivano o sei concentrata a seguire man mano il tuo percorso nel tennis?

Swiatek: “Onestamente, non conosco questi record. Gioco a tennis ma non sono di certo un’esperta in termini di statistiche e storia, non mi concentro molto su queste cose. Non ho mai nemmeno giocato contro Serena o Monica Seles, sto semplicemente vivendo la mia vita e facendo il mio viaggio”.

D. Venerdì hai detto che non sapevi che la classifica WTA può cambiare e hai appena detto che stai solo percorrendo il tuo viaggio nel tennis. Senti pressione a volte?

Swiatek: “Certo che sento pressione, come tutti penso. Mentirei se dicessi di no. Ma sto cercando di lavorarci e di fare il mio gioco, non curandomi né delle circostanze né delle aspettative dall’esterno. Non è facile, ma penso davvero che la cosa più importante nel tennis in questo momento sia affrontarlo correttamente. So come farlo. Spero di continuare così”.

D. Cosa ne pensi dell’on-court coaching? Hai usato questa opzione oggi?

Swiatek: “Beh, penso che qui su Philippe Chatrier è un po’ più difficile usarlo perché l’area è piuttosto lontana. Il mio allenatore mi ha dato un consiglio ma ero molto concentrata su me stessa e sapevo da sola cosa potevo migliorare, quindi non ce n’è stato troppo bisogno. Comunque è già in WTA quindi ha senso che lo rendano conforme in ogni torneo. Personalmente fin dall’inizio ho detto di preferire il sistema precedente, quello in cui l’allenatore poteva andare due volte durante una partita o una volta durante un set a parlare in panchina. Ma mi adeguo alle regole che abbiamo in questo momento, questo è tutto”.

D. Secondo le previsioni del tempo questa settimana sarà molto soleggiata e calda, mentre la fine del torneo sarà un po’ piovosa e più fresca. Hai qualche preferenza in termini di condizioni meteorologiche? Quanto pensi che il tempo influisca sul tuo tennis sulla terra battuta?

Swiatek: “Beh, non ci ho pensato, anche perché non so se giocherò di giorno o di notte. Sono molti i fattori che entrano in gioco. Ci sono in realtà alcune cose che si fanno quando sale la temperatura, come cambiare un po’ la tensione delle corde, ma non ha senso per me pensare a come cambierà il tempo la prossima settimana. Anche a Madrid faceva molto caldo, ma quando ho giocato alle 23 non l’ho sentito”.

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